I top player scrivono ancora agli Slam: “Il tennis ha bisogno di una serie di riforme”
Secondo quanto riportato da Charlie Eccleshare di The Athletic un gruppo di importanti tennisti e tenniste ha inviato e firmato una seconda serie di lettere ai tornei del Grande Slam, con lo scopo di richiedere un’importante ed effettiva riforma del tennis.
La lettera è stata inviata agli organizzatori dei quattro tornei dello Slam il 30 luglio ma è stata resa pubblica solamente ora: risultano tra i firmatari quasi tutti i migliori giocatori del mondo, tra cui Aryna Sabalenka, Coco Gauff, Iga Swiatek, Carlos Alcaraz e Jannik Sinner. Novak Djokovic, invece, è stato l’unico firmatario della prima lettera (inviata il 21 marzo), a non aver partecipato a questa seconda comunicazione.
La prima lettera includeva i primi 10 giocatori del mondo sia a livello femminile che maschile, ad eccezione dell’ex campionessa di Wimbledon Elena Rybakina, sostituita dalla numero 11 WTA dell’epoca, Mirra Andreeva. La seconda lettera comprende – a proposito di top ten – anche Jack Draper, Lorenzo Musetti, Ben Shelton, Frances Tiafoe e Amanda Anisimova. L’obiettivo del gruppo di firmatari è evidentemente quello di rappresentare gli interessi dei giocatori a tutti i livelli.
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La lettera più recente – come ci racconta The Athletic – ribadisce la volontà dei giocatori di ottenere una serie di riforme in tre aree principali da parte degli Slam:
- Contribuire al welfare dei giocatori e ad un apposito fondo per migliorare pensioni, assistenza sanitaria e maternità. (L’ATP e la WTA già effettuano contributi annuali.)
- Un aumento dei prize money dei tornei corrispondente all’aumento delle entrate degli stessi, con un incremento dal 16% attuale al 22% entro il 2030, in linea con gli eventi combined (e più vicino alle leghe come NFL, MLB e NBA, dove i giocatori ricevono circa il 50% delle entrate, come ricordato da Djokovic e altri giocatori).
- Maggiore consultazione e rappresentanza dei giocatori, con la creazione di un Consiglio dei Giocatori del Grande Slam, che dovrebbe essere consultato su decisioni come l’estensione dei tornei a 15 giorni (come avvenuto all’Australian Open e agli US Open negli ultimi anni).
Jessica Pegula, attuale numero 7 del ranking WTA, si era ad esempio dichiarata contraria agli slam di quindici giorni: “Lo scopo è semplicemente quello di vendere i biglietti per un giorno fin più, ma non penso che la maggior parte dei giocatori abbia apprezzato questo tipo di decisione”
Un rappresentante dell’Australian Open ha però affermato che sia i giocatori che i rappresentanti del circuito erano stati consultati sullo spostamento dell’inizio del torneo alla domenica e che tutti i ricavi dei biglietti della prima domenica dell’evento sono stati destinati ai giocatori.
Questa seconda serie di lettere, in ogni caso, è sintomatica del malcontento dei giocatori, che quest’anno hanno assunto l’ex CEO della WTA Larry Scott per fare da lobbista presso i tornei del Grande Slam. I firmatari hanno partecipato ad incontri separati con gli Slam al Roland Garros (presenti Sinner, Sabalenka e Gauff) e poi a Wimbledon. Scott era presente a entrambi, affiancato dai rappresentanti dei tennisti e degli agenti a Wimbledon.
I colloqui sono stati definiti come “produttivi”: i giocatori hanno presentato le loro richieste a Parigi e hanno ricevuto le risposte degli Slam a Londra. La posizione degli Slam rispecchia quella espressa nella risposta a una lettera inviata da ATP e WTA il 16 marzo, in cui le due organizzazioni delineavano la loro visione su come riformare il tennis.
Gli organizzatori degli Slam, nella risposta inviata pochi giorni dopo, spiegavano che la loro idea per risolvere i problemi del tennis consisteva in un calendario più snello, caratterizzato da tornei d’élite, per attirare più tifosi e sponsor, incrementando di conseguenza gli introiti. Proponevano, nel dettaglio, una trentina di eventi: singolari maschili e femminili nei quattro Slam, più 10 eventi aggiuntivi per ciascun circuito. Questa proposta avrebbe formato il cosiddetto “Premium Tour”, presentato ad ATP e WTA nel 2024, ma che non è mai andato oltre alle tipiche discussioni preliminari.
La prima lettera dei giocatori era stata inviata proprio nel corso di quel periodo turbolento, appena tre giorni dopo che l’Associazione dei Giocatori Professionisti (PTPA) – co-fondata da Djokovic nel 2021 – aveva di fatto intentato una causa nei confronti di WTA e ATP.
Dopo i colloqui a Parigi e Londra, i giocatori hanno inviato la seconda serie di lettere agli Slam, ribadendo la richiesta di riforme e sottolineando che anche se gli Slam credono nel Premium Tour, questo non esclude l’ascolto delle istanze immediate dei giocatori.
Nel corso del mese di agosto il dialogo è proseguito e gli Slam hanno risposto. In una lettera datata 18 agosto – firmata da Brian Vahaly e Stacey Allaster, rispettivamente co-CEO ad interim e direttrice del torneo della USTA – si legge: “La USTA deve bilanciare i propri obblighi verso i giocatori professionisti con la sua responsabilità principale di promuovere la crescita del tennis”.
Riguardo ai paragoni tra il tennis e gli sport in cui i giocatori ricevono una fetta maggiore delle entrate, hanno aggiunto: “La USTA è molto diversa da leghe e organizzatori di eventi a scopo di lucro, sia nel tennis che in altri sport, i quali non hanno le stesse responsabilità legate alla crescita dello sport. Le nostre decisioni riflettono spesso queste differenze”.
Hanno anche sottolineato l’aumento del montepremi degli US Open 2025, annunciato il 6 agosto, una settimana dopo le lettere dei giocatori. Il montepremi di 90 milioni di dollari rappresenta un aumento del 21% rispetto all’anno precedente, con incrementi a doppia cifra per ogni turno di ogni competizione, inclusi il singolare, il doppio e ill torneo in carrozzina.
Per spiegare l’introduzione della domenica – novità dello US Open 2025 e, come abbiamo raccontato in precedenza, contestata da Pegula – Vahaly e Allaster hanno aggiunto: “Siamo sempre stati disposti ad aumentare il prize money per i giocatori – come dimostrato dalla crescita del 57% del montepremi negli ultimi cinque anni – specialmente quando una maggiore collaborazione da parte dei giocatori aiuta a generare ulteriori entrate. L’aumento a 90 milioni riflette, ad esempio, l’aggiunta di un giorno in più nel tabellone principale”.
Nonostante il tono diplomatico, una fonte coinvolta nella discussione – che ha parlato in anonimato proprio a The Athletic – ha riferito che i giocatori sono rimasti delusi dalla risposta degli Slam, ritenendo che le loro preoccupazioni non siano state affrontate direttamente. Il manager di uno dei tennisti ha dichiarato: “I giocatori sono uniti nel voler assicurarsi di avere una voce reale nelle decisioni che li riguardano”.
Tutti e quattro gli Slam sono stati contattati da Eccleshare per un commento. Un portavoce dell’All England Club ha dichiarato: “Siamo sempre aperti a discussioni costruttive per ottenere il miglior risultato possibile per il futuro del nostro sport e a beneficio dei giocatori e dei fan. Siamo in regolare dialogo con i giocatori e i loro rappresentanti per ascoltare il loro feedback, e queste conversazioni continueranno”.
In merito ai premi in denaro, inoltre, dall’All England Club fanno notare che negli ultimi dieci anni il montepremi di Wimbledon è raddoppiato, con un aumento del 128% per il primo turno e del 309% per le qualificazioni.
Il tema principale, però, è decisamente un altro: la sensazione diffusa nel mondo del tennis è che la presenza di sette organismi di governo renda qualunque cambiamento significativo estremamente complicato. Giocatori e Slam si ritrovano, al momento, nel più classico dei “punti morti” e non hanno in programma ulteriori incontri formali. Il prossimo evento chiave sarà l’annuncio del montepremi dell’Australian Open 2026, previsto entro fine anno. Il montepremi del 2025 è stato aumentato di quasi il 12% rispetto al 2024. Qualunque sia la decisione sull’Australian Open – conclude Eccleshare di The Athleitic – è probabile che nel primo Slam del prossimo anno ci sarà grande interesse per ciò che accade fuori dal campo.