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“Lehecka chi?” L’infelice battuta di McEnroe e un arrivo più lungo del previsto

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Jiri Lehecka non è un perfetto sconosciuto ai piani alti del mondo del tennis. È uno di quelli di cui da cui ci si aspetta il grande exploit, si sussurra “adesso arriva, adesso arriva…” e puntualmente qualcosa guasta i piani. Spesso qualche problema di natura fisico, come lo scorso anno a Madrid, quando fu costretto a ritirarsi dalla semifinale contro Auger-Aliassime. Era probabilmente il favorito alla vittoria per il tennis espresso. La spalla chiese una tregua e i dubbi rimasero come una nebbiolina sui mesi successivi del ceco. Che affronterà Jannik Sinner nel terzo turno del Roland Garros 2025, miglior risultato nello Slam parigino.

Gli inizi

Il primo grande exploit del ceco nel circuito maggiore arriva nel febbraio 2022, con la semifinale a Rotterdam da qualificato. Sempre con un italiano sulla sua strada, in quel caso Lorenzo Musetti, prima di arrendersi a Tsitsipas in semifinale. Da lì iniziò una lenta scalata, che ha avuto la grande soddisfazione all’Australian Open 2023. Quando, al momento di presentare i tabelloni, John McEnroe con la consueta finezza lasciò andare un morbido “Lehecka chi?”.

Be’, tralasciando quanto gridarono allo scandalo i giornali cechi, giustamente crocifiggendo Mc, quelle parole non si rivelarono esattamente un presagio. Lehecka infilò infatti 3 vittorie su 4 match contro teste di serie, la più prestigiosa contro l’allora n.7 del mondo Auger-Aliassime. Da buon ceco, con un gioco curato nei minimi dettagli, solidi fondamentali da fondo, buona manovalanza a rete e soprattutto gran servizio, come dimostrano i 12 ace e il 78% di punti vinti con la prima contro Davidovich al secondo turno in questo Roland Garros. Ma per le soddisfazioni concrete si sarebbe dovuto aspettare ancora un po’.

Il 2024 e l’adios a Nadal

Il primo titolo per Jiri, che per quanto appaia come un veterano del circuito (anche grazie a un fisico statuario) di anni ne ha solo 23, arriva nel 2024. Ad Adelaide, in tre set, batte Jack Draper sul cemento che accompagna all’Australian Open. Un preludio a quello che sarebbe arrivato, per quanto poi il britannico abbia scalato molto più rapidamente i gradini dei piani alti del circuito. Anche se, ad onor del vero, un annetto fa di questi periodi la notizia la rubava più Lehecka. Che è l’ultimo giocatore ad aver battuto Nadal a Madrid, sul Manolo Santana.

Fu una notte lunghissima, con musica, celebrazioni e lacrime, prima del “Gracias, Rafa” finale. Tanto che Lehecka arrivò in conferenza stampa a notte fonda, sereno come avesse battuto nel primo match di giornata un avversario qualsiasi. Segno, e questo va tenuto a mente, di un giocatore che va in campo con la testa sulle spalle per fare il suo gioco, esprimere il suo tennis e rispettare i propri mezzi. Senza alcun tipo di timore reverenziale. E fece scalpore una sua dichiarazione allora, in riferimento a Pedro Cachin che nel match precedente aveva chiesto a Nadal la maglia indossata dopo averlo battuto.

Lehecka rispose così: “Sono andato in campo per vincere. Quando scendi in campo e ci vai per vincere, allora è difficile per me corrergli dietro [a Nadal] e chiedergli se può darmi qualcosa. Non voglio sembrare irrispettoso, è l’ultima cosa che vorrei, ma se stai giocando una partita e stai pensando di chiedere all’avversario di darti qualcosa, allora perché sei lì? È un po’ strano, secondo me. Voglio dire, ognuno può avere la propria opinione su questa cosa”.

Senza paura

Questo è Jiri Lehecka, un ragazzo che va in campo per vincere. Con la passione per le auto da corsa e Tomas Berdych come modello, e per un periodo anche super coach. Nel 2025 ha battuto, lasciandosi andare ad una minima esultanza, Alcaraz a Doha. E punta ora all’altro scalpo più ambito del mondo del tennis, quello di Jannik Sinner. Che non perde contro un giocatore fuori dai primi 30 da Cincinnati 2023 contro Dusan Lajovic. In un’altra vita. Un tabù che il ceco sogna, o meglio spera, di sfatare. Ha già perso due volte, senza mai vincere però set, o mettere in reale difficoltà Sinner.

E sulla terra potrebbe anche essere più complessa la situazione per un giocatore che basa molto del suo gioco sul servizio. Specie contro un ribattitore come Sinner. La sensazione è che però Jiri, che come il n.1 al mondo (seppur a livelli minori) ha praticato lo sci, insieme ad altri sport, sia un osso duro. Scenderà in campo a cuor leggero, senza nulla da perdere, testa sulle spalle e idee chiare. E chissà che una vittoria contro il n.1 al mondo non possa valergli una statua a Knezmost (parte del distretto di Mlada Boleslav) al pari del suo più illustre cittadino, l’architetto Alois Zima. Tra il serio e il faceto, quello è un altro dei sui obiettivi.