ATP Toronto: Fritz e Shelton volano in semifinale, battuti Rublev e de Minaur
[2] T. Fritz b. [6] A. Rublev 6-3 7-6(4)
Taylor Fritz (27 anni, numero 4 del ranking mondiale) sfrutta al meglio la rapidità del cemento canadese, supera Andrey Rublev (27 anni, numero 11 della classifica ATP) e si qualifica per le semifinali del National Bank Open Presented by Rogers di Toronto: il tennista statunitense si è imposto con il punteggio di 6-3 7-6(4) in un’ora e 21 minuti di gioco, superando brillantemente l’unico momento di difficoltà della sua serata (ci riferiamo in particolare a quando, sul 6-3 5-4, ha sprecato un match point e l’opportunità di servire per chiudere l’incontro). Il numero 4 del mondo ha dimenticato in fretta la delusione di un break pesantissimo e inaspettato – il primo subìto dall’esordio nel torneo con Carballes Baena (e dopo oltre 40 turni di battuta difesi consecutivamente) – e ha chiuso la pratica al tie break grazie ad una prestazione mostruosa al servizio: 20 ace, 2 prime su 3 in campo e il 79% di punti vinti con la prima palla.
Per Fritz si tratta della 19esima vittoria nelle ultime 22 partite disputate e soprattutto della settima semifinale a livello 1000 della carriera (la seconda del 2025 dopo quella persa con Mensik a Miami): dallo US Open dello scorso anno solamente tre tennisti hanno ottenuto più vittorie di lui contro i top 20 (24 per Sinner, 22 per Alcaraz, 14 per Zverev e 13 proprio per Taylor). Rublev, invece, perderà 450 dei 650 punti conquistati a Toronto nel 2024 (quando si arrese in finale a Popyrin) e di conseguenza almeno tre posizioni nel prossimo ranking mondiale (sarà almeno numero 14).
Primo set: grande partenza per Fritz, che mette a segno 9 ace e difende senza problemi il vantaggio iniziale
Fritz comincia la partita in maniera impressionante, vince i primi otto punti della serata, mette subito a segno il primo break del match e si porta rapidamente sul 3 a 0 con un parziale di 13 punti a 3: Rublev è stordito, cede subito al nervosismo colpendo con un calcio un tabellone pubblicitario ma con il passare dei minuti riesce a bussare alle porte della partita, trovando finalmente gli angoli più acuti e la profondità giusta con i colpi da fondocampo (la prima di servizio delle russo, invece, continua a zoppicare e si assesta su un deludente 50%). Lo statunitense, in ogni caso, sfrutta la rapidità della superficie e anestetizza la reazione dell’avversario affidandosi al solito servizio: i primi errori (forzati e non) di Fritz vengono cancellati dai nove ace del numero 4 del mondo, che difende ai vantaggi il quarto turno di battuta del set, si porta sul 5 a 2 e chiude la pratica qualche minuto dopo. 6-3 per Taylor dopo mezz’ora di gioco.
Secondo set: Fritz perde la battuta nel momento peggiore ma si salva al tie break
La partita continua a seguire il copione del finale del primo set, e si incanala sui binari ordinati dei turni di battuta: gli scambi si riducono all’osso, Fritz continua a macinare servizi vincenti ma Rublev riesce a condurre il punteggio. Sul 4 pari, però, all’improvviso, il russo inciampa nel più classico dei passaggi a vuoto, regalando all’avversario l’opportunità di servire per la semifinale (5 a 4 per Fritz): Taylor, però, che non perdeva il servizio dal primo match del suo torneo (con Carballes Baena), commette un paio di doppi falli, spreca un match point, annulla tre palle break ma viene tradito dal suo colpo – il rovescio in cross – e subisce il break dopo oltre 40 turni di battuta consecutivi (5 pari). Il match, che sembrava destinato a una rapida ed inevitabile conclusione, si riapre: Rublev, però, nel momento di dare un senso alla sua rimonta, si fa travolgere dalla risposta dell’avversario, affossa in rete il primo dritto del suo tie break e Fritz, con il favore del punteggio, supera la delusione di qualche minuto prima, difende quel minibreak il alla fine, e chiude per 7 punti a 4. 6-3 7-6(4) in un’ora e 20 minuti di gioco: per lui 20 ace, il 66% di prime palle in campo e un saldo nettamente positivo tra colpi vincenti ed errori gratuiti.
[4] B. Shelton b. [9] A. de Minaur 6-3 6-4
Nella semifinale di mercoledì 6 agosto Taylor Fritz affronterà per la seconda volta in carriera il connazionale Ben Shelton (sarà la prima semifinale 1000 tutta americana da quella tra Roddick e Fish a Cincinnati nel 2010), che nell’ultimo match della serata si è imposto su Alex de Minaur con il punteggio di 6-3 6-4 in un’ora e 31 minuti di gioco. Shelton ha superato un de Minaur coraggioso ma piuttosto spento e verosimilmente provato, dal punto di vista fisico, dalle fatiche delle ultime settimane (sette vittorie consecutive tra Washington e Toronto): lo statunitense ha scatenato tutta la potenza della sua battuta, gestendo con brillantezza anche gli scambi da fondocampo, nel corso dei quali ha alternato la forza dell’accelerazione improvvisa al cambio di ritmo degli slice senza peso e delle rotazioni più cariche. Per lui si tratta del primo successo con un top 10 dal torneo di Basilea del 2024, quando eliminò il numero 7 Rublev nei quarti di finale.
Primo set: il servizio dell’australiano è spuntato, quello di Shelton fa la differenza
La prima sfida della carriera tra i due top 10 si apre con una palla break annullata da Shelton che, dopo aver difeso il primo turno di battuta della serata, comincia a sciogliere il braccio e a lasciare andare tutta la potenza dei suoi colpi: de Minaur non riesce a trovare continuità con la prima palla (assestandosi intorno ad un modesto 40%) e, di conseguenza, viene travolto dall’esplosività dell’avversario. L’australiano cancella due palle break e si salva al termine di un quarto game molto intenso (2 pari) ma qualche minuto dopo cede il servizio perdendo le misure del rovescio lungolinea in avanzamento (4-2 Shelton): Ben vola sull’onda dell’entusiasmo del vantaggio, scappa sul 5 a 2 e poi alla fine chiude per 6-3 (dopo 46 minuti di gioco) un primo set tutto sommato divertente, caratterizzato dal confronto di stili e segnato da un’evidente differenza nel rendimento al servizio. 7 ace per Shelton, nessuno per Alex.
Secondo set: tutto facile per Shelton, che festeggia la prima semifinale 1000 della carriera
L’australiano prova ad alzare la percentuale di prime palle in campo ma la sensazione è che Shelton ne abbia di più: de Minaur nel game di apertura rimonta da 0-30 e si salva ai vantaggi ma qualche minuto dopo cede la battuta con un doppio fallo che assomgla tanto alla resa (2 a 1 Shelton). “Demon”, ormai spalle al muro, tira fuori l’orgoglio del lottatore e mette a segno, all’improvviso, il primo break della sua serata, riuscendo finalmente a tessere la ragnatela delle geometrie più scivolose (2 pari). La reazione australiana dura troppo poco e Shelton, nel game successivo, annulla una palla del 2 a 3, prende la rincorsa verso la fuga decisiva e strappa ancora il servizio al rivale (3 a 2 Shelton, e servizio). La strada di Ben verso la prima semifinale 1000 della carriera, a questo punto, diventa una dolce discesa: il braccio è leggero, la velocità del contachilometri mostra dei numeri impressionanti (praticamente sempre sopra al 220), il numero 8 del ranking mondiale gestisce con saggezza gli ultimi minuti di gioco e chiude il match con il punteggio di 6-3 6-4 in un’ora e 31 minuti di gioco.