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Todi azzurra a metà: Skatov batte Travaglia, Romano e Vasamì vincono il doppio

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È mancato davvero poco all’en plein azzurro al Challenger “Internazionali di Tennis Città di Todi”. Dopo il primo titolo in carriera conquistato dai giovani Romano/Vasamì in doppio, capaci di imporsi da wild card, Stefano Travaglia non è riuscito nell’impresa di completare la festa tricolore e si è dovuto arrendere in finale, dopo quasi tre ore di partita, al kazako Timofey Skatov, che si è imposto con il punteggio di 7-6 (4) 0-6 6-2.

La finale del singolare si è giocata sabato sera davanti a un pubblico numerosissimo, con il tutto esaurito sulle tribune del campo centrale del Tennis Club Todi 1971 e l’aggiunta di ulteriori posti a sedere per cercare di soddisfare le tante richieste di biglietti. La partita è stata probabilmente indirizzata in maniera decisiva dall’esito del primo set, una maratona – fatta di lunghi e intensi scambi da fondo – durata 1h20′ che ha visto prevalere Skatov al tiebreak. Un parziale in cui il tennista marchigiano ha rimontato due volte un break di svantaggio, ma che lo ha visto incepparsi proprio sul più bello. Sul 4-3 a suo favore nel gioco decisivo, Travaglia ha infatti perso quattro punti consecutivi, consegnando il parziale al suo avversario.

Nel secondo set l’ex n. 60 del mondo ha reagito con carattere, mentre Skatov ha abbassato di colpo l’intensità del suo gioco e aumentato il numero di errori con i colpi da fondo campo. E dopo aver chiesto anche l’intervento del fisioterapista per un non ben precisato fastidio alla zona addominale sul 3-0 per il suo avversario, ha dato la sensazione di lasciar andare il parziale e conservare le energie per il terzo. Travaglia ha così dilagato, finendo per imporsi per 6-0 e pareggiando il conto dei set.

L’avvio del parziale decisivo è stato però complicato per l’italiano, che ha subito il prepotente ritorno di Skatov (che alla fine del secondo set era uscito dal campo per il toilet break e probabilmente per un nuovo trattamento con il fisioterapista), di nuovo incisivo con i colpi da fondo, soprattutto con il dritto, giocati con notevole profondità e velocità.

Sul 4-0 a favore dell’ex n. 1 del mondo juniores, non sono mancate le tensioni: le proteste di Travaglia per i continui dialoghi del coach avversario, con anche un’accusa di comportamento antisportivo, la risposta polemica di Skatov per presunte perdite di tempo del marchigiano, persino il brusio di una delle casse audio e uno schermo troppo luminoso a disturbare il gioco. Nel mezzo, l’azzurro ha provato a riaprire il match, recuperando un break e sfiorando il 3-4. Ma la sua orgogliosa reazione non è bastata a intimorire Skatov, che a furia di dritti inside-out si è ripreso i due break di vantaggio, andando a servire per il match. Nell’ottavo game, dopo aver annullato due match point ed essersi procurato altrettante palle per accorciare nuovamente le distanze, al termine degli ennesimi durissimi scambi da fondo, il 33enne Travaglia ha infine dovuto capitolare di fronte alla maggior freschezza atletica del 24enne avversario.

Dopo la finale persa la scorsa settimana a Bonn, il tennista kazako ha conquistato così il terzo titolo Challenger in carriera e suggella le sue performance agostane con il rientro in top 200. Soddisfatto nonostante la sconfitta anche Travaglia (lo ha detto durante la premiazione, ringraziando il nuovo coach Alessandro Motti per il lavoro che stanno facendo), che ha raggiunto la seconda finale Challenger dell’anno dopo quella vinta a Modena un mese fa, tornando anche lui a ridosso della top 200.

Come detto all’inizio, il tennis italiano ha comunque potuto festeggiare a Todi grazie al doppio: Filippo Romano e Jacopo Vasamì, dopo la finale di Monza, hanno conquistato il loro primo titolo Challenger battendo 6-4 6-3 i favoriti Cuckierman/Ingildsen, teste di serie n. 3.

Nota particolare di merito al 17enne Vasamì, il cui potenziale tecnico è apparso evidente: nel secondo set il break decisivo è arrivato grazie a quattro sue risposte vincenti consecutive. Ma anche la rapidità del 20enne Romano (ora seguito da coach Gipo Arbino) è stata essenziale: alcuni recuperi praticamente sulle fioriere poste ai lati del campo centrale hanno costretto poi gli avversari, l’israeliano Cuckierman e il norvegese Ingildsen, a forzare eccessivamente – e senza successo- le giocate a rete.

L’abbraccio tra Romano e Vasamì dopo la vittoria

Il trionfo dei due grandi amici (ci hanno tenuto a sottolinearlo, durante la premiazione), arrivato da wild card e contro coppie molto più esperte, suggella una settimana che a Todi ha confermato non solo il ritorno a buoni livelli di Travaglia, ma – appunto – anche la crescita delle nuove leve azzurre. Un ulteriore segnale importante per il tennis italiano.