Rassegna stampa – Sinner sconfitto ad Halle
Sinner, lo shock continua (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)
Uno schiaffo inaspettato. Di quelli che ti lasciano le cinque dita sulla guancia, che bruciano. Undici giorni dopo la dolorosissima finale di Parigi, persa contro Carlos Alcaraz quando era avanti due set a zero, Jannik Sinner cade ancora. E stavolta non c`entra il funambolico rivale spagnolo, ancora in corsa al Queen`s, stavolta dall`altra parte della rete c`era Sasha Bublik che, sempre a Parigi, era stato regolato in tre set dall’altoatesino ai quarti. Il numero 45 al mondo era sicuramente in stato di grazia, implacabile al servizio («Ho cercato gli ace – dirà -, così la palla non poteva tornare indietro») e molto più centrato del solito.
Non ha regalato nulla, anzi, ha fatto male con botte oltre i 200 km orari mostrando un`insolita solidità anche dal punto di vista tattico. Ha costretto Sinner a prendere sempre contromisure per mettersi in sicurezza, e forse, trovandosi a rincorrere di nuovo, Jannik ha rivissuto nella mente lampi della finale parigina. Anche qui, come là, Sinner era avanti di un set, anche ieri come allora sembrava completamente in controllo della situazione. […] Non ha sicuramente aiutato l`atteggiamento del rivale, che appena ha visto Jannik vacillare ha aumentato i monologhi in campo, soprattutto nei game al servizio del numero 1 al mondo. Ma il ragazzo che domina il ranking da 54 settimane non è sicuramente uno che cerca alibi. Dopo essere rientrato negli spogliatoi avrà chiesto lumi a Darren Cahill, il coach-guru che da quando è rientrato dalla squalifica non lo ha mai mollato un secondo. Qualche giorno fa, nel podcast di Andy Roddick, Cahill aveva parlato dei momenti immediatamente successivi alla sconfitta di Parigi: «È rimasto seduto da solo nello spogliatoio per 20 minuti. Ognuno di noi del team si è avvicinato a Jannik e gli ha dato un abbraccio – ha raccontato Cahill -. Gli abbiamo detto che eravamo davvero orgogliosi di lui, del suo impegno. Ma non era il momento giusto per fargli un discorso su cosa possiamo imparare. Ne parleremo più avanti. Bisogna mostrare un po` di empatia per quello che sta attraversando. Non credo se ne farà mai una ragione di quello che è successo». E questa volta, forse, qualche parola in più se la saranno detta. Il rischio di entrare in una spirale negativa, com`è accaduto anche a Carlos Alcaraz a inizio anno c`è, e prima di uno Slam è importante ritrovare la serenità. La differenza tra il Sinner versione Slam e quello “di tutti i giorni” la spiega bene Bublik dopo la partita: «Se ho una chance di battere il numero uno, forse ce l`ho solo in questi tornei, tra uno Slam e un altro. L`ho affrontato due settimane fa al Roland Garros ed era un giocatore diverso…». Jannik compare in zona mista rapidamente dopo il ko ed è più arrabbiato che deluso, forse. Analizza lucidamente la situazione: «Nel primo set ho giocato un buon tennis, ho avuto tante palle break. Sull`erba è un attimo perdere il servizio. Nel terzo ho sbagliato un rovescio. Ho avuto le mie chance e non le ho sfruttate: devo accettarlo. Adesso mi serve qualche giorno di pausa prima di Wimbledon. Poi abbiamo una settimana per prepararci. […] Bublik ha servito bene nei punti importanti, nelle palle break io non ho toccato palla. Ho sentito la partita, fisicamente e mentalmente». La ferita di Parigi deve ancora guarire.
Blackout Sinner (Alessandro Nizegorodcew, Corriere dello Sport)
Dottor Jekyll torna Mr Hyde e schianta Jannik Sinner. Alexander Bubllk, finalmente capace di domare i propri demoni (come in parte già accaduto a Parigi), disputa il match perfetto sconfiggendo il numero 1 del mondo 3-6 6-3 6-4 negli ottavi di finale dell`ATP 500 di Halle. Un incontro che sembrava in pieno controllo è invece diventato, per Jannik, un vero e proprio incubo. Qualche demerito di Sinner ma soprattutto grandi meriti di un Bublik in giornata di grazia. Il potente (e preciso) servizio del kazako è stato determinante. La risposta di Jannik ha permesso all`azzurro di procurarsi qualche chance, ma Sascha è stato superlativo nei momenti importanti (una qualità raramente riscontrabile in Bublik e solitamente punto di forza di Sinner). Jannik, come di consueto, si è attaccato a ciò che lo rende un campione: il rifiuto della sconfitta; ma qualcosa evidentemente non ha funzionato a dovere nei pressure points (le situazioni di 30-30 e 40-40 hanno spesso premiato Sascha). […] La parola chiave, quando si affronta Bublik, non può che essere “concentrazione”. Sull’erba deve diventare concentrazione massima. . Pronti, via e la sregolatezza di Bublik ha la meglio sul genio. Due doppi falli del kazako permettono a Sinner di scappare 3-0. Il set scivola via velocissimo (27 minuti), i servizi dominano. 6-3 Jannik. Nel secondo la musica cambia ed entra in scena Sascha, il talento di Gatchina. Alcuni scambi sono di qualità eccezionale da parte di entrambi, Bublik delizia il pubblico con alcune giocate di pregevole fattura. Sinner si procura quattro palle break a inizio secondo set, ma Sascha le annulla con merito. Nel sesto gioco, un po` all`improvviso, Bublik entra in “god mode” e strappa il servizio a Sinner il numero 1 al mondo accenna per la prima volta un po` di comprensibile nervosismo. L’inerzia del match cambia. Bublik gioca sulle nuvole e il suo Mr Hyde viene relegato in un`ala lontana e nascosta della mente. Jannik capisce la situazione. È una fase del match in cui è inferiore, sembra assurdo per il numero 1 del mondo ma è così. […] Bublik vince il secondo set e all`inizio del terzo annulla due palle break. Da lì è di nuovo Bublik-show Jannik può solo guardare e ammirare. Il pubblico, a tratti incredulo, si esalta per i colpi lungolinea di Sascha, che arrivano sia dalla parte del diritto che da quella del rovescio. E’ vittoria, la più importante della carriera per Alexander Bublik. […]
Diavolo di un Bublik (Daniele Azzolini, Tuttosport)
Voce narrante dei suoi match, Jannik Sinner ha un modo flautato per recapitare i propri sms vocali agli avversari che si parano sulla via. Non c`è un momento preciso per inviarli, ma di solito funzionano. La vocina s`intrufola nei pensieri annunciando la prossima fine di ogni accampata pretesa. Il problema è che non tutti gli avversari sono disposti ad ascoltare i messaggi, e Alexander Bublik, nella sua stravaganza, è di quelli più ostinati a impiparsene di ciò che Sinner gli manda a dire. Aveva fatto le prove a Parigi, in quel secondo set in cui aveva tenuto testa al numero uno. Ieri, sull`erba prediletta, ha chiuso occhi e orecchie e ha lasciato andare il braccio determinando la più grande sorpresa del torneo e la prima sconfitta di Sinner fuori da una finale dall`agosto dell`anno scorso. Non il massimo, per l`uscita prevista (oggi) del teaser di “Polvere e Gloria”, potente inno alla perseveranza e alla nobiltà della fatica quotidiana, nel quale Andrea Bocelli ha voluto il numero uno come voce narrante, in tal modo ufficializzando l`attitudine di Sinner nell`avviso ai naviganti. “Nella nostra vita ci saranno tante prime volte, basta essere se stessi”, è la frase (in inglese) affidata dal cantante al tennista, decisamente in linea con il carattere e il pensiero di Jannik, amico di Bocelli ormai da un anno. Di buono c`è che basterà dare tempo al brano di diventare famoso […] per recapitare i prossimi sms sulle note della canzone, che di sicuro echeggerà nelle orecchie dei destinatari. E sarà tutta un`altra cosa, volete mettere? Carattere sbilenco, quello di Bublik, si sa… Di sicuro, il primo sms il kazako l`ha ricevuto a inizio del match. Con poche ma sentite parole Jannik lo avvisava di avere tutta l`intenzione di proseguire la loro disputa, giunta al sesto confronto (4-2 il risultato aggiornato), sulla scia del primo, o a scelta del terzo set, del match che li aveva visti di fronte nei quarti al Roland Garros. Sei a uno o sei-zero, per chi abbia dimenticato… Ne è sortito un 6-3, frutto del dominio attento di Sinner, in vantaggio di un break sin dal primo servizio giocato da Bublik, mantenuto da tre servizi chiusi “a zero” che non hanno offerto diritto di replica al kazako, anche se non è facile comprendere per tempo le idee sbirole che gli passano per la testa. Come quella, decisa sul momento, di passare dalla deferente accettazione del comando di Sinner alla modalità più spregiudicata che vi sia, quella del tentare il tutto per tutto, su ogni palla possibile. Lì è cambiato il match e forse Sinner non se n`è accorto subito. Il secondo set ha subito offerto all`italiano tre palle break nel game d`avvio, che Bublik ha cancellato a suon di ace, e un`altra sulla successiva battuta del kazako, che molto tentava di forzare sugli angoli, cercando traiettorie ai limiti del possibile, angoli strettissimi sulle risposte e improvvisi spari in lungo linea a cogliere l`incrocio delle righe. Così, il break a favore di Bublik ha preso forma in un match ormai stravolto dagli ardori del kazako, nel quale Sinner faceva fatica a ritrovarsi, perdendo via via quella lucidità delle geometrie di gioco che fa parte del suo corredo tennistico. Ottenuto il 4-2, Bublik ha tenuto senza grandi difficoltà i propri servizi, rimettendo in parità il match. Lo stesso è successo nella terza frazione, e se mi credete, raramente mi è capitato di vedere Sinner così spaesato e fuori dal contesto del match. La confusione organizzata di Bublik, le accelerazioni “ndo cojo, cojo…”, ai limiti del comprensibile, le forzature continue (unite a due servizi da sotto che hanno colto di sorpresa il numero uno) hanno destabilizzato Sinner, costringendolo a errori non voluti ma obbligati dagli improvvisi rallentamenti del kazako, sui quali Jannik tentava di fare qualcosa pur di riprendere l`iniziativa. E la fretta, potete immaginarlo, non è la consigliera più attendibile in certi frangenti. […] Non è una sconfitta per la quale strapparsi i capelli, e nemmeno la maglietta da “Luigi” o da ramarro se preferite, che molti gli consigliano di dismettere. È però una sconfitta imprevista e in qualche modo storica, che cambia i piani di Sinner verso Wimbledon e certo non aumenterà la propria autostima. Ma ci sta. Il numero uno non perdeva prima di una finale dall`agosto scorso, quando in Canada si trovò battuto nei quarti da Rublev, poi (da Cincinnati) solo vittorie e finali. E un record di 66 successi consecutivi contro i tennisti fuori dalla Top 20. La 67a gli è stata fatale. Ma sull`erba Bublik vale più dei primi venti… «Non pensavo di poterlo battere, credo sia un`autentica impresa», dice Bublik del suo match. «Ho cercato sempre l`ace, qualche volta anche con la seconda, e ho trovato colpi solidi. Mi sono detto, stai sul pezzo, non rendergli il compito facile, e ce l`ho fatta. Sono stato bravo». I messaggi che si è mandato da solo hanno cancellato quelli di Sinner? Possibile, ma si vince anche così.
Anche Jannik è umano (Paolo Bertolucci, La Gazzetta dello Sport)
Il passo falso che non ti aspetti: ma Alexander Bublik, al di là della posizione di classifica, è certamente un avversario scomodo da affrontare in un match di secondo turno sull`erba. Jannik Sinner, contro di lui, è partito in maniera solida e concreta e lo ha costretto a prendere rischi spesso assurdi, che nel primo set raramente lo hanno portato all`incasso. L`inizio del secondo parziale è sembrato ricalcare la medesima trama. Ma la musica dell`altoatesino, avute e non sfruttate quattro palle break, è cambiata e il kazako, in gran spolvero, ha giocato quaranta minuti da favola, in apnea e a quel punto si è capito che il match stava per prendere una piega non favorevole all`azzurro. Si è visto un Sinner poco determinato, confuso, probabilmente anche infastidito dai continui monologhi ad alta voce del rivale: Jannik non è stato in grado di approfittare di altre palle break avute a disposizione e da quel momento il numero di errori inusuali è per lui diventato una vera palla al piede. Bublik è stato bravo a tenere alto il numero dei colpi vincenti e a non accusare passaggi a vuoto. Per Sinner, come detto, si tratta di una battuta d`arresto inattesa, che deve far riflettere, ma che non deve essere valutata come fosse una tragedia. Ha avuto occasioni per raddrizzare la partita, ma probabilmente la mancanza di adattamento all`erba ha giocato un ruolo decisivo. Jannik, come prevedibile, ha poi sofferto il servizio dell`avversario, non solo per la velocità dell`esecuzione, ma soprattutto per la varietà di angoli e la continua modifica di traiettorie. Forse si aspettava anche che, da parte di Bublik ci fosse un calo, come spesso gli capita, che Alexandr accusasse qualche passaggio a vuoto. Invece, quando si è reso conto di non poter contare sull’aiuto del kazako, ha perso la speranza di poter ribaltare da solo le sorti della partita. Il terzo set è così risultato la fotografia perfetta di quanto è successo nell`arco di tutta la serata. Adesso in molti si chiederanno se questa battuta d`arresto non sia figlia della finale del Roland Garros di due domeniche fa e se quei tre match-point non sfruttati non siano rimasti nella testa e nel braccio di Jannik, tanto da portarlo a giocare una partita per certi versi timorosa. La capacità dei grandi campioni è però quella di resettare appena possibile la centralina. Abitualmente impiegano poco tempo per risolvere questo problema. Ma anche Sinner è umano e necessita ancora di qualche giorno per togliere questi sassolini che, evidentemente, sono rimasti nell`ingranaggio del suo tennis. Wimbledon è vicina, ma c`è ancora tempo a sufficienza per completare l`adattamento all`erba. Inoltre, si giocherà tre set su cinque e ci saranno più possibilità di recuperare all`interno dei match. In più, di mine vaganti come Bublik ce ne sono veramente poche. […]
Cobolli di ferro. E ora c’è Zverev (Antonio Sepe, Corriere dello Sport)
Il tie-break del terzo set dà e toglie al tennis italiano nell`ATP 500 di Halle. Altra vittoria sul filo del rasoio per Flavio Cobolli, approdato ai quarti grazie al successo ai danni del canadese Shapovalov. Due partite, sei set disputati, quattro tie-break vinti. Questo l`incredibile bilancio del tennista azzurro, che dopo aver superato Fonseca al tie-break decisivo si è ripetuto anche nel match seguente. E non è un caso che Flavio sia particolarmente efficace nei momenti chiave dell`incontro. D`altronde i numeri non mentono: degli ultimi 12 tie-break decisivi disputati, ne ha vinti ben 10. Ad impreziosire il trionfo contro Shapovalov, maturato con il punteggio di 7-6 4-6 7-6 dopo oltre due ore e mezza di gioco, c`è la situazione da cui Cobolli si è tirato fuori nel terzo set. Sotto 5-4, con il suo avversario che serviva per il match, l`azzurro è stato a due punti dalla sconfitta ma l`ha spuntata alla distanza. […] «Mi sento migliorato, sono felice del gioco e del risultato. Sono competitivo e questo mi aiuta a restare aggrappato ai match» ha dichiarato. Al prossimo turno se la vedrà contro il beniamino di casa Zverev, che lo ha battuto di recente a Parigi: in caso di vittoria, sarà certamente best ranking. Purtroppo non ci sarà una sfida a tinte azzurre nei quarti di finale, ma non si può rimproverare davvero nulla a Lorenzo Sonego, protagonista di una prestazione incredibile contro Zverev. A spuntarla è stato il tedesco, con il punteggio di 3-6 6-4 7-6 dopo 2 ore e 25` di gioco, tuttavia Sonego è uscito a testa più che alta. Al di là dell`amarezza per l`impresa sfiorata, l`azzurro può essere molto soddisfatto del match e del torneo in generale, in cui finalmente ha avuto buone risposte dopo un periodo complicato. Il piemontese si conferma inoltre un giocatore molto insidioso su erba, superficie su cui vanta due finali ATP e un ottavo a Wimbledon. Germania è sinonimo di vittoria per i doppisti italiani. Ad Halle, Bolelli e Vavassori hanno impiegato appena 49` per travolgere i canadesi Auger-Aliassime/Shapovalov con un doppio 6-2 e raggiungere l`atto conclusivo. Sorridono anche Errani e Paolini, approdate in semifinale nel WTA 500 di Berlino. Contro le statunitensi Krueger/ Pegula, battute in rimonta (5-7 6-1 10-4), è arrivata la tredicesima vittoria consecutiva per le numero uno della Race. In semifinale se la vedranno contro la coppia formata da Jabeur e . Badosa. Paolini avrà dunque l`opportunità di prendersi la rivincita contro la tunisina dopo il ko in singolare.
E Paolini ritrova subito Jabeur (Gianluca Strocchi, Tuttosport)
Un bel 13 vincente, anche se non alla schedina del Totocalcio. È questo infatti il numero di successi consecutivi raggiunto da Sara Errani e Jasmine Paolini centrando l`ingresso alle semifinali del Wta 500 sull`erba di Berlino. Le campionesse olimpiche, reduci dal primo trionfo Slam in coppia al Roland Garros e subito prima dal bis al Foro Italico, nei quarti si sono imposte in rimonta, con il punteggio di 5-7 6-1 10-6, in un`ora e 21`, sulle statunitensi Ashlyn Krueger e-Jessica Pegula. Le azzurre domani si giocheranno l`ingresso in finale con la spagnola Paula Badosa e la tunisina Ons Jabeur (6-3 6-2 all`ungherese Babos e alla brasi- liana Stefani), dunque un`occasione di rivincita personale per la 29enne di Bagni di Lucca dopo l`eliminazione negli ottavi. Proprio in singolare la stessa sorte della Paolini é toccata nella capitale tedesca a Coco Gauff, n.2 del mondo, che nella prima uscita sui prati dopo il trionfo parigino é caduta con un periodico 6-3 sotto i colpi della cinese Wang Xinyu. Approdano regolarmente ai quarti invece Aryna Sabalenka ed Elena Rybakina, come pure la rientrante Vondrousova. Petra Kvitova, tornata nel tour in febbraio dopo essersene allontanata a marzo 2023 per dare alla luce il suo primogenito nel luglio 2024, ha deciso di ritirarsi. Lo ha annunciato la 35enne ceca sui suoi profili social pochi giorni dopo l`ufficializzazione della wild card a Wimbledon (torneo da lei vinto due volte, 31 i titoli complessivi): «Volevo farvi sapere che il 2025 sarà la mia ultima stagione sul circuito da professionista. Sono emozionata e non vedo l`ora di godermi la bellezza di poter giocare i Championships ancora una volta, luogo in cui conservo i ricordi più belli della mia carriera. E anche se ancora non so quale sarà
la mia programmazione, a mia intenzione è chiudere la carriera agli US Open a New York a fine estate». […]