Peter Fajta e la dura legge del tennis: perde sette game di fila e butta via set e match
A Bonn c’è una delle università di matematica più famose al mondo, eppure non c’è algoritmo o legge che tenga dinanzi a risultati sportivi del genere. Il tennis è lo sport del diavolo e, mentre è al via il Master 1000 di Cincinnati, proprio la città tedesca è stato macabro teatro di un dramma grottesco, quantomeno per Peter Fajta. Il nome dirà poco a tanti, ma chi ama spulciare nel retro bottega della disciplina forse avrà già capito. Il ventitreenne ungherese, attualmente numero 518 del ranking, è incappato in una sconfitta che potrebbe lasciare qualche strascico per come è maturata.
Il magiaro ha vissuto il suo magic moment a cavallo tra la fine di maggio e l’inizio di giugno, vincendo due tornei M15 In patria. Nel momento in cui sembrava dare buon seguito a questi risultati alzando l’asticella fino al challenger, arriva la batosta. Fajta strappa il pass per il main draw di Bonn dopo due turni di qualificazione superati: al primo turno affronta Raphael Collignon. Perdere contro il belga numero 90 del ranking non è una tragedia, farlo quando ti trovi 5-0 15-40 sopra nel primo set sfida la definizione di surreale.
Oltre a salvare le ennesime palle break del primo parziale, Collignon muove il punteggio e inizia a crederci scambio dopo scambio, fino a strappare tre volte di fila la battuta a Fajta e infila sette game consecutivi che valgono uno dei ribaltoni più esaltanti degli ultimi tempi. Il 6-4 incassato nel set successivo è quasi telefonato con l’ungherese che inverosimilmente avrebbe potuto riprendersi dalla mazzata psicologica. I maligni hanno gettato qualche ombra sul magiaro, ma la verità è che in questo sport “fino alla fine” è la meno retorica delle espressioni.