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Next Gen ATP Finals, i protagonisti: Nishesh Basavareddy, il “post-Medvedev” di Cervara

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Il 2024 era stato l’anno in cui il diciannovenne Nishesh Basavareddy aveva avuto quella serie di prime volte che fanno presagire l’inizio di una brillante carriera nel tennis professionistico. A gennaio era numero 457 del ranking e a novembre è arrivato a qualificarsi alle Next Gen ATP Finals da numero 139, con l’ingresso già assicurato all’Australian Open 2025 grazie a una wild card. In mezzo c’erano state 41 vittorie nei Challenger a fronte di sole 13 sconfitte, che l’avevano reso il terzo americano dal 1978 a vincere almeno quaranta partite nella categoria.  

Soprattutto, dopo lo US Open – dove era uscito al terzo turno delle qualificazioni contro il serbo Hamad Medjedovic, vincitore delle Next Gen 2023 – Basavareddy aveva iniziato a inanellare una serie di semifinali e finali nei Challenger statunitensi. A Charleston aveva battuto J.J. Wolf e Chris Eubanks, prima di perdere in finale contro Edas Butvilas. A ottobre, a Tiburón, aveva vinto il suo primo titolo con una vittoria netta su Eliot Spizzirri (6-1 6-1). La finale di Champaign, persa contro Ethan Quinn, gli aveva dato i punti necessari per ottenere la qualificazione all’Australian Open. A fine novembre era arrivato il secondo titolo, questa volta in Messico, nel Challenger di Puerto Vallarta.  

Il suo passaggio ai professionisti, annunciato pochi giorni dopo, era sembrato la conclusione naturale di un’ottima stagione, coronata dalla partecipazione alle Finals a Jeddah. Già presentarsi alle Next Gen garantiva a Basavareddy 150.000 dollari, mentre l’idoneità NCAA prevede che non si possano incassare più di 10.000 dollari di montepremi all’anno. In un’intervista di un anno fa, Basavareddy elencava i suoi obiettivi a breve e medio termine: qualificarsi a Jeddah, godersi il suo primo Grand Slam in Australia e riuscire, magari, a entrare nei primi 100 del ranking mondiale l’anno successivo. È riuscito a raggiungerli, ma l’annata non è andata proprio come sperava

Basavareddy, un anno più difficile del previsto 

Fino a febbraio, il 2025 di Basavareddy sembrava una prosecuzione promettente di quanto iniziato nel 2024. A gennaio gioca i suoi primi tornei ATP da qualificato a Brisbane e a Auckland, dove arriva in semifinale, perdendo in entrambi i casi contro Monfils. All’Australian Open il suo primo turno è contro Djokovic.

Già l’anno prima, contro Dino Prizmic, Djokovic si era assunto il compito di introdurre al battesimo del fuoco un altro adolescente Next Gen, sempre al primo turno del suo Slam preferito. In entrambi i casi, la brillante promessa perde contro il venerato maestro, ma si porta via un set: la partita contro Basavareddy finisce 4-6 6-3 6-4 6-2, con il ragazzo che riesce a vincere il primo parziale anche dopo che l’avversario è riuscito a ottenere il controbreak sul 4-5. Per il giovane tennista si tratta soprattutto dell’occasione di misurarsi contro il suo idolo tennistico, la cui foto per anni era stata la sua immagine profilo su WhatsApp.

A febbraio, in un’intervista a Ben Rothenberg, Basavareddy afferma che quella partita contro Nole è stata il momento più interessante della sua ancora nuovissima carriera, e di aver capito allora quanto ancora debba lavorare per migliorare il servizio e la risposta. Ribadisce anche che il suo obiettivo è entrare nei primi 100, che vuole qualificarsi per il tabellone principale del Roland Garros e che punta a giocare a Indian Wells e a Miami, per poi iniziare la stagione europea della terra battuta. All’Open di Bucarest, il suo primo torneo da professionista su terra rossa, Basavareddy perde al primo turno contro Filip Cristian Jianu. Ma i problemi erano già iniziati a casa, sul cemento americano. A marzo, dopo essere uscito al primo turno da Indian Wells, era stato costretto a saltare Miami per un infortunio. Il suo miglior risultato della primavera è la sconfitta ai quarti del Challenger di Aix-en-Provence contro Wawrinka. A giugno riesce a raggiungere il n. 99, il suo miglior ranking finora, e a essere ammesso al tabellone principale di Wimbledon, dove perde al primo turno contro Learner Tien.  

Il suo periodo migliore del 2024 era stata la stagione dei Challengers americani dopo lo US Open, ma nel 2025, arrivato al momento dell’anno in cui ha più punti da difendere, Basavareddy sceglie di partire per il tour asiatico da solo, senza il suo allenatore Bryan Smith: il suo migliore risultato sono i quarti di finale al Challenger di Guangzhou. Chiude l’anno al Challenger di Olbia, di nuovo con un’uscita al primo turno, finendo al n. 167 del ranking.

La qualificazione alle Next Gen e l’arrivo di Cervara 

Se paragonata all’ascesa di Tien, che ha concluso l’anno nei top 30 dopo aver vinto il suo primo titolo ATP, la traiettoria di Basavareddy quest’anno è sembrata decisamente più ondivaga, complicata da infortuni e, forse, dalla difficoltà ad adattarsi alla vita girovaga e solitaria del tennista professionista, priva di quel sostegno offerto dal tennis universitario.

Come l’anno scorso, però, Basavareddy riesce a qualificarsi alle Next Gen Finals, unico altro americano assieme a Tien, finalista del 2024. Di nuovo, come l’anno scorso, dicembre diventa il momento degli annunci importanti. Il francese Gilles Cervara, storico ex allenatore di Medvedev da cui si è separato in estate, rivela a L’Équipe che ha deciso di allenare Basavareddy, fissando tra le priorità il renderlo in condizioni di vincere anche al di fuori degli Stati Uniti. È chiaro che il tennista senta la necessità di qualcuno che lo segua in tour, che gli faccia da guida e da mentore per questa nuova fase della sua carriera. Il loro primo torneo assieme saranno proprio le Next Gen Finals, che iniziano questo mercoledì.

Dal King Abdullah Sports City di Jeddah, dove è già volato per allenarsi assieme al suo nuovo coach, Basavareddy spiega così la scelta di aver chiesto a Cervara di far parte del suo team: “Ho pensato che la sua esperienza ai massimi livelli potesse aiutarmi nella mia carriera. Non si tratta solo di tennis: lui è interessato a tutti gli aspetti. È diligente e professionale in cose come l’alimentazione e il fitness, questo mi sarà di grande aiuto”. Chissà che il 2026 non sia l’anno della svolta.

(di Silvia Frigeni)