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Paradosso Musetti: n.7 ATP ma…(eterno?) perdente

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Non è mica una tragedia. Lorenzo Musetti è entrato a piè pari in top 10, ha raggiunto semifinali Slam, ha portato all’Italia una medaglia alle Olimpiadi, ha ottenuto altri ottimi piazzamenti ed è in piena lizza per qualificarsi alle Nitto ATP Finals di Torino. Ma c’è un ‘ma’. Nelle finali ATP ultimamente sta facendo fatica. Dopo i primi due successi risalenti ad Amburgo e Napoli 2022, da giugno 2024 il 23enne di Carrara ha perso cinque volte consecutive in un ultimo atto del circuito maggiore (e ci sono anche due finali Challenger 175, sempre perse).

Se le finali del Queen’s e di Chengdu della passata stagione e di Montecarlo 2025 si sono concluse senza enormi problemi a favore degli avversari – rispettivamente Tommy Paul, Juncheng Shang e Carlos Alcaraz, che ha perso il primo set, ma poi ha dilagato contro un ‘Muso’ acciaccato -, non si può dire lo stesso dell’ultimo atto di Umago 2024 e di quello recentissimo di Chengdu. Nel 250 croato l’attuale numero 9 ATP era andato a servire per il match e, dopo essersi fatto recuperare, non è riuscito a capitalizzare un vantaggio di 3-1 nel tie-break decisivo. Contro Alejandro Tabilo, nel 250 cinese, è andata pure peggio. Doppio match point non trasformato per Lorenzo – nel primo è stato bravo l’avversario, nel secondo poteva fare di più -, che non ha poi sfruttato il 4-1 in suo favore nel tie-break del terzo set.

Resta quindi l’amaro in bocca a Musetti, che non intasca un titolo del circuito maggiore dal 2022. Nella storia del tennis, però, ci sono già stati casi molto simili e anche ben peggiori di quello di Lorenzo per quanto riguarda le finali perse consecutivamente. L’allievo di Simone Tartarini, di cui troppo spesso si critica l’operato a torto (ha portato Musetti al n.6 del mondo, e in campo sul match point di certo non è lui a poter fare la differenza), si sbloccherà di certo. Ha 23 anni, è oramai diventato un giocatore d’élite e questa trafila sfortunata è solo una spiacevole e fortuita concatenazione di eventi che non gli hanno sorriso. Anche Andy Murray e Ivan Lendl, leggende di questo sport, vennero bollati come “perdenti di lusso” dopo aver perso le prime finali Slam. E si sono presi la rivincita con gli interessi.

Musetti ha tutto il tempo per rifarsi da questo punto di vista, per tornare a vincere e alzare un trofeo. Questo piccolo complesso non deve oscurare i grandi risultati, dalla top 10 alle semifinali Slam. Per cui molti baratterebbero volentieri qualche vittoria 250. Lorenzo deve solo sbloccarsi, e da allora un trofeo tirerà l’altro. Non possono avere questa serenità, per ovvi motivi, molti altri tennisti già ritirati e con un qualche record negativo nelle finali del circuito maggiore. Andiamo a scoprire chi sono questi personaggi.

Il record di Benneteau e i tabù sfatati

Se un appassionato di tennis sente parlare di finali perse una dietro l’altra, non può non venirgli in mente Julien Benneteau. L’ex numero 25 al mondo francese, capace di raggiungere i quarti di finale al Roland Garros 2006, ha chiuso la carriera senza titoli in singolare e avendo perso ben 10 volte all’ultimo atto di un torneo ATP.

A quota nove insuccessi filati al match decisivo di un evento del tour figurano invece Kei Nishikori, Cedric Pioline e Pat Dupre. Il nipponico è stato numero 4 in classifica e ha raggiunto la finale allo US Open 2014; ma tra il 2016 e il 2018 è stato protagonista di una serie consecutiva di 9 finali perse. Lo stesso è capitato al francese (secondo classificato allo US Open 1993 e a Wimbledon 1997, oltre che ex quinto tennista mondiale) e allo statunitense (semifinalista ai Championships 1979 ed ex numero 14 ATP). Entrambi, però, persero le prime 9 finali in carriera, salvo poi sfatare questo tabù alla decima.

Scendendo, Felix Auger-Aliassime (ex numero 6 del ranking e due volte semifinalista allo US Open: 2021 e 2025) e Francesca Schiavone sono usciti con la coppa di secondi classificati dalle loro prime 8 finali. Entrambi si sono sbloccati alla nona e per quanto riguarda l’azzurra, quarta giocatrice WTA nel 2011 e vincitrice del Roland Garros 2010, il torneo in questione è quello di Bad Gastein nel 2007.

Il mistero di Denton e il tramonto di Sampras

Restando tra le mura di casa, Silvia Farina non è riuscita a sigillare con il trofeo più importante i primi 7 tornei in cui ha giocato la finale. La città di Strasburgo ha poi salvato l’ex 11esima tennista in classifica dal digiuno di titoli, dato che dal primo, vinto nel 2001, l’italiana (capace di issarsi sino ai quarti a Wimbledon 2003) ha poi intascato anche le due edizioni successive. Tornando indietro di un quarto di secolo, pure il tedesco Karl Meiler (ex numero 20 al mondo e semifinalista all’Australian Open 1973) verso la metà degli anni Settanta è uscito sconfitto da 7 ultimi atti consecutivi.

Continuando, Lawson Duncan, Pierre Barthes e Steve Denton non sono mai riusciti a vincere un torneo del circuito maggiore. Per loro, 6 sconfitte filate all’ultimo atto. Denton, finalista all’Australian Open 1981 e ’82, rimane tutt’ora il tennista con la classifica più alta (12) a non aver mai agguantato un titolo. La dinamica si è ripetuta anche con Adrian Mannarino e Xavier Malisse. Questi due, però, alla settima occasione sono riusciti a mettere la firma sul loro primo torneo. Anche Jarkko Nieminen a un certo punto della sua carriera è uscito sconfitto per 6 volte consecutive da una finale ATP. Così come la leggenda Pete Sampras, che prima di agguantare il suo ultimo titolo allo US Open 2002 è stato battuto in sei ultimi atti filati, tra cui due sempre a New York.

Non solo Musetti: i casi Nadal, Wawrinka e sorelle Williams

Ed eccoci arrivati alla soglia ‘musettiana’: 5 finali perse una dietro l’altra. Patrice Dominguez, Martin Damm, Allan Stone, Daniel Vacek e Filip Krajinovic si sono ritirati senza aver mai messo in archivio un titolo, e venendo superati in tutti e 5 gli ultimi atti giocati. Anche Andrea Gaudenzi, attuale Presidente dell’ATP, si è trovato senza sigilli dopo le prime 5 finali disputate. Alla sesta, però, l’italiano ha rimediato. Discorso inverso per Olivier Rochus, che è stato sconfitto nelle ultime 5 finali della sua carriera.

Anche Tomas Smid a inizio anni Ottanta ha perso 5 volte filate nella partita che valeva il titolo. Dinamica che si è ripresentata con Stan Wawrinka dal 2007 al 2010 e, ora come ora, l’elvetico è anche reduce da 4 sconfitte nelle ultime 4 finali ATP disputate. Per non parlare di Serena Williams. La statunitense, prima di conquistare l’ultimo alloro a Auckland nel 2020, ha dovuto deporre le armi in cinque ultimi atti consecutivi, di cui 2 Wimbledon e 2 US Open.

Michiel Schapers, Raemon Sluiter, Potito Starace, Harald Elschenbroich, Jimmy Brown, Olivier Delaitre e Aljaz Bedene, tra gli altri, hanno messo la parola ‘fine’ alla loro carriera tennistica avendo perso 4 finali su 4. Al momento, si trovano nella stessa situazione Alejandro Davidovich Fokina e Pierre-Hugues Herbert. Loro sono però ancora in tempo (specialmente lo spagnolo) per mettere una toppa.

Anche Todd Martin a un certo punto della sua carriera ha perso 4 ultimi atti filati. Così come Flavia Pennetta, dal 2006 al 2007, e Roberta Vinci, tra il 2014 e il 2015, dopo che ne aveva vinti 7 uno dietro l’altro. Ma non solo. È capitato anche a Maria Sharapova tra il 2010 e il 2011 e pure a Venus Williams, che è stata battuta nelle sue ultime 4 finali, tra cui una a Wimbledon e un’altra all’Australian Open. Infine, scomodiamo pure Rafael Nadal. Wimbledon, US Open e Tokyo 2011, Australian Open 2012. Tutte finali perse. E in quelle dello Slam il maiorchino è stato giustiziato sempre dallo stesso tennista: Novak Djokovic.