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Garcia rifiuta un’agenzia di scommesse come sponsor: “Il mio podcast ha altri valori”

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Lo sport è sempre più un veicolo di tematiche importanti. Una cassa di risonanza notevole per questioni complesse e assai poco banali. Sono finiti i tempi del “panem et circenses”. E anche gli sportivi sembrano essersene resi conto.

Caroline Garcia ha deciso di appendere la racchetta al chiodo a 32 anni, giocando l’ultimo match allo US Open. Da un paio d’anni, tuttavia, la ex numero 2 del mondo è impegnata nella realizzazione di un podcast a tema tennistico, “Tennis Insider Club”. L’obiettivo è mostrare l’altra faccia della medaglia, il lato nascosto delle carriere e della vita nel tour. Uno spazio aperto, dove i giocatori e le giocatrici si sentono al sicuro, senza la paura di raccontarsi anche nelle battaglie più complicate.

Il successo del format, che vede la stessa Garcia alla conduzione, si è fatto ogni giorno più dirompente, tanto da attrarre possibili nuovi sponsor, tra cui un’agenzia di scommesse. A rivelarlo è stata proprio la francese, che ha affidato al profilo social del podcast una rivelazione coraggiosa: il rifiuto di una partnership da 270.000 dollari.

“Non è stato un “no” facile, soprattutto appena dopo il ritiro dal tennis. Ma vogliamo costruire una piattaforma in cui i giocatori si sentano completamente al sicuro nell’essere onesti, vulnerabili e aperti su qualsiasi cosa, senza pressioni o distrazioni si legge su Instagram.

Garcia: “Le scommesse uno dei mali dello sport, il mio podcast vuole rappresentare altro”

Con un carosello di immagini, Garcia ha voluto spiegare con estrema onestà la scelta di declinare la ricca offerta da parte di un’agenzia di scommesse, implicando la problematicità del caso al fatto che il gioco d’azzardo è divenuto uno dei mali oscuri dello sport. La pressione e l’odio da parte di scommettitori delusi, spesso persone che hanno sviluppato una dipendenza, finiscono per minare la stabilità e la salute mentale dei giocatori.

Negli ultimi anni è venuto alla luce il fatto che le scommesse rappresentano una delle maggiori fonti di pressione, odio e abusi nello sport moderno. Ogni giocatore ha storie da raccontare: messaggi pieni di insulti dopo una partita, persone che chiedono soldi indietro perché hanno perso una scommessa e persino minacce di morte. Niente a che fare con lo sport, ma con il gioco d’azzardo” specifica Garcia.

“Non voglio che Tennis Insider Club contribuisca, neanche indirettamente, ad un sistema che crea dipendenza, distrugge vite e trasforma gli atleti in bersagli. […] prosegue. “Questa non è una crociata morale. Non sto giudicando nessuno che scommetta occasionalmente o atleti sponsorizzati da società di scommesse. Sto solo scegliendo cosa vogliamo rappresentare e a cosa non vogliamo dare risonanza. La nostra missione è raccontare storie reali, ispirare persone e far crescere lo sport in modo sano per gli atleti e i tifosi. […] Se vogliamo che gli atleti si fidino di noi abbastanza da essere vulnerabili e condividere le loro paure, i dubbi e battaglie mentali, allora dobbiamo mostrare loro che scegliamo i valori rispetto ai soldi“.

Infine chiosa: “270.000 dollari sono tanti, ma costruire qualcosa di onesto e duraturo vale di più”.

Garcia: “La furia degli scommettitori delusi non va normalizzata. Dobbiamo pensare ai giovani del circuito”

Garcia ha ripreso l’argomento con dovizia di particolari in un’intervista rilasciata a ‘L’Équipe’.

“La scorsa settimana abbiamo ricevuto questa offerta di sponsorizzazione da una società di scommesse sportive. È una cifra significativa, questo è certo, ma la decisione è stata presa rapidamente, non c’è stata molta discussione. Ci era chiaro che andava contro i nostri valori, in particolare per quanto riguarda le molestie online causate dalle scommesse sportive esordisce, aggiungendo che lo scopo del progetto è permettere agli ospiti di aprirsi senza ingerenze esterne. “E anche per quanto riguarda i giocatori che vediamo nel podcast e che ricevono questo tipo di posta d’odio, sarebbe stato inappropriato. Vogliamo che il podcast sia un luogo in cui possano esprimersi liberamente.

Un tema che da anni rappresenta una criticità seria e in cui, secondo Caroline, non si intravedono passi in avanti.
“Sembra che si stiano facendo pochissimi progressi, anche se va avanti da anni ed è chiaramente identificato. Ho la sensazione che non si stia evolvendo; è ancora lì. Vediamo sempre più giocatori che pubblicano i messaggi che ricevono dopo una sconfitta. L’abbiamo completamente normalizzato, anche se è totalmente anormale. E non cambia nulla” dichiara con amarezza. “Le società di scommesse stanno occupando sempre più spazio nello sport, e posso capirlo; ognuno ha la sua prospettiva. Stiamo parlando di somme di denaro ingenti; alcune persone hanno bisogno di quei soldi”.

Il pensiero è rivolto soprattutto ai giovani che si affacciano sul circuito. “Posso anche capire che ad alcuni piaccia scommettere, che permetta loro di vivere le partite con emozione. Molti lo fanno in modo controllato e lo vivono in modo sano, ma c’è una piccola percentuale di persone che oltrepassa il limite. E questo può essere dannoso. Quando ricevi questi messaggi da dieci anni, questo è un conto, ma devi pensare ai diciassettenni, diciottenni che si affacciano al circuito“.

A pagare un caro prezzo sono anche i parenti e le persone vicine, che non vengono risparmiate dalla furia degli scommettitori. È successo anche al marito di Garcia, Borjan Duran, che collabora al podcast. Non riguarda solo noi, ma anche i nostri cari. Borja ha ricevuto innumerevoli messaggi d’odio all’inizio della nostra relazione, nonostante il suo account fosse privato. Sloane Stephens ci ha raccontato nel podcast che questo ha portato persino a un’indagine della polizia perché qualcuno ha lasciato una lettera a casa dei suoi nonni… Quando ricevi questi messaggi, non sai lo stato d’animo della persona, quanto ha scommesso, quanto ha perso. Ho smesso di leggerli molto tempo fa ed evitavo di controllare le mie richieste di messaggi dopo certe partite. Sono cose che nessuno oserebbe mai dirti in faccia e per le quali potresti sporgere denuncia.