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Il bilancio positivo con Sinner e l’autunno da re: chi è Felix Auger-Aliassime

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Non tanti possono dire di avere un record positivo contro Jannik Sinner. E ancor di più con almeno due scontri giocati. Tra questi giocatori, Felix Auger-Aliassime, prossimo avversario del 23enne azzurro ai quarti di finale del Cincinnati Open, in programma verso le 21 italiane. Con le vittorie, entrambe catturate nel 2022, nei Masters 1000 di Madrid e proprio in quello che si disputa in Ohio, il 25enne canadese si prepara a sfidare un numero uno del mondo per la quarta volta in carriera. Anche qui, il bilancio è positivo: due vittorie (contro Carlos Alcaraz) e una sola sconfitta (contro Novak Djokovic), sempre in quel suo magico 2022. Ma chi sono gli altri tennisti che sono avanti nei testa a testa, con almeno due sfide giocate, contro Sinner?

AvversariBilancio vittorie/sconfitte
vs Carlos Alcaraz5-9
vs Stefanos Tsitsipas3-6
vs Alexander Zverev3-4
vs Aljaz Bedene1-3
vs Rafael Nadal0-3
vs Pablo Carreno Busta1-2
vs Felix Auger-Aliassime0-2

Come si può notare, sono sette i tennisti che hanno un saldo positivo con l’attuale leader del ranking ATP con almeno due testa a testa giocati. Alcuni si conoscevano, altri, come Bedene o Carreno Busta, possono sorprendere. Ma se una cosa è certa è che gli unici due a non aver mai perso contro Jannik con almeno due confronti disputati sono proprio Felix e Rafa. Della leggenda maiorchina non c’è nulla da spiegare o che non si sappia già. Di come invece sia riuscito il nordamericano, attuale numero 28 al mondo e 18 nella Race, a ottenere questi risultati, e una carriera sino ad ora di altissimo livello, è tutto da raccontare.

Federer, la sorella tennista e il boom da junior

È l’8 agosto del 2000: Roger Federer compie 19 anni. Il tennista svizzero è quasi pronto a sbocciare come un fiore. Nel frattempo, a Montreal, nasce un pargolo di nome Felix Auger-Aliassime, che diventerà presto un fan sfegatato del talento di Basilea. All’età di cinque anni il piccolo bimbo canadese inizia a giocare a tennis con papà Sam e la sorella Malika, che poi proverà anche lei a vivere una vita da giocatrice professionista, anche se mollerà la presa dopo poco tempo.

Felix parla inglese e francese, suona il pianoforte, ma è il tennis a riempirgli le giornate. Verso i 14 anni inizia a farsi notare a livello ITF junior. Vince alcuni titoli sconfiggendo giovani in rampa di lancio del calibro di Stefanos Tsitsipas, Alex de Minaur e anche l’amico e connazionale Denis Shapovalov, con cui vince nel 2015, sempre nella categoria giovanile, lo US Open di doppio e la Coppa Davis. Nel 2016, poi, raggiunge l’ultimo atto in singolare al Roland Garros, allo US Open e a Wimbledon, ma in doppio. Riesce a vincere a New York, ma nel mentre la sua carriera da pro era già iniziata da un po’.

Salto nel professionismo e prime esperienze

In concomitanza con i suoi successi da junior, il canadese esordisce subito a livello Challenger tramite wild card, nel marzo del 2015, a neanche quindici anni. Supera le qualificazioni e si ritira prima di scendere in campo al primo turno. Ma diventa il primo tennista nato negli anni 2000 a ottenere punti ATP. Tra quell’anno e il 2016 ottiene qualche soddisfazione nella categoria Challenger e, dopo aver perso la prima finale Future in Spagna, a Birmingham (USA) alza al cielo il primo trofeo da professionista.

La prima parte del 2017 è ricca di soddisfazioni, con qualche altro buon piazzamento negli ITF e la prima semifinale Challenger che perde contro il connazionale Shapovalov. Entra di botto in top 400 e in seguito, sbaragliando la concorrenza nei Chellenger di Lione e Siviglia e battendo giovani promettenti come Casper Ruud, sfonda il muro dei primi 200 tennisti al mondo. A cavallo con il 2018 l’intensità scende e Auger ha un bilancio di 3 vittorie e 11 sconfitte. Ma nella off-season si allena con il suo idolo Federer a Dubai ed è quindi ultra-motivato a ottenere scalpi importanti.

Li ottiene presto, perché a Indian Wells supera il tabellone cadetto, ha la meglio sul connazionale Vasek Pospisil e si arrende a un altro canadese, Milos Raonic. In seguito, agguanta altre due finali Challenger: una la vince, l’altra la perde. Ma inizia pure a vivere le prime esperienze nel circuito ATP – batte il numero 18 al mondo Lucas Pouille nel 1000 di casa – e nelle qualificazioni degli Slam. A Parigi non le passa, ma a New York ci riesce e, ancora una volta, al primo turno, si ritrova dal lato opposto della rete l’amico ‘Shapo, contro cui si ritira dopo due set e mezzo. Chiude la stagione con un quarto di finale nel 250 di Chengdu da lucky loser e con l’ennesimo sigillo nel circuito minore.

Il tabù delle finali e la consacrazione

Il 2019 è l’anno dell’esplosione definitiva di Felix, che all’ATP 500 di Rio de Janeiro sconfigge Fabio Fognini e si issa sino al penultimo atto, che perde contro Laslo Djere. Entra di prepotenza in top 100, alla posizione numero 60. Poi, a Indian Wells batte il suo primo top 10 (Tsitsipas) e a Miami, partendo dalle qualificazioni, si fa strada con sette vittorie filate, tra cui quattro contro tennisti classificati meglio di lui, e raggiunge sorprendentemente la semifinale, dove viene fermato da John Isner. Poco dopo entra in top 30 e sbarca in altre due finali ATP 250 (Lione e Stoccarda, entrambe perse) e in un penultimo atto 500 (Queen’s). In autunno tocca la top 20 per la prima volta e, insieme alla sua Nazionale, si lascia sfuggire la finale di Coppa Davis contro la Spagna.

Dal 2020 entra nel Player Council (ci rimarrà sino al 2022) e esce nuovamente sconfitto dalle ennesime finali: sul cemento indoor di Rotterdam e Marsiglia. Quindi il Covid, che blocca tutto il mondo. Al rientro il canadese raggiunge gli ottavi allo US Open, risultato che replicherà nello Slam australiano a inizio 2021. Perde altri due ultimi atti nella categoria 250, ma si consola con i quarti di finale a Wimbledon che perde contro Matteo Berrettini. Sbarca in top 15, ottiene i quarti di finale nella doppietta Canada-Cincinnati e allo US Open acciuffa la prima (e unica sino ad ora) semifinale Slam, nella quale viene superato da Daniil Medvedev.

Titoli, picco e discesa

Il primo posto all’ATP Cup 2022 gli consente di valicare la barriera dei primi 10 tennisti al mondo e dimostra poi di valere il suo status all’Australian Open, dove raggiunge il turno dei migliori otto, dove si imbatte ancora in ‘Meddy’. Finalmente a Rotterdam, dopo otto finali perse nel circuito maggiore, gioisce con il primo titolo che ottiene regolando Tsitsipas all’ultimo atto. Poi, ne perde un’altra poco dopo in un 250 (1-9 il bilancio nelle prime dieci finali, come Adrian Mannarino), ma sul rosso si spinge sino ai quarti sia a Madrid che a Roma, dove Zverev e Djokovic gli sbarrano la strada. Al Roland Garros rischia di sconfiggere il re del Philippe Chatrier Nadal, che finisce però per avere la meglio al quinto set.

Ancora doppietta di quarti di finale in Canada e a Cincinnati e quindi il momento sino ad ora migliore della sua carriera. Con 16 partite vinte consecutivamente Auger vince i 250 di Firenze e Anversa, poi il 500 di Basilea – nel mentre batte due volte il neo-numero uno al mondo Alcaraz -, arresta la sua corsa Holger Rune in semifinale a Parigi Bercy, ma si qualifica per le ATP Finals di Torino, dove ottiene una sola vittoria contro un Nadal malconcio. In quelle settimane tocca il best ranking di numero 6 mondiale e alza al cielo la Coppa Davis con la nazionale canadese, sconfiggendo in finale l’Australia.

Se l’inizio del 2023 inizia a dare alcuni segnali di calo, nonostante gli ottavi all’Australian Open e i quarti a Indian Wells, da Miami in poi questi vengono confermati con un preoccupante 2-12 nel bilancio vittorie/sconfitte che dura sino a ottobre. Felix salva la stagione confermando il titolo a Basilea, ma termina l’annata abbondantemente fuori dalla top 20. E nel 2024 la situazione non migliora. A marzo si ritrova al numero 36 ATP e con zero fiducia. Gli unici acuti sono quelli della finale nel 1000 di Madrid, che raggiunge a suon di ritiri, degli ottavi al Roland Garros e della medaglia di legno sugli stessi campi alle Olimpiadi di Parigi.

2025 in chiaroscuro: ma attenzione Sinner

Quindi il 2025 e un inizio col botto con tanto di doppio titolo 250 ad Adelaide (unico non su cemento indoor) e Montpellier. Poi, a livello 500, la semifinale a Doha e Amburgo e l’ultimo atto a Dubai perso contro Tsitsipas. Per il resto, qualche partita vinta qua e là, ma negli ultimi mesi poche soddisfazioni, soprattutto per quanto riguarda la stagione sul rosso. Ed eccoci a Cincinnati, dove l’allievo di Frederic Fontang ha raggiunto i quarti senza battere alcun top 50.

In Ohio non si gioca indoor, ma il cemento è la superficie che predilige. Il dritto è il suo colpo preferito e tutti sanno quanto possa essere insidioso se rodato bene: lo stesso il servizio. Nessuno vuole sfidare il 193 centimetri canadese se è in giornata. Con 7 titoli ATP, 6 nel circuito minore (4 Challenger e 2 Future) e un bilancio di 20 vittorie e 42 sconfitte contro top 10 – ma 2-1 contro numeri uno al mondo e 2-0 contro Jannik -, Felix si prepara alla sfida contro Sinner. Se la fiducia acquistata negli ultimi giorni gli permetterà di giocare con il braccio sciolto, la partita potrà farsi interessante. Da una parte il campione in carica, dall’altra colui che al turno dei migliori otto in questo torneo si è fermato due volte ed è quindi motivato più che mai a invertire la tendenza negativa. Al campo l’ardua sentenza.