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ATP Kitzbuhel: ancora Bublik, batte Cazaux e conquista il settimo titolo della carriera

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[1] A. Bublik b. [SE] A. Cazaux 6-4 6-3

Alexander Bublik supera Arthur Cazaux con il punteggio di 6-4 6-3 in un’ora e 25 minuti di gioco e conquista l’81esima edizione Generali Open di Kitzbuhel: per il kazako si tratta del settimo titolo della carriera, del terzo della stagione e del secondo consecutivo dopo quello della scorsa settimana di Gstaad. Bublik, che meno di tre mesi fa era al limite dalla top 80 del ranking mondiale, ha decisamente cambiato marcia dal Roland Garros in poi, vincendo, con quella di oggi, diciassette delle diciannove partite disputate (quarti a Parigi, vittoria ad Halle, Gstaad e, appunto, Kitzbuhel): grazie a questo successo rientrerà in top 25 (il suo best ranking, ricordiamolo, è il numero 17) ma, soprattutto, si avvicinerà alla top 10 della classifica Race valida per la qualificazione alle ATP Finals di Torino. Sascha ha trovato la svolta della sua stagione sulle superficie più sfavorevole – la terra battuta – e da adesso in poi potrà approfittare della rapidità del cemento americano e asiatico oppure, ancora, dell’indoor europeo, per inseguire un sogno impensabile fino a poche settimane fa. E’ il terzo giocatore negli ultimi cinque anni – dopo Ruud nel 2021 e Berrettini nel 2024 – in grado di completare la doppietta delle montagne Gstaad/Kitzbuhel. La fiducia del momento più divertente della carriera ha permesso a Bublik di spezzare il match con un parziale di 16 punti a 1, grazie al quale ha completamente ribaltato lo svantaggio di 2 giochi a zero nel corso del secondo set: Cazaux, che fino a quel momento aveva gestito in maniera impeccabile la tensione della prima finale ATP della carriera, è stato travolto dalla potenza dell’avversario. Il francese lunedì si consolerà guadagnando 25 posizioni in classifica, che si aggiungono alle 16 recuperate la scorsa settimana con la semi di Gstaad (persa sempre con Bublik e sempre in due set): sarà numero 75.

Primo set: Bublik sopravvive ai doppi falli e piazza la zampata decisiva

Il pomeriggio di Kitzbuhel è caratterizzato dal freddo, dalla pioggia e da un campo pesante: gli spettatori si proteggono con le mantelle colorate mentre i due protagonisti del match provano ad offrire il migliore spettacolo possibile, adattandosi a condizioni di gioco piuttosto scomode. Il punteggio, nei primi minuti di gioco, segue faticosamente i binari ordinati dei turni di battuta: la palla è zuppa d’acqua e non va, Bublik non riesce a trovare la precisione giusta con il lancio di palla e commette troppi doppi falli (saranno sei alla fine del set) mentre Cazaux sembra gestire con tranquillità la tensione della prima finale a livello ATP. Il match, tutto sommato, si lascia guardare, perchè il talento dei finalisti è indubbiamente prezioso: Bublik annulla tre palle break a cavallo tra il terzo (2 a 1) e il quinto game (3 a 2), Cazaux ne cancella altrettante, tutte insieme, nell’ottavo gioco grazie a una serie di colpi vincenti (4 pari). La fiducia del kazako – reduce da 7 vittorie consecutive e, in generale, da 16 vittorie nelle ultime 18 partite disputate – fa però la differenza nel corso della volata finale: Sascha trova un pizzico di continuità con la prima palla (5 a 4) e nel game successivo mette a segno il primo break della partita, mettendo alle corde l’avversario grazie alla potenza (e alla saggezza, bisogna dirlo) dei propri colpi. 6-4 Bublik in 52 minuti di gioco.

Secondo set: Bublik, in svantaggio per 2 a 0, spezza la partita con un parziale impressionante

Il kazako, in apertura, si distrae, e subisce il primo break della partita e Cazaux, finalmente in vantaggio nel punteggio, conferma lo strappo, difendendo con autorità il turno di battuta (2 a 0): il francese si inventa la più delicata delle controsmorzate e l’umidità delle condizioni di gioco sembra in qualche modo anestetizzare la potenza di Bublik. Già, sembra: Cazaux, in vantaggio per 2-1, 30-0, regala un paio di errori gratuiti esiziali, la fiducia di Sascha riprende la rincorsa, e la partita, all’improvviso, finisce. Il kazako – nel giro di una decina di minuti – la spezza con un parziale impressionante di 16 punti a 1, portandosi rapidamente sul 5 a 2: Bublik limita il numero dei doppi falli, trova finalmente un buon ritmo al servizio, disegna il gioco con il dritto e travolge un avversario improvvisamente nel pallone. Cazaux per la prima volta abbassa la testa, perdendo il controllo dei propri colpi: Sascha chiude la pratica con il punteggio di 6-4 6-3 in un’ora e 25 minuti di gioco, festeggiando così il secondo titolo consecutivo dopo quello di Gstaad.