Sinner e Alcaraz, atto quattordicesimo: il primato in classifica passa da Cincinnati
Ci risiamo. Alcaraz e Sinner, ancora loro. Il binomio sacro del tennis moderno si è preso la scena, e se sino a qualche tempo fa l’agognato scontro tra Carlitos e Jannik era considerato un evento raro, adesso potremmo asserire senza remore che ciò rientra assolutamente nell’ordinario. Eppure, anche qualche tempo fa i due guidavano il seeding dei vari tornei del circuito, ma non accadeva così spesso che si ritrovassero faccia a faccia per contendersi ogni trofeo. Qualcosa, evidentemente, è cambiato. Il talento, i guizzi, le ottime prestazioni, si sono incanalate nello spirito del campione, del professionista a 360 gradi, che mira ad un solo obiettivo: la vittoria.
A Cincinnati, prenderà vita il quattordicesimo atto tra Jannik Sinner e Carlitos Alcaraz, nonché la quinta finale consecutiva. Gli aggettivi per le due star sono ormai terminati, e lo spettacolo donato al globo tennistico negli ultimi mesi ha un prezzo inestimabile. La prima finale Slam tra di loro, a Parigi, ha segnato l’inizio di un’epoca. Nemmeno la miglior sceneggiatura di un film sarebbe stata in grado di tenere incollati allo schermo per 5 ore e 30 minuti milioni di spettatori, coinvolti emotivamente da un duello feroce, sublime e dal ritmo incalzante. Il fenomeno di Murcia negò a Jannik la gioia del trionfo parigino, salvando tre match point consecutivi e sigillando il suo quinto Slam con un super-tie break decisivo giocato in maniera impeccabile, ma il numero uno del mondo, 35 giorni dopo, sul regale campo centrale di Wimbledon, si è vendicato in quattro set, sollevando il trofeo che ogni tennista sogna dalla tenera età.
Dopo mesi intensi, Carlitos e Jannik hanno preferito rimanere ai box per il Masters 1000 di Toronto, ricaricando le pile per Cincinnati. Ed eccoli qui, alla loro quattordicesima sfida (Alcaraz guida 8-5), che sarà di vitale importanza per la lotta al primato in classifica. Il ranking vede attualmente in testa l’azzurro a quota 11.480 punti, seguito da Carlitos con 9.240. Jannik è campione in carica al Cincinnati Open, e se dovesse riconfermarsi guadagnerebbe ancora un po’ di gap sull’iberico, salendo a quota 11.830. In caso di sconfitta, invece, Sinner si presenterebbe allo US Open con 11.430 punti e Alcaraz con 9.540.
Dunque, a prescindere dal risultato della finale del Masters ‘1000’ statunitense – in programma alle ore 21:00 italiane – il distacco minimo tra i due prima dello Slam newyorkese sarà di 1.890 punti. A Flushing Meadows, la cambiale è ben più onerosa per Jannik: l’altoatesino difende il titolo (2000 punti), mentre lo spagnolo soltanto 50, a causa della clamorosa eliminazione rimediata da Van de Zandschulp lo scorso anno al secondo turno. La lotta per il primato, è dunque apertissima. E tralasciando i minuziosi calcoli e i probabili scenari (apocalittici), l’unica certezza è che se Carlitos dovesse battere Jannik in finale allo US Open, soffierebbe la prima posizione all’avversario per soli 60 punti, tornando, però, sul trono.