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WTA Montreal, Swiatek dopo il trionfo a Wimbledon: “Un sogno, ma non è una svolta. Ogni torneo è una tabula rasa”

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Iga Swiatek atterra a Montreal da vincitrice di Wimbledon. In una annata in cui è risultata un po’ in ombra, la polacca vince lo Slam – il sesto della sua carriera – meno congeniale al suo tennis e si rilancia anche per la corsa alla vetta del ranking. È una Swiatek pragmatica quella che si presenta davanti ai microfoni, entusiasta per il traguardo, ma già focalizzata oltre. Perché la stagione non si ferma e vuole farsi trovare pronta per i prossimi appuntamenti.

D: Iga, benvenuta a Montreal. Sono state due settimane entusiasmanti per te, dopo la vittoria a Wimbledon. Com’è stata la tua preparazione?
Iga Swiatek: “Sono state un paio di settimane impegnative. Sono però molto felice. Vincere Wimbledon è stato un sogno che si realizza. Sono tornata a lavorare con il mio team per sistemare il passaggio a nuove condizioni e una nuova superficie. Sono felice di essere arrivata un po’ prima per allenarmi e prepararmi. Non vedo l’ora di giocare il torneo

D: Cosa rappresenta questo torneo per te?
Iga Swiatek: “Il nome dello stadio è perfetto (ride). L’ultima volta ho giocato un torneo molto solido. Non è sempre stato facile per me esprimermi al meglio sulle superfici più veloci come il cemento. Ma ricordo di aver avuto un blocco di allenamenti davvero consistente. Ho giocato bene e ho davvero dei bei ricordi. È come rinfrescare la memoria, non sono stata in questa città tipo 7 volte come in altri luoghi, quindi sto cercando di ritagliarmi l’opportunità di conoscere Montreal e di godermi il mio tempo qui

D: Sei stata la numero 1 del mondo, ora stai inseguendo la vetta del ranking. Cosa ci vuole per essere la migliore, sia fisicamente che mentalmente?
Iga Swiatek: “Tanto, ovviamente. Arrivare in cima è una sfida. È qualcosa che richiede forza mentale e molta costanza. Devi essere sempre pronto ad ogni torneo, fisicamente e mentalmente. È una delle cose più difficili diventare la giocatrice che tutte le altre vogliono battere

D: Bentornata a Montreal. Perdere solamente due giochi tra la semifinale e la finale di un Grande Slam deve avere un sapore speciale, di invincibilità. È possibile mantenere quella sensazione per un paio di settimane e poi portarla nel torneo successivo o avviene una sorta di tabula rasa?
Iga Swiatek: “No, si riparte da zero. Forse è addirittura più complicato. Durante un torneo, vai avanti al suo ritmo. Ma se ti prendi una settimana di stacco, quando torni in campo senti di ricominciare da capo, non hai più quel ritmo. A volte anche le aspettative sono più alte. Dall’altro lato, credo di non doverci pensare più di tanto, perché giocare sull’erba è tutta un’altra storia. Essere qui è come una tabula rasa. Ma almeno, anche se giocassi male, sarò comunque felice della mia stagione. Vincere Wimbledon non era nei miei programmi, perlomeno quest’anno. Sono contentissima

D: Parlando di Wimbledon, quanto questa vittoria può essere un punto di svolta nella tua carriera?
Iga Swiatek: “Ho accumulato troppa esperienza per considerarlo un punto si svolta. Ho realizzato da tempo che quando vinci uno Slam, devi solo tornare a lavorare. Il picco è alto e può festeggiare per una settimana, ma la stagione prosegue. Direi che posso trarre molto da quella vittoria in termini di fiducia e perseveranza, perché il tennis può sempre sorprenderti in positivo se lavori duro. Nella mia mente tengo presente questa lezione, quindi non lo chiamerei punto di svolta. È un’altra esperienza da utilizzare in futuro

D: Eugenie Bouchard si ritirerà questa settimana a Montreal. Ti ricordi qualcosa di Wimbledon 2014? Tu eri molto giovane a quel tempo
Iga Swiatek: “Non guardavo molto tennis. Guardavo solo Rafa e oltretutto dovevo andare a scuola e ad allenarmi. Quindi quando tornavo a casa e vedevo i miei genitori guardare il tennis, ne avevo abbastanza. Non ricordo molto, quindi. Ovviamente mi ricordo della volta in cui abbiamo giocato. Entrambe disputammo un match molto solido, sulla terra al Roland Garros. È stato il momento in cui ho avuto la conferma di poter essere competitiva su quella superficie

D: Hai menzionato il fatto di avere più tempo per visitare Montreal perché il torneo è più lungo. C’è qualcosa di particolare che vorresti fare?
Iga Swiatek: “Non lo so ancora. Sono stata così impegnata a Varsavia, che sono arrivata qui e ho trascorso tre giorni nella mia camera. Inizierò a scoprire la città oggi o domani. Dovreste darmi qualche suggerimento

D: Come spieghi la tua costanza da 4 o 5 anni in uno sport che cambia così rapidamente?
Iga Swiatek: “Credo di aver preso e di continuare a prendere con il mio team decisioni intelligenti di programmazione, viaggi e allenamenti. Questo mi ha tenuta sana per gran parte del tempo. Ho persone intelligenti intorno a me che mi guidano verso il meglio per me. Lavoro sodo e considero ogni torneo come il più importante. All’inizio di ogni competizione non do per scontato niente