ru24.pro
UbiTennis
Август
2025
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23
24
25
26
27
28
29
30
31

Petra Kvitova: “Avrei potuto vincere di più. Mi manca il n.1 ma non mi avrebbe dato una vita migliore”

0

Una delle storie che ci accompagnerà in questa edizione 2025 dello US Open sarà quella di Petra Kvitova. La trentacinquenne tennista ceca, come dichiarato lo scorso giugno con un post sui suoi social, saluterà il mondo del tennis giocato dopo lo US Open. La tennista ceca si prepara all’ultima apparizione su un campo da tennis e a che poche ore dall’inizio dell’ultima avventura ha riflettuto su quello che le ha offerto il mondo del tennis in una intervista rilasciata al quotidiano The Guardian.

31 titoli conquistati in carriera, con i due successi in quel di Wimbledon come trofei più importanti nel palmares di Kvitova, con la tennista ceca che è onesta nell’ammettere che forse la sua bacheca di trofei avrebbe potuto essere più ricca: “È il mio carattere, probabilmente, che mi ha impedito di vincere di più. Il talento non mi mancava, forse avrei potuto lavorare un po’ di più, ma d’altra parte penso che forse avrebbe danneggiato il mio estro o la mia mentalità. Credo che avrei potuto [vincere di più]. Ma cosa posso fare? Ho giocato la finale dell’Australian Open [nel 2019, qui la cronaca], ho perso contro Naomi Osaka quando lei giocò in modo incredibile nel terzo set.”

La tennista ceca vanta un best ranking di numero 2 al mondo. Nonostante i titoli non ha mai raggiunto la vetta della classifica WTA.  Essere n. 1 al mondo, ecco ciò che mi manca. Probabilmente è la cosa che avrei voluto avere. Ma se non è successo, non è successo. Non mi avrebbe dato una vita migliore o reso più felice.”

Oltre all’aspetto caratteriale sulla carriera di Kvitova ha inciso quello che si può definire il momento più buio e duro della vita sportiva e non della tennista ceca. Nel 2016 un uomo fingendosi un tecnico entrò nella abitazione di Prostejov dove risiedeva Kvitova e aggredì la tennista ceca con una coltellata alla mano sinistra. Kvitova rischiò di non tornare più in campo, ma la tenacia della bicampionessa di Wimbledon la spinse a ritornare alle competizioni. 6 mesi dopo l’intervento Kvitova riuscì a conquistare altri dodici titoli e issarsi nuovamente al numero 2 al mondo. “Sapevo di essere una grande lottatrice in campo, ma in quel momento ho capito quanto fossi ancora più combattente in una versione totalmente diversa di me stessa“, racconta. “È stato fantastico, anche se è stato molto difficile giocare a tennis. Piangevo in campo, avevo brutti flashback, incubi. Non è stato affatto facile. Ci è voluto tempo, ma ora va tutto bene. C’era un grande punto interrogativo: potrò giocare ancora a tennis o no? E ci sono riuscita. È stata la mia seconda carriera. È stato incredibile”

Il tennis non le ha regalato solo soddisfazioni in campo ma anche nella vita privata. Kvitova si è sposata con l’ex giocatore Jiri Vanek, oggi suo allenatore, e nel luglio 2024 ha dato alla luce il suo primo figlio, Petr. È tornata nel Tour solo sette mesi dopo, ma con difficoltà: una sola vittoria in nove partite. Ora però non ha dubbi: “Sono pronta a fermarmi”. La ceca ha realizzato che le sue priorità sono cambiate: “Mentalmente penso di non farcela più, sia emotivamente sia fisicamente. Ti ricordi ancora come giocavi in precedenza, ti ricordi di come tutto fosse fluido e tirassi vincenti, e improvvisamente queste sensazioni non ci sono più. Sono totalmente pronta [a ritirarmi]. Non rimpiango nulla. Amo ancora il tennis ma tutto il resto, ma aspettare gli allenamenti, aspettare la macchina, aspettare la partita, è solo stancante. E avere un figlio è una vita totalmente diversa. Voglio solo passare più tempo con lui.»

Come evidenziato dalla stessa Kvitova, la caccia al vincente era una delle caratteristiche del suo gioco, che insieme al servizio potente, la rendeva una delle “colpitrici” più pure della sua generazione. Ha vinto almeno un titolo dal 2011 al 2019, ha conquistato 6 Fed Cup con la sua Repubblica Ceca, medaglia di bronzo olimpica Rio 2016 e vittoria all’esordio alle WTA FInals nel 2011. Tra le imprese più importanti della sua carriera sicuramente la prestazione offerta a Wimbledon contro Bouchard. 55 minuti di puro dominio. “È totalmente diverso vincerlo la seconda volta rispetto alla prima”, dice Kvitova. “Se sai come ci si sente la prima volta, vuoi solo rivincerlo. Non c’è nient’altro. Quello è stato probabilmente il ricordo migliore.” Altro risultato di cui Kvitova va sicuramente fiera è il successo al Miami Open all’età di 33 anni: “Quella è una vittoria di cui sono molto orgogliosa. Non stavo giocando bene nei tornei precedenti, non ero affatto fiduciosa, mi sentivo stanca e vecchia, eppure è successo. Ne sono molto orgogliosa.

Non solo gioie esistono anche momenti che le hanno regalato grossi rammarichi. Guardando al passato tra le sconfitte più dolorose c’è quella contro Flipkens ai quarti di finale dell’edizione 2013 di Wimbledon, ma la sconfitta che fa più male è la finale dell’Australian Open persa contro Naomi Osaka. Quella è stata la partita più dolorosa della mia carriera, è stato terribile“, ammette la campionessa ceca. “D’altra parte, dopo quello che mi è successo, avrei firmato qualsiasi cosa pur di essere lì in finale, avere la possibilità di giocare contro le migliori ed essere competitiva. C’è stato forse un game, ricordo un colpo di risposta un po’ lungo, che forse avrebbe potuto cambiare tutto. Ho avuto una palla break. Ma nel complesso non so cosa avrei potuto cambiare. Penso che Naomi sia stata semplicemente un po’ migliore. Tutto qui.

Una carriera ricca di gioie, una vita che le ha mostrato quanta forza interiore ha dentro di sé, ora rimane da scrivere l’ultima pagina del suo film legato alla carriera tennistica prima di voltare capitolo e pensare al futuro e alla famiglia.