Jasmine Paolini spazza via i dubbi: il suo 2025 è ancora degno di nota
Jasmine Paolini sapeva che le aspettative per il 2025 sarebbero state alle stelle dopo la scorsa stagione. Era arrivata a fari spenti nell’élite del tennis, senza avere gli occhi di tutto il mondo addosso a metterle pressione. Dopo anni di lavoro e fatiche, aveva sorpreso partita dopo partita, torneo dopo torneo. Qualcuno si era lanciato in previsioni circa l’irripetibilità del 2024 di Paolini, una meteora nell’universo tennistico pronta ad esaurirsi allo scoccare dell’anno nuovo.
Eppure in questa annata Jasmine ha dimostrato che niente è avvenuto per caso nella sua carriera. Infatti è lì, a giocarsi la qualificazione alle WTA Finals anche in singolare per la seconda volta consecutiva – in doppio è già certa del posto insieme a Sara Errani, con la prima posizione nella Race. La traiettoria tennistica della giocatrice toscana dimostra che i giudizi universali non esistono. Sulla valutazione di questa stagione pesa eccome il confronto con quella passata, che distorce il reale valore di ciò che la numero 8 del mondo sta ancora una volta facendo.
Il 2024 e la consacrazione su scala mondiale
Il 2024 è senz’altro, allo stato attuale dell’arte, la miglior stagione della carriera di Paolini. Aveva iniziato l’anno da numero 29 del mondo, per concluderlo alla quarta posizione. In mezzo è successo più di quanto fosse lecito attendersi.
L’inizio della svolta risale alla fine di febbraio quando, al termine di una cavalcata trionfale, ha battuto in finale a Dubai Anna Kalinskaya per vincere il primo WTA 1000 della carriera, consacrandosi come la terza italiana della storia a portare a casa un torneo di questa categoria, dopo Flavia Pennetta e Camila Giorgi. È stato così che gli appassionati hanno conosciuto il tennis di Jasmine, insieme al sorriso luminoso di chi coltiva l’entusiasmo del primo giorno.
Sono seguiti poi alcuni risultati dissonanti rispetto al livello raggiunto da Paolini e lo stato di forma che stava attraversando. Uno su tutti l’eliminazione all’esordio agli Internazionali d’Italia per mano di Mayar Sherif. A far propendere per l’incidente di percorso è il risultato ottenuto in doppio insieme a Sara Errani. Le azzurre si sono spinte fino alla finale e, con una prova di carattere non indifferente, hanno sollevato il trofeo davanti al pubblico di casa, battendo al supertiebreak Coco Gauff e Erin Routliffe. In un’edizione in cui Jannik Sinner era assente per l’infortunio all’anca, Lorenzo Musetti non aveva ancora compiuto il salto di qualità e gli altri azzurri erano lontani dalla forma migliore, il trionfo di Sara e Jasmine ha acceso gli entusiasmi.
E tutta quella gioia Paolini l’ha portata con sé a Parigi. Inanellando una serie di vittorie incredibili, tra cui quelle su Elena Rybakina ai quarti e Mirra Andreeva in semifinale, ha raggiunto l’ultimo atto. A fermarla in quel caso è stata Iga Swiatek, la regina del Roland Garros, al terzo titolo consecutivo a Parigi, divenuta uno degli spauracchi di Jasmine, sconfitta per sei consecutive della polacca.
Tuttavia, non si è fatta risucchiare dalla delusione per lo Slam svanito, seppur contro una grande campionessa, e si è rimessa subito in moto. Sull’erba di Wimbledon ha rispedito al mittente ogni insidia fino a conquistarsi la seconda finale in un Major. Back to back. La sconfitta contro Barbora Krejcikova, al secondo Slam dopo il Roland Garros 2021, ha fatto sicuramente più male rispetto a quella con Swiatek, sia per l’avversaria – la ceca è una grande giocatrice, dotata di un tennis completo, ma non era certo reduce dalle migliori stagioni della carriera – sia perché la seconda consecutiva.
La redenzione è arrivata nella capitale francese, in occasione delle Olimpiadi, seppur in doppio. Sui campi presi in prestito al Roland Garros, Errani e Paolini si sono laureate campionesse olimpiche. Si tratta della prima medaglia d’oro della storia della racchetta italiana. Un’impresa senza precedenti.
Pur senza brillare negli ultimi mesi del 2024, Jasmine si è guadagnata la qualificazione alla WTA Finals in singolare e in doppio. A sugellare l’annata luminosa è stata la vittoria in Billie Jean King Cup. E anche il ranking, con la quarta posizione in classifica. La tennista toscana non era più una sorpresa, ma una solida realtà.
La difficile riconferma del 2025: pur senza finali Slam, Jasmine c’è
Alla luce di quanto enunciato, le aspettative per il 2025 non potevano che toccare vette incredibilmente alte. L’underdog è divenuta una delle giocatrici più attese e apprezzate del panorama tennistico. La stagione si è aperta con l’eliminazione al terzo turno dell’Australian Open per mano di Elina Svitolina. Pochi mesi dopo, al Roland Garros la stessa ucraina ha fermato Paolini agli ottavi di finale in una sfida con diverse analogie rispetto all’Australia e tre match point non convertiti.
Prima di arrivare all’estate, però, è doveroso ricordare qualche fatto. Innanzi tutto l‘addio a Renzo Furlan dopo 10 anni di sodalizio. Lui che aveva apportato un contributo decisivo per la crescita di Jasmine. A succedergli è stato Marc Lopez e questo avvicendamento in panchina è sembrato dare nuova linfa a Paolini.
Insieme all’allenatore spagnolo, la toscana ha trionfato agli Internazionali d’Italia in singolare e si è confermata campionessa insieme a Sara Errani. Al Roland Garros, nonostante la sopra ricordata delusione contro Svitolina, Sara e Jasmine hanno messo in bacheca il primo Slam in coppia.
Eppure a Wimbledon qualcosa si è di nuovo rotto nelle certezze della 29enne. L’eliminazione al secondo turno per mano di Kamilla Rahkimova l’ha convinta a cambiare ancora una volta. Ha ringraziato Lopez per il suo lavoro e lo ha salutato definitivamente.
Dopo l’estate è ripartita con Federico Gaio coach ad interim. Sconfitta all’esordio a Montreal in maniera quasi scioccante, si è ripresa subito a Cincinnati, spingendosi fino alla finale, dove Swiatek non le ha lasciato scampo. Sembrava il presagio di un possibile buon risultato nell’ultimo Slam dell’anno, ma contro Marketa Vondrousova non ha potuto fare altro che inchinarsi al terzo turno.
È nelle difficoltà che viene fuori la campionessa. Chiamata a guidare la spedizione azzurra in Billie Jean King Cup, Paolini ha ritrovato se stessa all’interno del gruppo tricolore. Con il sostegno delle sue compagne e della capitana Tathiana Garbin ha dimostrato, se mai ce ne fosse bisogno, che niente è stato un caso. Prima si è vendicata di Elina Svitolina, cogliendo la prima vittoria contro l’ucraina, poi ha sfatato anche il tabù Jessica Pegula per regalare la conferma del titolo all’Italia.
E in Oriente è proprio risorto il sole in Jasmine Paolini. Nel WTA 1000 di Pechino si è piegata solamente a Amanda Anisimova, la giocatrice del momento, al termine di una partita intensa e giocata alla pari. In doppio con Errani ha messo in bacheca il quarto trofeo dell’anno, ribandendo la prima posizione nella Race.
Adesso il capitolo dedicato al 2025 cerca il suo epilogo. Le belle storie non hanno bisogno del lieto fine per definirsi tali. Certo è che un posto alle WTA Finals sarebbe la chiusura del cerchio aperto a inizio 2024 da numero 29 del mondo. Probabilmente la partita contro Swiatek a Wuhan è la migliore prestazione mai offerta da Paolini su un campo da tennis, che le ha regalato la prima vittoria sulla ex numero 1 del mondo.
Saranno mancate le finali Slam, ma l’ulteriore crescita di Jasmine in questa stagione è passata dai trionfi su giocatrici che non era mai riuscita a battere prima. Contro Coco Gauff ha la possibilità di mettere una seria ipoteca per Riyadh, sopravanzando Mirra Andreeva nella Race e aumentando il margine su Elena Rybakina.
I giudizi sono rimandati ancora per qualche settimana. Tuttavia, non lasceremo che il 2024 offuschi quanto di buono Jasmine continua a fare.