Roland Garros, Musetti: “Ho avuto un problema alla gamba sinistra, ma se non sei al 100% non puoi giocare contro Alcaraz”
Finisce nel modo peggiore possibile la prima semifinale del Roland Garros 2025, purtroppo con il ritiro di Lorenzo Musetti dopo il break subito all’inizio del quarto parziale, sotto 2 set a 1, contro Carlos Alcaraz. Due set maturi e solidi, alla pari per l’azzurro, che è purtroppo crollato alla distanza. Come spiega in un’amara conferenza stampa.
“Sono triste e deluso per com’è finita“, comincia Lorenzo, “ma comunque ho giocato una bella partita. All’inizio del terzo, al servizio, ho iniziato a perdere forza sulla gamba sinistra, peggiorata andando avanti. E ho deciso di fermarmi pensando fosse la scelta giusta, anche se non era quello che volevo. Domani farò degli esami e valuterò la situazione. Entrambi abbiamo iniziato bene, colpendo la palla bene, ho dovuto giocare il miglior livello del torneo per stare lì. Ho sentito un passo avanti su questo punto di vista, più vicino al suo livello, e l’ho mantenuto. Gli ultimi due match erano stati abbastanza a senso unico, sento di aver avuto le giuste occasioni anche di andare due set a zero oggi. Ma Carlos è in gran forma, e merita di andare in finale“.
Affrontare Alcaraz è un impegno diverso da qualsiasi altro. Da un punto di vista mentale e di gioco, ma non solo: “Ovviamente fisicamente è difficile, una delle sfide più difficili del nostro sport. Lui è molto aggressivo, bisogna sempre stare lì, e fisicamente con il rovescio a una mano non è facile gestire giocatori come Carlos o Jannik. Poi stavo avvertendo questi problemi, era abbastanza dura. Sapevo che avrei dovuto giocare la mia miglior partita, e per una parte ho fatto un buon lavoro, ero lì mentalmente e fisicamente, stavo giocando in modo giusto. Ho servito molto bene, se devo analizzare delle cose ho avuto dei buoni primi due set, poi a un certo punto del terzo non c’era più chance di giocare al suo livello con questo problema. Situazione sfortunata, penso che alla fine lui ne abbia più di me“.
Quando le cose sono cambiate e, soprattutto, cosa porta via Musetti da questo incontro? “Ho iniziato a sentire all’inizio del quarto che non riuscivo più a fare quello che mi riusciva prima, e sarebbe stato un grande rischio andare avanti. Ho sentito qualcosa al servizio, poi ho chiamato il fisioterapista e ho iniziato a sentire che andasse male e peggio. Oggi è stato il migliore dei match giocati quest’anno contro Carlos. Ho giocato nella maniera giusta, stava soffrendo a volte, voleva essere aggressivo ma sbagliava. Ho servito meglio oggi, avendo chance anche nel secondo. Penso che sia stata la partita in cui ero più vicino nelle tre che abbiamo avuto. Ora ho in programma Queen’s e Wimbledon, ma valuteremo domani cosa diranno gli esami“.
Può effettivamente dipendere anche dal livello dell’avversario lo sviluppo in tale maniera della situazione? “Carlos mi fa tirare fuori il mio limite, è quello che fanno i campioni, sappiamo che fisicamente è molto forte, uno dei più forti, imposta molto lì il suo gioco. Dovevo stare bene per stare al suo livello, può anche essere solo una coincidenza, analizzeremo cosa potremmo fare meglio per essere più preparati la prossima volta. Non sono un preparatore atletico, dal punto di vista fisico ho il mio staff, in cui credo, ed è stato un mese molto impegnativo, in cui abbiamo giocato tanto, per fortuna. Mi ha dato tanto e anche tolto tanto a livello di energie mentali. E anche il fatto di andare sempre a scavare dentro può affaticare il corpo. Non ho giocato 10 anni di Slam, quindi quando lo si gioca non è sempre facile mantenere un livello fisico molto alto“.
Ma la situazione è la stessa di Montecarlo, dove anche aveva finito di giocare realmente dopo l’ottimo primo set, accusando anche un problema fisico? “Il fastidio non sembra nello stesso punto di Montecarlo, per quanto domani lo sapremo meglio, ed è iniziato ai primi game del terzo. Me lo sono trascinato pensando di poterlo gestire ma ho sentito sempre più che perdevo potenza e forza, a una certa non riuscivo più a stare negli scambi, e mi è sembrato logico e giusto fermarmi, ci sono tornei altrettanto importanti. Se non avessi avuto niente non lo avrei fatto“.