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Tennis sulla sabbia: Thiem, Gasquet e Paire tra i protagonisti del Torneo Tenis Playa 2025

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Dev’esserci qualcosa che non va se, vedendo le immagini, la prima associazione che ti passa per la testa è Daniil Medvedev. Le immagini sono quelle di un campo da tennis in sabbia e l’ex numero 1 del mondo (qualcuno non se lo ricorderà o non era ancora tra noi, ma lo è stato) non ha mai fatto mistero di non sopportare i campi lenti (a Indian Wells sbottò, “questo non è un campo in duro, io lo so: sono uno specialista”) e in particolar modo la terra battuta, nonostante l’ultimo trofeo messo in bacheca sia stato quello degli Internazionali d’Italia (oltre due anni fa). Insomma, chissà come reagirebbe Daniil se l’ATP omologasse questa superficie, hai subito pensato. Vabbè.

Spiaggia e racchette (con le corde)

Parliamo del Torneo Tenis Playa, un’esibizione che si tiene in Spagna nel villaggio di Luanco, nelle Asturie, sulla sabbia della Playa de La Ribera. Tennis on the beach ma non è beach tennis, è proprio il nostro sport giocato da professionisti.
La prima edizione risale al 1971 e fu disputata con un’attrezzatura rudimentale – reti da pesca con stecche di legno e solchi nella sabbia come linee –, poi i miglioramenti negli anni successivi per questa manifestazione che si tiene ogni estate, a parte la pausa dal 1986 al 1994.

La peculiarità (come se non lo fosse abbastanza la superficie) è che si gioca durante la bassa marea perché, va bene l’originalità, ma il tennis con le Wilson US Open a mollo proprio non funziona. Quindi succede che all’inizio di ogni giornata di gare, appena il mare del Golfo di Biscaglia si ritira (ancora nessuna minaccia da oltreoceano di cambiargli nome), l’organizzazione si mette all’opera per approntare la superficie di gioco. Forse i rimbalzi non sono tutti perfetti, ma il risultato è spettacolare.

2025: Thiem, Gasquet, Paire…

Benoit Paire – Tenis Playa 2025 (foto via Twitter@TenisLuanco)

Quest’anno, tra il 4 e il 7 agosto, a cercare la vittoria sono Dominic Thiem, Richard Gasquet, Bernabé Zapata Miralles, Benoit Paire, Pedro Cachin, Miguel Avendaño, Edas Butvilas e Bernardo Munk. Se i primi cinque non hanno bisogno di presentazioni, Munk è un diciannovenne spagnolo alle prese con i primi tornei ITF, Butvilas un classe 2004 lituano, vincitore dell’edizione 2023, che a marzo si è fermato a un passo dalla top 200, mentre il ventenne Miguel è il figlio di Juan Avendaño. Come sarebbe “chi?”
Ora sessantaquattrenne e nativo proprio di Luanco, Juan è il terzo miglior tennista asturiano di sempre (best ranking al n. 71 ATP e anche capitano di Coppa Davis) e, mentre lasciamo il tempo di indovinare almeno il GOAT della comunità autonoma, informiamo che un’altra denominazione del torneo è Troféu Juan Avendaño.

Un altro po’ di storia

Questo perché a dodici anni Juan vi fece la sua prima apparizione perdendo ai quarti contro il poi vincitore del torneo, scatenando l’interesse attorno alla manifestazione che avrebbe vinto già l’anno successivo (e in altre otto occasioni). Nell’albo d’oro figurano nomi altisonanti: Moyá, Verdasco, Lopez, Ferrero e Ferrer, per citarne alcuni, accanto ad altri partecipanti come Manolo Santana, Manolo Orantes, Jaime Fillol. E, per rispondere al quesito, nel 2022 vinse l’asturiano Pablo Carreño Busta (l’altro è Galo Blanco). Per un certo periodo, il torneo è stato riconosciuto dalla federtennis spagnola e distribuiva punti validi a livello nazionale.
Ora le tribune ospitano fino a 2500 spettatori e l’impianto con illuminazione artificiale garantisce le migliori condizioni per i match serali. Che dire, una bellissima iniziativa sviluppata al meglio. Chissà se in futuro anche Daniil Medvedev…