Rybakina: “Sanguinetti? Non sempre ciò che viene scritto corrisponde alla verità”
Quando mancano meno di due mesi alla fine della stagione, Elena Rybakina ha messo in bacheca un solo trofeo, il WTA 250 di Strasburgo in maggio, mentre negli Slam si è fermata al terzo turno a Wimbledon e ottavi negli altri tre. In ogni caso, si trova all’ottavo posto nella Race – vale a dire che è colei su cui fa la corsa Jasmine Paolini, 225 punti più indietro.
Il prossimo impegno sarà il 18 settembre a Shenzen con la maglia della nazionale per i quarti di finale di Billie Jean King Cup contro gli Usa, ma è facile immaginare che Rybakina punti innanzitutto alle WTA Finals: “Sì, quelle sono l’obiettivo” ha confermato nella conferenza stampa al Gorky Tennis Park di Almaty secondo quanto riporta Vesti.kz. “Attualmente, nel live ranking sono proprio all’ottavo posto, restano ancora alcuni tornei e c’è la possibilità di consolidare la posizione o magari anche di salire. Cercherò di giocare al meglio possibile, anche con la nazionale del Kazakistan, perché ci aspetta la sfida contro la squadra degli Stati Uniti – anche quella sarà una prova seria”. Nella classifica (live o meno) è decima, ma non ci interessa perché in realtà stiamo tutti parlando della Race. Subito dopo la BJK Cup, Rybakina sarà al WTA 1000 di Pechino.
Al terzo turno dello US Open, Elena ha messo in campo una prestazione straordinaria travolgendo Emma Raducanu, in ottima forma ma pressoché inerme di fronte alla combinazione di precisione, profondità e potenza esibita quel giorno dalla tennista kazaka. Agli ottavi, tuttavia, si è arresa in tre set a Marketa Vondrousova, un match che non ha avuto chance di vincere, contrariamente a diversi altri in stagione in cui ha subito rimonte in vista del traguardo. E, come purtroppo spesso accade alle sconfitte si accompagnano certe reazioni sui social media. “Al cento per cento, quando perdi arrivano commenti negativi sui social” dice Elena. “Ma, quando vedi le cose positive, ti danno subito energia, ti rendi conto che le persone ti sostengono. Non tutti capiscono che sport è questo: sì, è meraviglioso, ma è anche un lavoro molto duro”.
La ventiseienne nativa di Mosca ha parlato del match più complicato finora disputato in carriera. “La partita più difficile? Ce ne sono state tante, ma quella che ricordo di più è la finale di Wimbledon, perché c’era tanta emozione e io mi ricordo quanto fossi agitata. Anche entrando in campo ero nervosa, e il modo in cui è andato l’incontro, il grande stadio, i tifosi, e il fatto che fosse una finale che volevi vincere… Probabilmente è stato il match più difficile”. Era il 2022 e, di fronte a una Ons Jabeur anche più agitata, Rybakina rimontò un set andando a vincere il primo e finora unico titolo Slam.
Per quanto riguarda il suo team, sappiamo che lo storico allenatore Stefano Vukov ha potuto riprendere il proprio posto anche nei tornei un mese fa dopo che la WTA ha revocato la sospensione – nessuno può togliere Stefy dal suo angolo, parafrasando. Con poca sorpresa, quattro settimane dopo è giunta la notizia (esclusiva di Spazio Tennis) della fine della collaborazione con il coach Davide Sanguinetti, iniziata a febbraio dopo la breve parentesi con Goran Ivanisevic che poi ha definito la situazione “molto triste e strana”. Tuttavia, nell’incontro con i media kazaki, Elena ha negato la notizia. Abbastanza negato, diciamo. “Il fisioterapista e i preparatori atletici sono sempre gli stessi, l’allenatore principale per ora…” ha detto. “In generale, le notizie che sono uscite forse non sono inventate, ma io sono in contatto con Davide. Non voglio commentare troppo questa cosa, però non sempre le notizie che vengono scritte corrispondono alla verità. In sostanza, la squadra che avevo è ancora con me. Per ora Davide è nella squadra”.
Elena ha anche parlato del connazionale (di nascita e di racchetta) Alexander Bublik, attuale n. 19 ATP: “Sasha è molto talentuoso. Non capita mai che si vada solo in salita o si resti costanti, ci sono flessioni, ma anche risalite. Sasha ha ottenuto ottimi risultati negli ultimi mesi e penso che possa arrivare tra i primi 10, tutto è possibile”.
Infine, qualche parole sulle promesse del tennis kazako, in particolare il diciassettenne Amir Omarhanov, attualmente impegnato nei suoi primi tornei ITF. “Sarebbe bello giocare in doppio con Amir” dice rispondendo a una domanda specifica. “L’ho visto l’ultima volta a Wimbledon, purtroppo manca il tempo per comunicare di più. Ma spero che nel prossimo futuro i ragazzi inizino a giocare i tornei maggiori. Li attende un percorso difficile, ma certo sarei felice di giocare con qualcuno di loro: magari potranno imparare qualcosa da me”.