ru24.pro
UbiTennis
Июнь
2025
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30

Murray non si nasconde: “Magari non subito, ma tornerò a fare il coach”

0

Andy Murray è già da qualche mese nei libri di storia del tennis. Non di certo in quelli impolverati, pesanti e scoloriti. Ma resta comunque il fatto che la carriera del 38enne scozzese è giunta al termine, lo scorso agosto, in quel di Parigi. Alle Olimpiadi, il tre volte campione Slam perde ai quarti di finale in coppia con Daniel Evans e chiude baracca e burattini con racchetta e pallina. Tempestivo, il commento della LTA (Lawn Tennis Association) che informa il mondo di una dedica speciale: il centrale del Queen’s Club di Londra si chiamerà ‘Andy Murray Arena’. L’intitolazione ufficiale è arrivata negli scorsi giorni, proprio in occasione del HSBC Championships, tornato a organizzare anche l’evento femminile dopo oltre cinquant’anni.

Intervistato in seguito da BBC Sport, l’ex numero uno al mondo ha spaziato su vari temi. Primo tra tutti, il possibile rientro nel circuito nel ruolo di coach, dopo la separazione avvenuta a metà maggio con Novak Djokovic. Magari non subito, ma tornerò a fare il coach. Però non credo che accadrà immediatamente. Non avevo intenzione di iniziare ad allenare subito dopo il ritiro, ma è stata un’opportunità unica. Ho avuto l’occasione di imparare da uno dei migliori atleti di tutti i tempi. Impari come lavorare in squadra. Da atleta hai diverse persone intorno, ma sei tu il punto focale. Quando invece alleni un singolo, con anche fisioterapista, preparatori atletici, agenti, devi far arrivare il tuo messaggio al giocatore. Ho imparato diverse cose e voglio farlo di nuovo. Djokovic? Abbiamo trascorso momenti davvero piacevoli fuori dal campo. I risultati non sono stati quelli desiderati, ma ci abbiamo provato.

Obbligatorio, poi, un commento sui top player attuali, che ‘Sir Andy Murray’ apprezza molto. “Sono atleti brillanti e hanno personalità diverse. Questo è bello per il pubblico. In particolare, Alcaraz esprime un tennis entusiasmante. Con Sinner si completano a vicenda. Quando c’è un cambio generazionale ci si preoccupa, ma lo sport continua a evolversi e, nella maggior parte dei casi, a migliorarsi. Quanto a Draper, sta andando alla grande. Nei prossimi 5-10 anni si darà la possibilità di vincere Slam.

Major che Andy conosce a menadito e nei quali ha ottenuto risultati incredibili nell’era dei Federer, Nadal e Djokovic. Ed è quindi più che giusto intitolargli un campo così importante. È piuttosto surreale che questo campo si chiami ‘Andy Murray Arena’. Diversi stadi portano il nome di grandi giocatori, ma è strano averne uno che porta il tuo. Ho splendidi ricordi al Queen’s Club: è di gran lunga il torneo di maggior successo a cui abbia mai partecipato (lo ha vinto cinque volte, ndr). Ci ho vinto la prima partita ATP quando volevo semplicemente diventare un professionista. Per questo sarà sempre speciale per me.