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Laver Cup, Alcaraz: “La sconfitta con Fritz? Condizioni difficili, ho bisogno di più tempo per allenarmi”

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Tra le sorprese più clamorose della seconda giornata della Laver Cup in quel di San Francisco, spicca la netta sconfitta di Carlos Alcaraz, regolato in due set – 6-3 6-2 – da Taylor Fritz sotto gli occhi di Roger Federer e della stella NBA Steph Curry. Il numero 1 del mondo paga caro un K.O. che interrompe la sua striscia positiva stagionale. Ecco le sue dichiarazioni in conferenza stampa post-match.

D: Carlos, non è andata come speravi. Vuoi parlarci un po’ del match?
Carlos Alcaraz: “Beh, sì, non è stata la partita che mi aspettavo. Però, sai, devo anche dare merito a lui: ha giocato davvero un gran tennis. Io non sono stato solido come avrei voluto, e penso che con queste condizioni – è piuttosto lento, le palline sono molto grandi – serviva pazienza e solidità. E oggi non ho giocato così. Ho parlato con Taylor, ha fatto un gran match, è stato molto solido, aggressivo quando poteva. Penso che tutto sia andato dalla sua parte, quindi devo solo congratularmi con lui: ha giocato meglio di me“.

D: Partita dura. Taylor ha detto di essere particolarmente orgoglioso di aver mantenuto un gioco aggressivo. Lo hai percepito anche tu, che stava davvero colpendo forte?
Carlos Alcaraz: “Sì, ho sentito che era più presente in campo di me. Penso che i primi colpi dello scambio fossero davvero importanti, e lui li ha gestiti molto meglio di me. Quello, secondo me, è stato il punto chiave, perché con queste condizioni i primi colpi fanno davvero la differenza. Quando ti trovi in difesa, quando corri tanto in campo, è difficile ribaltare la situazione. Passare dalla difesa all’attacco in queste condizioni lente è davvero complicato. Come ha detto Taylor, lui è stato più aggressivo. Ha fatto meglio i primi colpi e io correvo molto di più di lui. Questa è stata la chiave della partita.

D: Hai menzionato le condizioni lente. Come hanno influenzato la tua strategia di gioco? Se potessi tornare indietro, c’è qualcosa che avresti cambiato o che non sei riuscito a eseguire bene?Carlos Alcaraz: “Beh, con condizioni come queste, serve più tempo in campo. Ok, ho giocato in doppio ieri sera, ma è completamente diverso dal singolare. Bisogna vedere tutto, anticipare. E oggi non vedevo bene la palla, diciamo così. Spesso mi sentivo troppo lontano dalla palla, non ero nella posizione giusta, e questo a volte è frustrante. Penso di aver bisogno di più tempo in campo, più allenamento, più tutto per essere al livello giusto. Servono più set, più punti, più scambi. C’è solo un campo a disposizione, quindi è difficile per entrambe le squadre trovare il tempo per allenarsi come si vorrebbe prima delle partite. Non è una scusa, ma credo che avrei avuto bisogno di più tempo per adattare il mio gioco a queste condizioni”.

D: Come ti sentivi entrando in campo oggi? Avevi la sensazione di non esserti allenato abbastanza? In generale, come ti sei sentito?
Carlos Alcaraz: “Prima di un torneo, prima della prima partita, è importante allenarsi, giocare set, fare punti. Qui, come ho detto, c’è solo un campo per entrambe le squadre, siamo in sette per team, e io mi sono allenato appena un’ora al giorno, il che non è ciò a cui sono abituato. Sono abituato a passare molto più tempo in campo, arrivare alla prima partita con tante ore sulla racchetta. E le condizioni qui sono molto diverse rispetto a quelle del tour, quindi mi sarebbe piaciuto avere più tempo per giocare in singolare. Ho giocato in doppio, ma non è la stessa cosa. Preferisco avere più tempo in campo a giocare singolare prima di affrontare il primo match.

D: Ora che sei il numero 1 del mondo, senti più responsabilità quando giochi per la squadra? È diverso rispetto all’anno scorso con Rafa ancora presente?
Carlos Alcaraz: “Onestamente, no. Oggi sentivo di dover vincere il punto per come stava andando la giornata – dopo due sconfitte, sentivo che dovevo vincere. Quindi c’era un po’ di pressione extra per quello, ma non perché sono il numero 1. La classifica è solo un numero. Non dovrebbe metterti addosso la pressione di dover vincere tutto. Ok, sono lì, ma devo continuare a fare le stesse cose di prima. Ma sì, con le due sconfitte precedenti, ho sentito un po’ più di pressione”.

D: Non molti giocatori riescono a dettare il gioco contro di te. Oggi Taylor è venuto a rete 20 volte. Cosa gli ha permesso di farlo così bene, soprattutto considerando che di solito rispondi bene?
Carlos Alcaraz: “Venire a rete? Come ho detto, è stato molto aggressivo e ha avuto tante occasioni per farlo. Ho migliorato molto nei colpi di passante, ma a volte è complicato – dipende molto dalla tua posizione in campo. Taylor ha preso ottime decisioni nel rimanere aggressivo e cercare la rete. Ha capito che era una buona strategia. Io non ci sono riuscito, ma in generale, giocare in modo aggressivo è stata la chiave del suo successo oggi”.

D: Dopo lo US Open, quanto tempo ti sei preso senza toccare la racchetta? Quando hai iniziato a riprendere?
Carlos Alcaraz: “Mi sono preso quattro giorni. Quattro giorni senza toccare la racchetta. Poi ho iniziato piano piano a tornare, a sentire di nuovo la palla. È stato abbastanza? Non lo so. Uno di quei giorni è stato subito dopo la finale, tra interviste, foto e viaggi. E per me, quando viaggi tanto, non è davvero un giorno libero. Quindi sì, sono stati quattro giorni”.