WTA Cincinnati, Swiatek: “Mi è servito riposare dopo Roma, ero molto nervosa e lavoravo male”
Come da pronostico, Iga Swiatek regola Anastasia Potapova senza troppe difficoltà con il punteggio di 6-1 6-4. Sempre in controllo del match, la polacca dimentica l’eliminazione prematura a Montreal contro Clara Tauson.
D. Iga, congratulazioni per la vittoria di oggi. Quali sono le tue impressioni sulla partita?
IGA SWIATEK. “Qualsiasi primo match è un po’ insidioso perché bisogna adattarsi alle condizioni. Ma penso che il primo set sia stato davvero solido, nel secondo set la mia concentrazione è stata altalenante, ma sono contenta di essere riuscita ad alzare il mio livello nei momenti importanti per chiudere“
D. In quel momento del secondo set, soprattutto nell’ultimo game, come fai a ritrovare la concentrazione?
IGA SWIATEK: “Dipende dalla partita. Oggi sentivo che c’erano alcune cose tecniche che volevo migliorare, Quando servivo a volte lanciavo la palla non proprio nel punto giusto. Quindi negli ultimi punti mi sono concentrata su questo e sapevo che se avessi messo dentro la prima di servizio, avrei avuto un buon inizio nello scambio. Così mi sono concentrata sul giocare in modo abbastanza coraggioso e sul lanciare bene la palla. Insomma, mi sono focalizzata sugli aspetti tecnici e oggi è stato sufficiente“
D. Nella tua precedente conferenza stampa hai accennato al fatto che le palline dello US Open sono leggere. So che è un tema di cui si parla da molto tempo, ma mi incuriosisce sapere com’è cambiata negli anni la tua prospettiva e il tuo approccio, dato che comunque hai vinto lo Slam.
SWIATEK: “È vero che ho vinto lo US Open, ma ho anche perso un paio di volte al secondo o terzo turno. Quindi cerco di restare umile e di ricordarmi che bisogna adattarsi a queste palline perché non ti danno alcun vantaggio di per sé. Sì, sono leggere e molto diverse da quelle con cui giochiamo sulla terra o a Wimbledon, l’unico modo per affrontarle è concentrarsi sull’adattarsi il più possibile e accettare che ci saranno dei colpi che ti “scapperanno” dalla racchetta, cercando di controllarli quanto più possibile”
D. Oggi il modo in cui i giocatori costruiscono il proprio team intorno a sé è diverso rispetto al passato e tu sei sempre stata molto attenta nella scelta delle persone con cui circondarti. Mi chiedevo chi ti abbia influenzato in questo e come sia nato tutto per te.
IGA SWIATEK: “Ho costruito il mio team semplicemente sapendo di cosa avevo bisogno. Ovviamente quando sei più giovane sono i tuoi genitori a cercare le persone con cui lavorare, ma più avanti devi fare tu stessa le ricerche. Ho sempre scelto le persone che ritenevo fossero le migliori in ciò che fanno e quelle che potevano aiutarmi nel miglior modo possibile in quel momento. Penso di essere stata abbastanza fortunata con ogni membro del mio team e anche con le persone con cui ho lavorato in passato, perché da ognuna di loro ho potuto ottenere molto ed erano praticamente la scelta perfetta in quel momento. Quindi credo di essere piuttosto fortunata per le persone che ho intorno a me”
D. Riguardo ai notevoli miglioramenti qui, qual è la cosa che ti piace di più? E dopo essere stata qui per qualche giorno, c’è qualcosa che pensi potrebbe rendere questa esperienza ancora migliore?
IGA SWIATEK: “Non credo ci sia bisogno di dire cosa dovrebbe essere migliorato perché onestamente è praticamente perfetto. Mi piace lo spazio che abbiamo a disposizione, abbiamo praticamente tutto ciò di cui abbiamo bisogno: stanze silenziose, ottimi spogliatoi con aree dedicate anche al recupero fisico, molto spazio per sedersi e aspettare prima della partita. Puoi stare in un luogo tranquillo oppure in un ambiente con molta luce naturale, cosa che in alcuni tornei non è così facile da trovare. Qui è stato fantastico. Amo tutti i miglioramenti: penso abbiano fatto un lavoro straordinario e realizzarlo in un solo anno è pazzesco, mi piace tantissimo“
D. Ricordo che quando abbiamo parlato durante la stagione sulla terra battuta avevi detto di sentirti forse frustrata quando cercavi certi colpi e dimenticavi che non sempre funzionano, questo ti faceva innervosire. Mi chiedo, ora che guardi indietro a quella parte della stagione, se hai una percezione diversa o più chiara del motivo.
IGA SWIATEK: “Penso che all’epoca ci fossero molti fattori, di sicuro le aspettative sulla terra battuta e il fatto che sentissi di dover giocare al massimo ogni settimana, ma a volte avevo solo bisogno di un po’ di tempo per ricaricarmi e non l’ho avuto finché non ho perso a Roma. Mi capitava di innervosirmi più velocemente per varie ragioni, di non lavorare nel modo giusto e di essere a volte testarda nell’affrontare le situazioni. Quindi penso sia stato un mix di cose e ho avuto bisogno di un po’ di tempo dopo Roma per uscire da quella situazione“
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