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WTA Wuhan: Sabalenka diesel, cresce alla distanza e supera Sramkova

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[1] A. Sabalenka b. R. Sramkova 4-6 6-3 6-1

Lo spavento, poi la lenta risalita, infine la riscossa. Si può riassume così l’esordio al WTA 1000 di Wuhan edizione 2025 della n°1 al mondo Aryna Sabalenka. La bielorussa supera in rimonta Rebecca Sramkova per 4-6 6-3 6-1 in 1h58 minuti di gioco: agli ottavi avrà l’ostacolo Samsonova.

Un inizio di partita, un approccio alla gara che non si conviene alla grande favorita del torneo. Un ingresso fuorigiri che ha spianato la strada al tennis martellante della slovacca, che quando ti si pone davanti funzionando e potendo sprigionare tutta la propria veemenza è un problema di complessa risoluzione. Già nel secondo set, tuttavia, la nativa di Minsk è stata autrice di una crescita gattopardesca che con l’andare dei minuti ha convinto sempre di più fino al raggiungimento del punto più alto alla conclusione di una scalata ascendente ed esponenziale. Rebecca sicuramente autrice di una prestazione molto convincente, per quanto inizialmente aiutata dalle mancanze rivali, ha avuto la pecca di mancare ben 10 delle 12 palle break che si è guadagnata.

Primo Set: Sabalenka è leggermente sotto al suo livello standard, la colpitrice Sramkova è in giornata e ne approfitta

La prima frazione che non ti aspetti: e che qualcosa non quadri perfettamente negli ingranaggi della n°1 mondiale, lo si capisce fin dai primissimi punti. Aryna cede immediatamente la battuta ai vantaggi, perdendo quattro punti consecutivi dal 40-15. Il ruggito della campionessa ripristina insindacabilmente l’equilibrio, ma l’effetto della reazione istintiva si affievolisce all’istante: così facendo la slovacca si riprende il comando delle operazioni.

Rebecca è la classica giocatrice che spacca la palla divinamente, ma non sempre – anzi quasi mai – da eccezionale colpitrice riesce a tramutarsi in tennista temuta dal resto delle colleghe. Ciononostante, se la giornata è di quelle buone e le accelerazioni le stanno più dentro fuori, con il bacino alle righe che diviene un insolito habitué, ecco che può diventare veramente una cliente ostica e pericolosa anche per Sabalenka. Soprattutto se è una versione bielorussa meno chirurgica del solito, che finisce per lasciare troppo spesso l’iniziativa alla rivale, più fallosa e decisamente meno appuntita al servizio. Si spiega così il 6-4 che matura in 35 minuti, con Sramkova capace di difendere sino in fondo il break ottenuto nel terzo gioco lasciando per strada appena un punto nei successivi quattro turni di battuta. Il nastro finale sul set point, favorevole alla ventiseienne di Bratislava è la perfetta istantanea cha riassume quanto fin qui accaduto.

Secondo Set: Sabalenka aumenta il valore del suo tennis e torna a far la voce grossa nei momenti delicati. Conti pareggiati, ma Sramkova rimane in partita

La ventisettenne di Minsk ha bisogno di una scossa, sa che deve alzare il livello se vuole scoraggiare una Rebecca così in palla: l’avvisaglia di un cambiamento nello spartito di gara, la sia ha già nel secondo game quando Aryna si procura la seconda palla break della sua partita. Qualcosa che non succedeva da quattro turni di risposta a questa parte. Sramkova tiene però alta la soglia dell’attenzione col servizio e nega all’avversaria la possibilità di un acuto primordiale nel set che possa invertire le dinamiche del match.

Tuttavia, adesso in campo c’è un’altra Sabalenka: la sua qualità di gioco generale è aumentata. Ora è lei che comanda in ogni situazione, i suoi colpi hanno una consistenza che prima non avevano. I vincenti crescono e con essi anche la fiducia: nel momento in cui la pluricampionessa Slam si procura nuovamente un’opportunità per scappare nel punteggio, non esistono dubbi che possano questa volta frenarla. Che l’incontro abbia modificato i connotati della sfida nella loro sostanza, lo si appura tra terzo e quarto gioco dove la n°1 del seeding vince due games consecutivi ai vantaggi a dimostrazione che il fare sportellate punto a punto ora non la vede più andare sotto.

Nel primo set più si andava in lotta, all’interno proprio dello scambio e più saliva la sensazione che in qualche modo si irrobustisse il tennis slovacco mentre contemporaneamente scemasse lo spessore di quello bielorusso. Adesso invece accade l’esatto opposto, in questa fase è Rebecca a perdere di misura le sbracciate. Le righe benedette sono ormai un lontano ricordo.

Quando però si vive un primo set come quello vissuto dalla due volte vincitrice a Melbourne, la curva che ti fa capitolare ancora una volta nel burrone di mancanze e insicurezze “tennistiche” mostrate sino a qualche minuto prima è perennemente in agguato dietro l’angolo. Per quanto la paziente Sabalenka abbia recepito il farmaco nel migliore dei modi dimostrando di essere in via di guarigione, con tanto di forze riprese quasi a pieno regime, la possibilità di una piccola ricaduta c’è sempre. Ma quando la forza di volontà di rimettersi in sesto è bella tosta, allora accade che si cancellino addirittura 5 chances del contro-break, colpendo a dura prova la consapevolezza rivale, prima di spiccare il volo sul 5-2.

Bisogna comunque riconoscere a Rebecca un’ottima tenuta mentale, non ha avuto il minimo calo dopo l’allungo bielorusso rimanendo in partita prima di tutto di testa pur avendo sciupato 6 break point in due turni di risposta consecutivi. E questa capacità di azzerare ogni volta ciò che si verifica nel bene e nel male, rimettendo prontamente il focus sull’attualità invece che rimuginare su quello che poteva essere, lo palesa compiutamente nell’ottavo gioco tenendo il servizio a zero in un turno delicato (perdendolo avrebbe perso il set) subito dopo il game delle occasione sprecate. È però un prolungare invano quello della n°68 WTA, Sabalenka non regala altri saldi: a quindici chiude per il 6-3 49 minuti.

Terzo Set: lo scirocco diventa tramontana e Aryna vola agli ottavi

Pian piano con l’andare dell’incontro, il servizio bielorusso cresce sempre più di colpi ritornando al suo abituale apporto. Ciò che segue nel terzo atto è quello che ci aspettava succedesse in avvio di gara, Aryna fa subito la voce grosso facendo capire che oggi non trippa per gatti. Break subitaneo ad aprire la frazione e poi controllo sistematico dove si gestisce senza necessità di alzare i ritmi ma senza altresì rischiare mai realmente.

Rebecca però non ne vuole sapere di farsi scrollare di dosso, è sempre viva in ogni singolo game: in due dei primi quattro arriva a trenta. Vuole giocarsi le sue carte sino in fondo, anche riconoscendo che il vento sia cambiato: quando però dallo scirocco si palla alla tramontana, anche Sramkova deve cedere i galloni della combattente. Arriva il doppio break (4-1) e con esso la fine del match L’ultimissimo sussulto del confronto sono state le quattro palle break non concretizzate – le ennesime della sua partita – dalla slovacca nel sesto gioco al termine di un game infinito da 16 punti.