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Roland Garros – Perché non sono per nulla sorpreso se abbiamo Musetti e Sinner insieme semifinalisti in uno Slam

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I precedenti editoriali parigini del direttore

Jannik Sinner e Lorenzo Musetti, due semifinalisti in uno stesso Slam… quando dal 1978 al 2018, un periodo nero di 40 anni da Barazzutti a Cecchinato, non ne avevamo mai più avuto neppure uno! L’ultima e unica volta in cui ne avevamo avuti due nello stesso Slam era stata 8 anni prima del tennis Open (“open” perchè “aperto” ai professionisti fino al ’68 ipocritamente banditi) nel 1960, 65 anni fa, con Nicola Pietrangeli e Orlando Sirola. Nicola avrebbe poi vinto il torneo già conquistato l’anno prima. A spese del modesto sudafricano Vermaak nel ’59, del più tosto cileno Ayala nel ’60. Ayala ricordo di averlo visto bambino nella tv che era ancora in bianco e nero ed era poco più grande di un tablet. Per vedere la palla occorreva sguerciarsi. Ma le telecronache di Giorgio Bellani erano bellissime. Era il mio idolo. Quando a Luis Ayala era piccolino e agilissimo, correva come una lepre, con le racchette di legno aveva un tocco di palla invidiabile e non faceva meno smorzate di Bublik (e per come ha giocato contro Zverev anche di Djokovic: mai gliene avevo viste fare così tante. Zverev dovrebbe domandarsi perchè). Non potevano giocare, all’epoca di Pietrangeli e Sirola, i professionisti della troupe Kramer (Rosewall, Sedgman, Hoad, Gonzalez, Segura, Trabert…) e questo fu per i nostri due migliori giocatori un indubbio vantaggio.

All’epoca la federazione internazionale preferiva ignorare che i Paesi dell’Est schieravano atleti di Stato che non erano davvero dilettanti ma professionisti mascherati e anche la nostra Italia aveva saputo convincere Pietrangeli a non passare al professionismo dopo i primi 2 Slam vinti, trovando il verso di compensarlo con presunti rimborsi spese che erano in realtà veri e propri ingaggi. Non credo che Pietrangeli ebbe mai a pentirsene, perché i professionisti facevano una vita impossibile, quasi ogni sera dovevano esibirsi in una città diversa fino a tarda notte e poi al mattino aereoporto e via in un’altra città, soprattutto in America, ma quando affrontavano l’Europa una sera giocavano a Parigi, un’altra a Bologna, un’altra a Londra, un’altra a Vienna, tutto così. Pietrangeli avrebbe rischiato di scoppiare.

Dal 2018 in poi tutto è cambiato, dopo Cecchinato sono stati prima Berrettini e poi Sinner a raggiungere le fasi fiali degli Slam, quindi a loro si è aggiunto Musetti. Sinner è alla sua sesta semifinale Slam, e fa bene a dire in conferenza stampa – anche se può dare l’impressione di voler mettere le mani avanti – che è un grande risultato sebbene ormai tutti si aspettano che il n. 1 del mondo debba quantomeno arrivare sempre in finale. Ma quei “tutti” di sicuro ignorano o hanno dimenticato quei 40 anni (1978-2018) di buio disperante. Di Lorenzo Musetti ho già scritto e detto ieri che è alla sua seconda semifinale dopo Wimbledon 2024 e si dovrebbe parlare della sua terza grande semifinale dal momento che un anno fa qui a Parigi raggiunse la semifinale olimpica che agli occhi di Simone Tartarini è forse la più prestigiosa “perché le Olimpiadi sono Olimpiadi e una medaglia di bronzo (la prima per l’Italia dopo 100 anni) è tanta roba”.

E’ quindi davvero una sorpresa ritrovarli entrambi in semifinale al Roland Garros, anche se ci sono quei 65 anni di gap che farebbero propendere per il sì? Beh, proprio no se si pensa che Sinner era testa di serie n.1 e Musetti n.8 in una metà tabellone presidiata da Alcaraz nella quale è uscito subito la n.4 Fritiz. In quel corridoio lasciato vacante dall’americano ci si è infilato Musetti, battendo Rune e Tiafoe. Un Musetti reduce da almeno semifinali in tutti i tornei sulla terra battuta che ha giocato: Montecarlo (e lì fu finale), Madrid, Roma. E ora qua. 19 vittorie e 3 sconfitte in 22 incontri. Due patite perse con Alcaraz, una con Draper.

E Sinner allora? 46 vittorie dal 10 agosto 2024 e 2 sole sconfitte, entrambe con Alcaraz. 17 vittorie a 1 nel 2025, 26 set di fila negli Slam dopo il set perso in Australia con Rune. In questo torneo ha perso 36 game in 5 incontri, praticamente 7 a partita. Impressionante. Con questi numeri, di Lorenzo come di Jannik, ci si può sorprendere che siano giunti in semifinale? Uno ha più talento di tutti dopo Alcaraz, l’altro è più solido di tutti ora che Djokovic ha 38 anni, anche se ha dimostrato in Australia battendo Alcaraz e a Parigi battendo ieri notte Zverev dopo 3 ore 17 minuti di non essere per nulla finito. Zverev mi ha ancora una volta deluso. Avrebbe talento ma gioca senza una strategia, sa che dovrebbe stare più avanti e si ferma indietro, ha tutti i colpi, servizio e rovescio in particolare, ma li sfrutta poco e male.

I nostri due italiani sono di certo tennisticamente più intelligenti di Zverev, che anche contro Djokovic ha fatto una figura quasi imbarazzante per insipienza tattica. Si è fatto intortare come un pivello. Il tedesco non si accorgeva che sugli scambi lunghi Djokovic faceva fatica a respirare, eppure di scambi lunghi ne ha persi tantissimi. Possibile che le smorzate, quasi sempre di rovescio, lo cogliessero sempre impreparato, dovendo partire troppo da dietro? Chi non avesse visto il punto con il quale Djokovic, avanti 3-2 con un break, ha cancellato la palla break del 3 pari cerchi di vederlo. Un punto pazzesco che da solo dà idea di come si è svolto tutto il match. Di come a Zverev manchi decisamente qualcosa, di come Djokovic sia ancora un uomo con una personalità e degli attributi davvero pazzeschi.

L’ho visto in diretta sullo Chatrier, e poi dalla tv me lo sono rivisto, 41 scambi! Incredibili. Zverev avrebbe dovuto chiuderlo mille volte quello scambio e invece un Djokovic che non respirava più è riuscito a farlo suo strappando una meritatissima lunghissima standing ovation. I cori Novak! Novak! da parte di un pubblico in cui la presenza serba era quasi inesistente sono stati incessanti. Zverev è apparso più frastornato del solito. Eppure aveva vinto il primo set, grazie al break subito nel primissimo game da Djokovic e più recuperato. Però già nei primi game dei set successivi Djokovic era capace di conquistarsi lui un break d’abbrivio e poi di difenderlo… attaccando. Sì perché l’iniziativa l’ha quasi sempre tenuta lui, dal secondo set in poi. Con il dritto cambiava angoli di continuo, con il rovescio scambiava con quello di Zverev, a volte giocando slice ma più spesso con rovesci coperti e poi, mentre quasi Zverev si addormentava in palleggi senza che lui esprimesse alcuna sua idea tattica, Djokovic gli giocava una smorzata vincente. Sì, quasi tutte vincenti, perché Zverev restava ancorato a fondo, dietro la riga di fondo, e tutte le volte – a decine – appariva prima sorpreso, poi una volta perso il punto scuoteva la testa come consapevole della sua impotenza. Io credo che, anche se adesso è forse troppo tardi, lui avrebbe davvero bisogno di un buon coach. Temo che non vincerà mai uno Slam, a questo punto. È troppo fragile di testa e non sa quel che deve fare.

Djokovic invece, seppur aiutato non poco dalla dabbenaggine di Zverev, sa sempre quel che deve fare e mi ha sorpreso per aver retto fisicamente oltre le tre ore. Mi sbaglierò ma secondo me Nole non ha chances contro un Sinner che giocasse la sua partita regolare e tranquilla. Rispetto a Zverev l’attuale Sinner è di un’altra categoria come si è ben visto a Melbourne. Per Djokovic credo sarà un compito proibitivo e non solo perché non è detto che riesca a recuperare appieno la fatica di questo mercoledì sera, ma perché Sinner ha un tennis molto più solido e sarà capace di farlo correre parecchio. Non gli darà dieci volte la stessa palla sul rovescio incrociato come ha fatto Zverev. Lo muoverà di continuo e Djokovic finirà con la lingua fuori dalla bocca.

Non mi stupirebbe che Sinner vincesse tre set a zero, sebbene il Djokovic anti-Zverev mi sia piaciuto più che in tutte le sue partite di quest’anno. Guai a sottovalutare l’orgoglio del serbo. I confronti diretti, 4 pari ma con Sinner che ha vinto 4 degli 5 duelli, dicono che Sinner dovrebbe arrivare in finale. Contro chi? Più probabile contro Carlitos Alcaraz. Anche quest’altra semifinale potrebbe concludersi in tre set, anche se ovviamente mi auguro il contrario. Però il tennis di Alcaraz non è solo vario, è anche assai potente. Mi aspetto di vedere lo spagnolo spesso a rete, a prendersi il punto dopo aver spinto Lorenzo Musetti con la spalle alla rete di fondo. E mi aspetto anche tante palle corte dello spagnolo che cercherà di approfittare della posizione arretrata di Musetti. Le palle corte le sa fare, e bene, anche Musetti, ma Alcaraz gioca più avanti e sorprenderlo è più difficile. Sono curioso di vedere quale scelta faranno al Roland Garros nella programmazione delle due semifinali. Djokovic dall’alto della sua carriera e dei 24 Slam, è ancora oggi il personaggio più attrattivo. Quello che, potendo scegliere, la gente preferirebbe ancora vedere rispetto agli altri tre semifinalisti, Alcaraz, Sinner, Musetti, giocatori che tutti insieme hanno fin qui vinto 7 Slam.

Non so se prevarrà quindi la soluzione di mostrare nel “serale” la sfida fra l’attuale n.1 del mondo, il nostro Sinner, e chi è stato n.1 del mondo più a lungo di chiunque altro, Nole. I due campioni giocando un tipo di tennis abbastanza simile. Sotto il profilo non tanto dei nomi e del ranking, ma del tennis più vario e spettacolare se la partita uscisse fuori equilibrata – e nessuno può giurarci dopo che Alcaraz ha battuto Musetti tutte le ultime cinque volte e quasi sempre dominando nell’ultimo set – il duello Alcaraz-Musetti sembrerebbe più piacevolmente sorprendente e spettacolare per le caratteristiche dei due talenti. Nel precedente del Roland Garrros Alcaraz dominò in maniera imbarazzante, ma quel Musetti era ancora lontano parente di quello che abbiamo visto e ammirato negli ultimi due mesi. Lorenzo non cercherà più tanto di stupire la folla con i suoi colpi più strappa-applausi, ma cercherà quella concretezza che ha saputo raggiungere avendo consapevolezza e del proprio talento e delle proprie reali possibilità.

Intanto è partito il presidente della FITP Angelo Binaghi chiedendo al Governo di mostrare in chiaro le semifinali del Roland Garros, negoziando con Discovery+ che detiene i diritti tv “perché non è giusto che queste due partite vengano viste solo da un’esigua minoranza di italiani abbonati alla pay-tv”. Sui social si sono scatenate le reazioni di coloro che hanno invitato la federtennis che invoca spettacolo gratuito per il tennis a cominciare essa per prima a regalare il tennis a chi lo vuole vedere al Foro Italico, anziché praticare dei prezzi che troppe famiglie non possono davvero permettersi. Non chiedono neppure di vederlo gratis ma non a quei prezzi che fanno del torneo di Roma quello più caro fra i Masters 1000 europei. Sull’argomento abbiamo scritto un articolo che meriterebbe di essere letto.

Troverete oggi sul sito le interviste per esteso dei tennisti che hanno giocato questo mercoledì. E’ un servizio che mi pare solo Ubitennis sia in grado di offrire costantemente ai suoi lettori. Che evidentemente ce lo riconoscono se è vero che nei giorni scorsi abbiamo registrato punte attorno alle 300 mila visite giornaliere. Un bel premio agli sforzi dei collaboratori di Ubitennis. Di video ieri ne abbiamo fatti quattro, due per Instagram e due per Ubitennis e il canale Ubitennis di YouTube. I primi registrati e caricati subito dopo la facile e prevista vittoria di Sinner su Bublik. Se foste iscritti al canale ricevereste le notifiche, appna escono. Ma chi non ha furia può trovarle con calma quando gli pare. Jannik non vorrebbe mai che si facessero pronostici ma noi invece li facciamo sapendo che solo chi li azzarda li sbaglia. Avevo scritto che Bublik aveva fatto un miracolo a battere Draper ma due miracoli era più difficile farli e infatti salvo due pallebreak sul 5-1 per Sinner nel primo set Bublik non è stato capace di procurarsi altro. E anche lui ha preso un 6-0… che potevano essere due perché Jannik ha avuto setpoint per il 6-0 nel primo set. Rino Tommasi avrebbe detto che Bublik ha fallito la prova del nove. Avevo anche pronosticato i due italiani in semifinale, sfidando coloro che mi avrebbero dato del menagramo se uno dei due, o peggio tutti e due, avessero perso. I secondi video li abbiamo fatti intorno all’una di notte, quando confesso che ero talmente stanco che non vedevo l’ora di chiuderli, ma la nuova impresa di Djokovic che quest’anno sembrava giù di forma e di morale ma ha battuto il n.3 del mondo Zverev (n.2 fino a pochissimo tempo fa) doveva essere applaudita e celebrata.

Jannik è in una forma tremenda, è stato il miglior tennista del mondo negli ultimi due anni, meritatamente. Ha giocato un tennis straordinario, sempre d’attacco, ed è forte in ogni aspetto del suo gioco. Non ci ho più giocato da un po’ di tempo ma quando l’abbiamo fatto sono stati bei match. In un certo periodo abbiamo giocato tre o quattro match ravvicinati su campi veloci, ma forse sulla terra rossa abbiamo giocato solo una volta a Montecarlo. Una semifinale di Slam contro il n.1 del mondo non ci può essere una occasione migliore per me, cercherò di dare il meglio e di giocare come stasera” ha detto Novak prima di ribadire che “Io so cosa aspettarmi da lui, giocherà sicuramente ad altissimi livelli…ma alla mia età e nelle fasi finali di uno Slam, tre su cinque,  niente può motivarmi di più. Di solito queste situazioni tirano fuori di me il meglio. Come fermarlo? Non penso a questo. Penso a come giocherò io per mettere in pratica quel che voglio fare. Naturalmente ne parlerò con il mio team…”

Oggi i semifinalisti uomini riposano. Beati loro. Il portafogli è già gonfio. Oltre 450 mila euro. Not too bad. In programma invece le semifinali femminili dopo che a mezzogiorno Errani e Vavassori affronteranno Townsend e King nella finale del doppio misto. Alle 15 Swiatek, a caccia del quarto Roland Garros consecutivo, contro la n.1 del mondo Sabalenka, e poi la incredibile rivelazione francese Boisson, n.361 del mondo – una storia mai successa nel tennis per una ragazza così mal classificata quella di raggiungere le semifinali d’un Slam – contro Coco Gauff.