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Laver Cup, Alcaraz: “Adoro questa competizione”. Zverev: “La schiena sta meglio”

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Torna a vincere la Laver Cup il Team World con il punteggio di 15-9 dopo la sconfitta di Berlino dello scorso anno. Nulla da fare per il Team Europe capitano da Yannick Noah e con Tim Henman come vice, che però resta la rappresentativa con più successi totali grazie a 5 vittorie sebbene ci sia da dire che il Team World ha vinto con quest’anno per la terza volta in quattro edizioni, diminuendo di gran lunga il vantaggio accumulato dalla squadra europea.

D. Grande prestazione e un tennis incredibile negli ultimi tre giorni. Yannick, vuoi condividere con noi le tue riflessioni sull’evento?
YANNICK NOAH:
 “Beh, è stata una settimana meravigliosa, splendida. Un’esperienza fantastica per me, personalmente. Ho avuto modo di incontrare persone straordinarie e ho potuto competere. Ovviamente volevamo vincere, ma abbiamo perso contro una squadra migliore. Hanno giocato benissimo e soprattutto credo che abbiamo rappresentato la Laver Cup nel miglior modo possibile. È stato un livello di tennis davvero altissimo. Non vedo l’ora che arrivi il prossimo anno e avrò un anno per diventare un Capitano migliore“.

D. Questa domanda è per Carlos. Vieni da una periodo incredibile, Cincinnati e US Open vinti. Raccontaci di questa esperienza di poter passare una settimana con ragazzi a cui sei vicino e di essere in squadra con loro sul campo ogni giorno.
CARLOS ALCARAZ: “Questo è il primo motivo per cui amo la Laver Cup, perché ho la possibilità di fare squadra con giocatori contro i quali, durante l’anno, mi trovo a lottare. Quando ci vediamo durante i tornei, siamo ognuno per conto nostro, diciamo, con il nostro team, quindi non abbiamo modo di conoscerci davvero. Qui invece posso conoscerli come persone fuori dal campo ed è fantastico. Imparo da loro come fanno le cose, come affrontano le partite, tutto. Sai, essere lì anche per sostenerli credo che sia qualcosa di speciale. Come dico sempre, amo gli eventi a squadre e i tornei a squadre. Credo che si viva un’energia a cui non siamo abituati durante l’anno, e per me è una grande esperienza. Ecco perché amo la Laver Cup”.

D. Per uno dei due capitani: è la prima volta che fate questa esperienza. C’è qualcosa che avete imparato lungo il percorso e che pensate di poter mettere in pratica il prossimo anno?
YANNICK NOAH: “Penso davvero che alcuni di questi ragazzi abbiano un futuro nel tennis – risponde sorridendo -. Soprattutto, ancora una volta, è stato come incontrarli per la prima volta. La maggior parte di loro non li avevo mai conosciuti, li vedevo in TV. È stato fantastico condividere del tempo di qualità con Tim, è un giocatore molto più giovane di me ed è bellissimo perché in realtà lo abbiamo fatto insieme: lo chiamano Capitano, ma in realtà siamo entrambi Capitani. È stato bello non solo stare con lui professionalmente. Amiamo il tennis e poter condividere questo con lui è stato molto divertente e gratificante. Ho imparato molto, perché guardare le partite in TV è una cosa, ma stare vicino a loro e vedere come si preparano, com’è il loro approccio… sono davvero molto professionali. Prima delle partite, il modo in cui arrivano, alcuni con il loro team. Ho avuto modo di conoscere la maggior parte di loro, non è come ai miei tempi in Coppa Davis. Ora parliamo di giocatori di altissimo livello e naturalmente quando hai l’opportunità e la fortuna di stare vicino a questi ragazzi e vedere come vivono davvero, è meraviglioso“.

D. Carlos, hai giocato il tuo singolare ieri sera. Come ti sei preparato mentalmente e fisicamente sapendo che oggi avresti dovuto giocare due partite? Se fosse finita in parità, saresti stato pronto a giocare anche un terzo match di doppio?
CARLOS ALCARAZ: “La scorsa notte è stata dura. È stata una notte e una giornata difficile con le sconfitte, normalmente quando perdi in un torneo sei fuori. Qui, invece, se perdi hai un’altra possibilità per migliorare. Hai un’altra occasione per aiutare la squadra con i punti. Credo che questo valga ancora di più qui alla Laver Cup. Nell’ultimo giorno le partite valgono tre punti, quindi dovevo essere pronto e dovevo dimenticare la sconfitta di ieri sera. Prendere tutto ciò che ho fatto bene in quel match, cercare di riproporlo, e correggere ciò che non è andato per essere migliore. Penso di essere riuscito a tornare in campo e a giocare un gran tennis oggi, sia in doppio che in singolare. Se fosse stato in parità, ero pronto. Ci sarebbe stata una discussione con la squadra su chi avrebbe giocato il doppio, ma se ci fosse stato bisogno, ero lì, pronto a giocare“.

D. Sascha, congratulazioni per l’impegno. È stata una sconfitta dura, ma potresti parlarci della tua schiena e anche di cosa rende Taylor un giocatore e un avversario così forte?
ALEXANDER ZVEREV: “Taylor ha un livello di gioco altissimo. Quando è in giornata…è davvero in giornata, capisci? Può far male a chiunque. Può competere con chiunque quindi è sicuramente un avversario difficile. Oggi ho dato il massimo. Sono stato vicino a vincere il secondo set e poi il tie-break con la squadra che mi sosteneva. Mi piacevano le mie possibilità, ma purtroppo non era destino“.

D. Come sta la tua schiena?
ALEXANDER ZVEREV: “Sì, insomma, dopo lo US Open non ho giocato per due settimane. Non ho fatto nulla per due settimane. Ho fatto due iniezioni. Per ora sta reggendo, spero continui ad andare bene”.

D. Una domanda generale per i giocatori. Voi avete le vostre squadre tutto l’anno, ma passare una settimana con Yannick e Tim e anche con questi compagni… mi chiedevo se avere questa nuova voce vi ha lasciato qualcosa che pensate possa aiutarvi per il resto della stagione. Magari il beneficio di una voce fresca?
CASPER RUUD: “Yannick appartiene a una generazione della storia del tennis, Tim ad un’altra. Poi noi sette siamo di una generazione ancora più giovane. Quindi, da Jakub che era il più giovane fino a Yannick, ti ritrovi con 16 occhi diversi che guardano il tuo gioco per un intero weekend. Penso che sia molto interessante. Mi è piaciuto molto guardare anche dalla panchina perché non capita spesso di farlo nei tornei. Ho cercato di imparare sia dagli avversari che dai miei compagni di squadra. Penso che Yannick abbia portato spunti divertenti. Abbiamo anche una sua frase appesa nello spogliatoio, in cui dice che “La felicità è la chiave principale del successo” e “Qualunque cosa tu faccia, falla con felicità.” È proprio in quei momenti che giochi il tuo miglior tennis e credo che sia qualcosa a cui tutti dovremmo pensare quando partiremo per l’Asia nelle prossime settimane“.