ATP Chengdu: chi è Alejandro Tabilo, l’avversario di Musetti in finale
Lorenzo Musetti vanta una semifinale a Wimbledon nel 2024, una al Roland Garros e i quarti allo US Open quest’anno, un best ranking come numero 6 del mondo, giusto per citare alcuni dei risultati più immediatamente comprensibili al grande pubblico. La sua bacheca, tuttavia, è ancora piuttosto povera di coppe da vincitore: Amburgo e Napoli i due tornei ATP finora vinti, entrambi nel 2022.
Quest’anno c’è stata anche la finale a Monte Carlo contro Alcaraz e altre cinque (due a livello Challenger 175) la passata stagione. Martedì alle 13 ora italiana, Lorenzo tenterà di spezzare questa sorta di incantesimo al Chengdu Open, torneo “250” dove nel frattempo ha difeso la finale di un anno fa, risultato che gli ha permesso di scavalcare De Minaur nella Race. Se nel 2024 fu Juncheng Shang a negargli il trofeo, questa volta all’atto conclusivo è atteso da Alejandro Tabilo, attualmente n. 112 ATP.
Cileno nato a Toronto nel 1997, Tabilo è un mancino di 188 cm cresciuto avendo Rafa Nadal come idolo. La smorzata è il suo colpo preferito e la terra battuta la superficie prediletta, ma ha alzato i suoi due titoli ATP sul cemento di Auckland e sull’erba di Maiorca, nel 2024. E proprio la passata stagione è stata finora la migliore di Alejandro detto Jano: oltre alla finale nel torneo di casa (Santiago) e alla semifinale agli Internazionali d’Italia battendo tra gli altri Novak Djokovic, in luglio ha raggiunto la 19^ posizione in classifica, tutt’ora il suo picco. In virtù di queste prestazioni, si era guadagnato la chiamata in Laver Cup e la candidatura come Giocatore più migliorato agli ATP Awards, premio andato poi a Mpetshi Perricard.
Tabilo ha esordito nel circuito maggiore guadagnandosi il tabellone principale dell’Australian Open 2020 partendo dalle qualificazioni; superato il primo turno, era stato fermato da John Isner, ma intanto era entrato fra i primi 200 del ranking. Da lì all’ingresso in top 100 il passo è lungo e soprattutto tutt’altro che scontato. Jano ce la fa due anni dopo, nel febbraio 2022, grazie alla semifinale a Santiago.
Perderà parecchie posizioni durante la stagione successiva rischiando addirittura di tornare fuori dai 200, ma la chiuderà al n. 86 con qualche ottimo risultato nei Challenger sudamericani. Vince l’ultimo di questi, a Brasilia partendo dalla qualificazioni, e da lì prende lo slancio per ricominciare con il citato trofeo di Auckland che dà il via al suo 2024 da ricordare: ci sarà anche stata la off season in mezzo, ma sono 13 vittorie di fila.
Quando mancano meno di due mesi alla conclusione di questa stagione, Tabilo non è andato neppure vicino a confermarsi ad alti livelli. Si è messo di traverso anche un edema ossea al polso che lo ha costretto a rimanere fuori da Madrid e Roma, impossibilitato a difendere 585 punti (oltre alla semifinale italiana, c’era la vittoria ad Aix-en-Provence. Peraltro, subito dopo essersi tolto la soddisfazione di battere nuovamente Djokovic, a Monte Carlo, facendo segnare un bel 2-0 negli scontri diretti: una cosa da scrivere sul biglietto da visita.
A Chengdu era arrivato con 5 vittorie e 13 sconfitte a livello ATP (8-3 nei Challenger), ma nel torneo cinese pare essersi ritrovato. Superate le qualificazioni, ha sconfitto Thompson al primo turno, poi il numero 2 del seeding Luciano Darderi, certo non un amante dei campi duri, ma in miglioramento sulla superficie e in grande fiducia fresco di best ranking al n. 30. Le vittorie su O’Connell ai quarti e soprattutto sull’ostico Brandon Nakashima in semifinale lo hanno proiettato alla finale con Lorenzo Musetti. C’è un solo precedente fra i due, nel 2021 sulla terra battuta del Challenger di Adalia (forse tennisticamente più nota come Antalya), che non ci racconta tanto dal punto di vista tecnico considerando quanto sono cresciuti entrambi da allora, ma il 6-2 6-0 a favore dell’azzurro sembra un buon punto di partenza.