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Andrea Pellegrino: “Sono più maturo, ho imparato ad accettare i miei limiti”

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Classe 1997, pugliese di Bisceglie, località situata nella triade provinciale di Barletta, Andria e Trani. Best Ranking da singolarista raggiunto a settembre del 2025, piazzandosi al centoventiseiesimo posto della classifica ATP. In doppio ha già fatto il proprio ingresso in Top 100 (81° a gennaio di un anno fa) poco prima di prendere parte al suo primo tabellone di specialità in un Major all’Australian Open, oltre ad aver ottenuto l’unico sigillo nel circuito maggiore vincendo in coppia con Vavassori a Santiago nel 2023. La prestigiosa finale nel Challenger 175 di Estoril dello scorso maggio, con affermazioni di livello in serie – Jarry e Vukic – sublimate dal successo più importante della carriera sull’allora n°19 al mondo Felix Auger-Aliassime che da lì a sei mesi avrebbe staccato il pass per le ATP Finals di Torino, il punto più alto dell’Andrea Pellegrino tennista.

La magnifica settimana portoghese – bissata un mese più tardi dal titolo a Perugia – può essere il trampolino di lancio per far sì che Andrea nel 2026 possa finalmente abbattere il muro dei primi 100 e magari sognare anche il primo main-draw in uno Slam. Su questo e su tanto altro, Pellegrino si è sbottonato in una video-intervista concessa a Spazio Tennis.

Ci sono dei periodi in cui sono molto felice ed altri in cui lo sono un po’ meno. Sono un po’ altalenante a livello di umore però penso faccia parte dell’essere persona. Con alti e bassi però mi reputo una persona abbastanza fortunata e soprattutto contenta di quello che fa“, così inizia la chiacchierata con il tennista azzurro che ci fa capire quanto sia complesso e articolato il sottile equilibrio mentale nel quale deve districarsi un giocatore di tennis professionistico.

Il ruolo cruciale della gestione emotiva

Le aspettative me le hanno sempre create gli altri, coloro che erano attorno a me. Io sono sempre stato con i piedi per terra, anche se speri sempre di poter raggiungere una certa classifica, un certo ranking quando sei giovane. Però poi durante il percorso ti rendi conto che non è così facile. Ognuno di noi ha il suo percorso e l’età per maturare. Mi sono goduto il percorso, imparando ad accettare i miei limiti e le difficoltà che si sono nel tennis. Perciò adesso la vivo molto più tranquillamente. Il periodo più buio l’ho affrontato l’anno scorso. Avevo perso un po’ di stimoli, di voglia di giocare, di allenarmi. Mi è anche capitato di chiedermi se stessi facendo la cosa giusta o se stessi facendo la cosa che mi rendesse felice. Però per fortuna è stato solo un breve periodo che poi è passato e sono ritornato ad allenarmi normalmente“.

Un 2025 positivo con un pizzico di rammarico

Il 2025 è stato abbastanza positivo, anche se per come ho iniziato e per come stava andando l’anno durante l’estate mi aspettavo magari qualcosa in più verso fine anno. Forse non ho avuto più tanta voglia di competere, di fare tornei. Quindi mi sono dovuto fermare per quasi due mesi, però è stata una stagione positiva. Una delle migliori che ho fatto nella mia carriera. Tanti risultati buoni, tornei con più continuità. Perciò sono abbastanza soddisfatto“.

Estoril: l’apice inaspettato

L’apice a livello di gioia tennistica penso sia stato la settimana di Estoril. Sono andato lì senza alcuna aspettativa, giocavo le qualificazioni. Venivo da un periodo in cui avevo giocato abbastanza bene al torneo di Napoli, poi però mi ero fatto male. Mi ricordo che fin dal primo giorno che ero lì avevo delle sensazioni molto buone in campo. Ho iniziato con le prime due partite di quali in cui il mio livello era molto alto. Successivamente ogni partita è stata una scoperta, nel senso che dopo aver vinto il primo turno ho affrontato Auger-Aliassime. Sapevo di poter dire la mia ma non mi aspettavo ovviamente di vincere e una volta battuto lui ho iniziato a credere molto di più in me stesso e in quello che avrei potuto fare in quel torneo“.

Il 2026 per raggiungere l’obiettivo di sempre

Quando poi sei grande non è che fai tanti cambiamenti, se non quello di essere più maturo e avere più esperienza nel campo quando giochi le partite o nella gestione che hai della stagione visto che si è allungata rispetto a dieci anni fa. Su tutti questi aspetti che riguardano la parte fuori dal campo sono un’altra persona. Nel 2026 il mio obiettivo è sempre lo stesso, quello di entrare nei Top 100 e spero di poterci riuscire“.