Riedi, stagione finita e terza operazione in 13 mesi. Ma promette: “Australia 2026, questo è l’obiettivo”
Non è ancora il momento di arrendersi per Leandro Riedi. Ma è senza dubbio uno dei periodi più duri della sua giovane carriera. Il 23enne tennista svizzero, attualmente numero 171 del ranking ATP, ha annunciato sui social che la sua stagione è già finita. A costringerlo a fermarsi di nuovo è un problema all’inguine, che lo porterà sotto i ferri per la terza volta in tredici mesi.
Il messaggio, affidato al suo profilo Instagram, è di quelli che raccontano molto più di un bollettino medico:
“Chirurgia all’inguine. Stagione finita. Terzo intervento in 13 mesi.
Fa più male di quanto possa dire, fisicamente e mentalmente.
Mi allontanerò dal rumore dei social media per riconnettermi con me stesso. Rotto? A volte. Finito? Mai. Australia 2026. Questo è l’obiettivo. Questa è la lotta.
Lele”
Un post che è insieme sfogo e dichiarazione d’intenti. Sì, perché Riedi – cresciuto accanto a Dominic Stricker nella generazione d’oro del tennis svizzero post-Federer/Wawrinka – ha sempre saputo che la salita sarebbe stata lunga. Ma in pochi potevano prevedere che sarebbe stata così accidentata.
Talento precoce e un inizio da predestinato
Riedi è stato, fin da junior, uno dei nomi da tenere d’occhio. Numero 6 del mondo a livello giovanile nell’ottobre 2020, vincitore in doppio all’Australian Open junior (in coppia con il rumeno Nicholas David Ionel), e finalista al Roland Garros in singolare, battuto solo dall’amico e connazionale Stricker.
Con quest’ultimo, tra l’altro, vince nel 2021 il primo titolo ITF in doppio (M15 Majadahonda). Quella stessa stagione segna il suo ingresso tra i pro: arriva il primo ITF in singolare (M15 Selva Gardena) e l’esordio nel main draw ATP a Gstaad, torneo di casa.
Nel 2022 inizia a raccogliere risultati anche a livello Challenger: vince in doppio a Tiburon (con Vacherot) e, soprattutto, in singolare a Helsinki (partendo dalle qualificazioni) e ad Andria, chiudendo l’anno al numero 161 ATP.
2023: le prime firme importanti
Il 2023 è l’anno delle prime volte pesanti. A Marsiglia ottiene la prima vittoria nel circuito ATP, battendo Arthur Rinderknech. A marzo debutta in un Masters 1000 a Indian Wells, e a luglio, nella cornice più amichevole della Hopman Cup, firma la sua vittoria più importante in carriera: supera Holger Rune, allora numero 6 del mondo.
Sembrava l’inizio della definitiva consacrazione.
Un 2024 da montagne russe
Il 2024, invece, parte in salita. Fuori dalla top 300 a inizio anno. Cambia approccio, cambia mentalità. E tornano anche i risultati: vince due Challenger consecutivi a Oeiras e Ottignies, battendo in finale a quest’ultimo Borna Coric, allora numero 40 ATP. A fine gennaio è già rientrato in Top 175. Ma il fisico lo tradisce di nuovo. A settembre 2024 si sottopone a un’operazione al ginocchio destro. Non basta. Passano cinque mesi, e arriva un secondo intervento. Eppure, ancora una volta, Riedi reagisce.
L’exploit allo US Open
Tra giugno e settembre 2025 torna finalmente a far parlare di sé sul campo: quarti di finale al Challenger 125 di Ilkley, poi la prima qualificazione in carriera a Wimbledon, anche se l’esperienza sui prati londinesi si ferma al primo turno.
Allo US Open, invece, è tutta un’altra storia. Passa le qualificazioni, supera Pedro Martinez e poi firma un’altra impresa: rimonta due set a Francisco Cerundolo. Approda così agli ottavi di finale di uno Slam per la prima volta in carriera. Lì, però, si arrende nettamente ad Alex de Minaur (6-3 6-2 6-1 il risultato a favore del tennista australiano).
Sembrava l’inizio di una nuova fase. Invece, all’orizzonte, si prospetta una nuova sosta forzata. Operazione all’inguine, stagione finita, e un futuro da riprogrammare. Ancora una volta.