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A Cincinnati si beve acqua proibita: il giudice di sedia contro Sabalenka e Alcaraz

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Non è solo l’acqua piovana a rubare la scena ai tennisti al Cincinnati Open, rendendo i court lucidi e impraticabili per lassi di tempo anche piuttosto lunghi (quasi tre ore per Sinner-Mannarino); anche quella brandizzata sta conquistando lo spotlight, tra etichette… clandestine e tennisti comprensibilmente assetati e talmente disidratati da non prestare attenzione (mah…) alla marca appiccicata alla bottiglietta. Nel match di quarti di finale di venerdì, il giudice di sedia ha chiesto ad Aryna Sabalenka di togliere l’etichetta San Pellegrino dal contenitore da cui si stava dissetando. La zelante regia ha inquadrato subito la bottiglia e il risultato finale è stato un bel primo piano della marca non-sponsor.

L’episodio fa coppia con l’accadimento analogo occorso a Carlos Alcaraz nel match vinto con Luca Nardi ed è significativo perché la consueta affabilità del murciano è venuta meno. Come si riporta su “Tennis-infinity” il numero due del ranking ha più volte bevuto indisturbato durante la partita acqua con marchio Evian, fino a quando il giudice di sedia Greg Allensworth gli ha chiesto di togliere l’etichetta; Alcaraz non ha voluto abbozzare, chiedendo perché non lo avesse preteso prima. “Non me ne sono accorto che ora” – ha risposto lui; “quindi non è colpa mia” – ha risposto prontamente Carlos. “Sì, è colpa mia” – ha ammesso il giudice di sedia; “è colpa tua e io dovrei coprire l’etichetta? Non funziona così, io non copro nulla” – è stata la secca risposta del campione.

Insomma, entrambi hanno le loro ragioni, però la sete è sete e quando il tennista si siede al cambio di campo non si preoccupa di leggere i valori impressi sull’etichetta, tanto meno la marca. Siamo sicuri che Allensworth abbia compreso e quindi chiuso un occhio: la classe, almeno quella, non è acqua.