US Open, Anisimova: “Con il tetto chiuso non vedevo la palla. Servire è stato un incubo”
Dopo una corsa brillante che l’ha portata fino alla finale dello US Open, Amanda Anisimova si è fermata davanti alla numero uno del mondo, Aryna Sabalenka. Nonostante la sconfitta (e il secondo Slam di fila perso in finale), l’americana ha mostrato grande maturità e consapevolezza nella consueta conferenza stampa post-partita. Amanda ha riflettuto sull’atmosfera vissuta in campo, sulle difficoltà incontrate nel corso della gara e sugli obiettivi futuri. Tra delusione e determinazione, le sue parole raccontano molto più di un semplice risultato. Di seguito, le dichiarazioni di Amanda.
D: Voglio farti due domande rapide. Com’è avere il pubblico dalla tua parte? Immagino che non ti sia mai successa una cosa simile. E poi: l’esperienza degli ultimi due mesi ti rende ancora più affamata di successi nel tennis?
AMANDA ANISIMOVA: “Sì, l’atmosfera era fantastica, ovviamente, e ho cercato di godermela il più possibile. Soprattutto nel secondo set, quando ho iniziato a rimontare, il pubblico mi sosteneva davvero tanto, e credo che questo mi abbia aiutata a restare in partita. Sono stata molto motivata e volevo davvero darmi la migliore possibilità di vincere in finale. Non lo so… arrivare in finale è ovviamente qualcosa di speciale, ma sarebbe stato un sogno che si avvera arrivare fino in fondo. Però sono motivata, e spero di continuare a lavorare duramente per darmi altre opportunità di giocare sempre più finali“
D: Hai detto durante il discorso, “oggi non ho lottato abbastanza per i miei sogni”. Puoi spiegare meglio cosa intendevi? Perché sembrava che tu stessi lottando eccome.
ANISIMOVA: “Non lo so… sentivo che durante il match non stavo giocando il mio miglior tennis. Penso che in finale mi venga sempre molta ansia, ed è qualcosa su cui sto cercando di lavorare. Vorrei solo aver giocato in modo più aggressivo. Ovviamente Sabalenka ha giocato benissimo, in modo molto aggressivo, facendo tutto nel modo giusto, e quindi oggi per me è stato molto difficile. Insomma, non ho vinto oggi, quindi evidentemente non ho fatto abbastanza. È questa la realtà, e devo accettarla. Penso che se avessi lottato di più, magari mi sarei data più possibilità, ma oggi ho avuto la sensazione di essere stata un po’ troppo passiva“
D: Hai fatto più vincenti di lei durante il match. Ti sembrava di avere il controllo e di metterla in difficoltà più spesso di quanto Sabalenka sia abituata?
ANISIMOVA: “Non mi è sembrato affatto così. Mi sentivo sotto pressione, tutto era molto veloce ed era difficile trovare ritmo o continuità. Ovviamente sapevo che dovevo essere la giocatrice più aggressiva per avere una possibilità, ma oggi è stato davvero difficile. Cercavo di restare in partita e trovare un modo per metterla in difficoltà, ma gli scambi erano molto brevi. È stato difficile, e non avevo affatto la sensazione di stare facendo più vincenti di lei“
D: Sembravi infastidita da qualcosa quando lanciavi la palla per servire. Era il tetto o le luci? Cosa ti dava fastidio?
ANISIMOVA: “Non avevo mai giocato su questo campo durante il giorno con il tetto chiuso, ed era tutto letteralmente… bianco. Non vedevo la palla quando servivo. Fin dal riscaldamento pensavo: “Questo sarà un problema”. Non sapevo cosa fare. Non c’era modo di adattarsi, perché non riuscivo proprio a vedere la palla durante il servizio, ed è stato uno shock per me. Sapevo che se non fossi riuscita a tenere il mio servizio, sarebbe stato difficile restare in partita. Ora almeno lo so, ed è qualcosa che posso portarmi dietro nei prossimi tornei, ma oggi è stato davvero frustrante. Non me l’aspettavo, e ha reso il mio servizio molto, molto complicato“
D: Nell’ultima finale hai parlato di sentirti stanca. Com’eri fisicamente prima di questa?
ANISIMOVA: “No, stavolta mi sentivo abbastanza bene. Ero soprattutto nervosa, ma ho imparato dalla finale precedente e da quel torneo dello Slam cosa devo fare. Mi sono comportata come se ogni giorno dovessi affrontare una maratona, e mi sono preparata per questo. Mi sono allenata il più duramente possibile, anche quando ero stanca. Ho cercato di fare tutto il possibile per darmi la possibilità di vincere oggi, ma non è bastato. Fisicamente, però, mi sentivo meglio rispetto all’ultima volta”
D: All’inizio del torneo hai parlato di tecniche di mindfulness. Quanto è difficile restare centrati in alcune partite rispetto ad altre?
ANISIMOVA: “Ogni partita è diversa, ovviamente, ma cerco sempre di praticare la mindfulness e altre tecniche che mi aiutino a calmare il sistema nervoso, a mantenere l’energia e una mentalità positiva durante il match. Credo di aver fatto del mio meglio, sinceramente, con tutto questo. Anche solo sentire parlare di Wimbledon ogni giorno per due settimane… penso di aver gestito tutto piuttosto bene. Ho cercato di cambiare le cose per me stessa. Oggi è andata meglio rispetto alla mia ultima finale, ma è stata comunque una partita molto dura. Lei mi ha messo in difficoltà, ma questo non significa che io non abbia fatto le stesse cose che faccio sempre“
D: Hai affrontato Aryna molte volte. Oggi ha fatto qualcosa di diverso o ti ha sorpresa? E poi: cosa rende così difficile batterla nei tie-break? Il suo record è pazzesco.
ANISIMOVA: “È entrata in campo giocando un gran tennis fin dall’inizio. Ovviamente è la numero 1 del mondo, ed è capace di giocare in modo incredibile, come ha fatto oggi. Tutto il merito a lei. Anche io credo di avere un buon record nei tie-break, ma oggi non ho giocato bene. Non riuscivo a servire. Ecco perché lei è la numero 1, e l’ho detto anche nel mio discorso. La ammiro davvero tanto: lavora duramente, e questo spiega il suo livello. Abbiamo avuto molte partite dure. Avrei voluto che oggi si fosse andati un po’ più in là, ma è andata così“
D: Un altro grande risultato. Con tutti i tuoi successi quest’anno, probabilmente sarai in corsa per qualificarti alle WTA Finals. Come cambia questo la tua prospettiva per l’autunno? Cosa significa sentirti sempre più parte dell’élite del tennis femminile?
ANISIMOVA: “In realtà era uno degli obiettivi che mi ero posta all’inizio dell’anno. Io e il mio agente ne parlavamo, anche un po’ per scherzo (ride), come un traguardo lontano. Ma ora ho davvero la possibilità di qualificarmi, ed è qualcosa di speciale. È difficile guardare già all’autunno e pensarci adesso, perché questa di oggi è una sconfitta difficile da digerire“