Aryna Sabalenka e lo US Open delle attaccanti
Aryna Sabalenka ha vinto lo US Open e grazie a questo successo ha cambiato il peso specifico della sua stagione. Il 2025, infatti, rischiava di diventare per lei un anno pieno di rimpianti, perché accanto ai tanti punti accumulati nel ranking (ampiamente sufficienti per essere la numero 1 della classifica WTA) andavano considerate le ripetute delusioni negli Slam. E invece il successo newyorkese ha in parte raddrizzato il bilancio stagionale nei Major: 3 finali raggiunte, 2 perse ma una, l’ultima, finalmente vinta.
Per Sabalenka diventano così 4 gli Slam conquistati in carriera, su 7 finali disputate: numeri che cominciano ad avere una certa rilevanza anche per le classifiche “all time”. Ma se è ancora prematuro avventurarsi nei grandi raffronti storici, va invece sottolineata una statistica molto significativa che riguarda gli ultimissimi anni. Il dato tecnico è questo: dal 2023 in poi, Aryna ha sempre raggiunto la finale in tutti gli Slam disputati sul cemento. Cioè 6 volte su 6, conquistando il titolo per 4 volte (Aus Open 2023, Aus Open 2024, US Open 2024, US Open 2025). Perdendo a livello Slam solo due match in tre anni ha tolto ogni dubbio su chi sia la giocatrice più forte in circolazione su questa superficie.
Il successo di Sabalenka, numero 1 mondiale, testa di serie numero 1 e campionessa uscente (aveva vinto a Flushing Meadows anche nel 2024) non è stato certo una sorpresa. Il suo percorso di avvicinamento ai match decisivi è stato abbastanza agevole: non ha perso set nei primi turni e non ha nemmeno avuto bisogno di scendere in campo nei quarti di finale, a causa del forfait di Vondrousova. E non è detto che contro Marketa sarebbe stata una passeggiata: non solo i precedenti erano in equilibrio (5-4 per Aryna), ma Vondrousova aveva anche vinto due degli ultimi tre match.
In semifinale Sabalenka ha trovato l’avversaria più logica, quella prevista dal sistema delle teste di serie: la numero 4 Jessica Pegula. La partita era la rivincita della finale US Open 2024, allora terminata 7-5 7-5 per Aryna. Anche se quest’anno si è conclusa in tre set (4-6 6-3 6-4) il match ha ribadito che, al momento, anche la miglior versione possibile di Pegula difficilmente riesce a prevalere su Sabalenka. Del resto il dato degli scontri diretti è abbastanza eloquente: 8-2 per la numero 1 del mondo.
A mio avviso è stato un match ben giocato da entrambe, e lo conferma il saldo positivo tra vincenti ed errori non forzati: +6 Pegula (21/15) addirittura +16 Sabalenka (43/27). Quando sono una contro l’altra, Sabalenka regolarmente dimostra di avere un quid in più nei momenti decisivi dei match, e questo finisce per indirizzare il risultato sempre dalla stessa parte. La mia sensazione è che proprio per precedenti e caratteristiche tecniche Jessica sia ormai un’avversaria tutto sommato “comoda” per Aryna, e questo fa sì che Sabalenka scenda in campo abbastanza serena. E se la componente mentale passa in secondo piano, sono pochissime le avversarie in grado di tenere testa alla attuale numero 1 sul piano fisico-tecnico.
Per i bookmaker la semifinale era abbastanza segnata (1,30 a 3,50 circa), mentre appariva più incerta la finale contro Anisimova (1,55 a 2,65 circa). Perchè Amanda era sì più indietro nel ranking rispetto a Pegula, ma con precedenti del tutto diversi: 6-3 a suo favore prima della finale. In più andava considerata la recente semifinale di Wimbledon 2025 vinta da Anisimova al termine di una durissima lotta (6-4 4-6 6-4).
A conti fatti, invece, alla numero 1 sono bastati due set per conquistare il titolo: 6-3 7-6(3). Forse proprio perché è scesa in campo un po’ meno favorita rispetto alle altre finali Slam perse nel 2025 (contro Keys e Gauff), fatto sta che alla fine Aryna ha prevalso grazie alla maggiore costanza nel rendimento; in alcuni momenti ha dovuto subire la superiore aggressività di Anisimova, ma a lungo termine il minor numero di errori commessi ha pesato sul risultato. Saldo complessivo vincenti errori non forzati: -2 Aryna (13/15) -7 Anisimova (22/29).
Se si deve evidenziare un solo dato per restituire la differenza di rendimento tecnico, lo troviamo nei punti vinti con la seconda di servizio: 63% per Sabalenka (15 su 24) solo il 36% per Anisimova (10 su 28). Attenzione però a spiegare questo dato solo come un problema di qualità al servizio: penso che questi numeri siano anche frutto delle diverse capacità delle protagoniste sul colpo in uscita dal servizio. Su questo tema, però, occorre un ulteriore approfondimento, che troverete a pagina 2.
Ma c’è un altro aspetto della finale di sabato scorso che va sottolineato, ed è lo stupefacente rendimento stagionale di Sabalenka nei tie-break: nel 2025 ha giocato 22 tiebreak e ne ha vinti 21. L’unico che ha perso risale a febbraio, al secondo turno di Doha contro Alexandrova, terminato 7 punti a 5 per Ekaterina. Inserisco il video perché si tratta di un reperto unico nella stagione:
Ebbene, dopo quel giorno di febbraio Sabalenka ha giocato altri 19 tiebreak e li ha vinti tutti. Non ho idea di quali siano le strisce storiche di vittorie consecutive nei tiebreak, ma dubito che ce ne siano molte altre di migliori. Un’ultima curiosità statistica: Sabalenka nelle sue ultime quattro finali Slam ha sempre affrontato un’avversaria statunitense, anche se sempre diversa. Ricapitoliamo: US Open 2024 Pegula (vinta), Aus Open 2025 Keys (persa), Roland Garros 2025 Gauff (persa), US Open 2025 Anisimova (vinta). Bilancio quindi di 2 vittorie e 2 sconfitte.
Questi ultimi dati ci dicono però anche un’altra cosa, cioè che il tennis USA al femminile è in un momento di grande spolvero. Nel 2025 ha sempre avuto una giocatrice presente nelle finali Slam (oltre a quelle citate sopra va ricordata Ansimova sconfitta da Swiatek a Wimbledon), e nel ranking di questa settimana occupa quattro dei primi sette posti: Gauff n.3, Anisimova n.4, Keys n.6, Pegula n.7. Segnalo che appena quattro anni fa, nel ranking finale del 2021 non c’erano Top 10 statunitensi, visto che la miglior giocatrice in classifica era Sofia Kenin alla posizione numero 12.
a pagina 2: Tennis aggressivo e terzo colpo dello scambio