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Riccardo Piatti: “Sinner avrà l’occasione di fare il Grande Slam. Punti e soldi contano relativamente”

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L’Italia può vantare con orgoglio di aver dato i natali all’attuale numero 1 del mondo del tennis. Dall’Alto Adige alla vetta del ranking ATP, il percorso di crescita di Jannik Sinner ha avuto una tappa fondamentale a Bordighera. La figura che, nella sua celebre accademia, ha saputo coltivare il talento del campione di Sesto Pusteria è Riccardo Piatti. L’ex allenatore di Sinner, che lo ha seguito dal 2014 al 2022, ha parlato della stagione attuale dell’azzurro e della sua sfida con Carlos Alcaraz in un’intervista concessa a “La Stampa”.

Il dualismo Sinner-Alcaraz si sta affermando come sempre più rilevante nel circuito (per i curiosi delle statistiche vi consigliamo la lettura di quanto scritto dalla nostra Beatrice Becattini). Piatti ha offerto la sua interpretazione sulla battaglia in corso tra i due in questo 2025. “Dopo Wimbledon i più forti fanno il primo resoconto, iniziano a pensare alle Atp Finals. Il problema della qualificazione per Torino loro l’hanno risolto. Gliene restano altri due”. Non è difficile intuire quali siano gli obiettivi dei primi due tennisti del ranking ATP: “Vincere gli Us Open e finire la stagione da numero 1. Alcaraz non ha avuto fretta e ha fatto bene, perché quello che rincorre ora è Sinner”. Il riferimento è, ovviamente, alla Race to Turin, dove l’italiano insegue lo spagnolo, anche a causa dei tre mesi di assenza che hanno ridotto il numero di tornei disputati. Piatti è convinto che per questi giocatori ciò che conta davvero vada oltre i punti e il denaro. “Per loro punti e soldi contano relativamente. [Conta, ndr] Vincere, vincere, vincere. Il resto viene di conseguenza. Alcaraz deve puntare agli Us Open: se ce la farà, per Jannik sarà difficile finire l’anno da numero 1”.

Se qualcuno può, lecitamente, pensare che avere come focus principale la vittoria può sembrare una fonte di stress, Piatti la vede diversamente. “Il loro divertimento è questo. Attorno ci sono tanti interessi, anche economici, ma sono ragazzi che amano la competizione. Si divertono a sfidarsi, aspirano a diventare i più forti ma in maniera sana, senza ossessioni”.

Sinner ha conquistato due Slam in questa stagione, l’Australian Open e Wimbledon, ma ha visto sfumare il Roland Garros dopo aver mancato tre match point. Qualcuno potrebbe pensare, a ragione o torto, che, in caso di successo a New York, Sinner possa masticare amare per non aver completato il Grande Slam. Piatti non la pensa così: “Non è il tipo che si guarda indietro, e neppure Carlos. Jannik nell’ultimo anno ha fatto un enorme passo in avanti. Ora è molto competitivo anche sulla terra e ha capito che nei prossimi 6 o 7 anni avrà l’occasione di fare il Grande Slam. L’ho sempre pensato”.

Piatti vede Sinner favorito per lo swing asiatico, date le condizioni di gioco ideali per il suo tennis. Riguardo alle differenze caratteriali tra i due — Alcaraz come un tennista che ama la festa, e Sinner come un uomo più riservato, legato alla casa e alla montagna — e al possibile supporto del pubblico, l’idea del coach è chiara. “A Jannik non gliene frega niente. A Parigi erano più per Carlos, a Wimbledon più per Jan e comunque sono due stili, due personalità diverse. Va benissimo così: pensi se avessimo avuto due Nadal invece che un Nadal e un Federer. Entrambi sanno come gira il mondo, ci sono tifosi che vogliono che vinca sempre uno e altri che si divertono quando cade il più forte. è lo sport”.

Chiosa finale, sul paragone con i Big Three, Piatti non ha dubbi che il confronto regga. La fortuna di Jan e Carlos è stato affrontarli quando erano alla fine: ma li hanno visti da vicino. E Djokovic è stato un punto di riferimento importante per Jannik”.