Roland Garros, Darderi: “Non riesco a star bene per più settimane di fila” [ESCLUSIVA]
Terra amara per Luciano Darderi quella parigina, dovuta chiaramente anche ad un avversario di prima fascia come Sebastian Korda. Si è così conclusa all’esordio l’avventura al Roland Garros per il n.45 al mondo, che sperava sicuramente in un epilogo migliore per la sua parte di stagione preferita. Ciononostante non è apparso così scoraggiato nel parlare alla stampa, offrendo anzi numerosi spunti su ciò che è stato e che sarà.
“Non sono riuscito a prepararmi molto bene fisicamente negli ultimi tempi“, spiega Luli, “anche se ho giocato bene ad Amburgo le partite 3 su 5 sono diverse. Ho cominciato a stare male nel secondo set ma non è una scusa perché lui è un ottimo giocatore, e anche se la terra non è la superficie preferita è un avversario ostico che prende il tempo. A me dà fastidio il suo gioco. Ero molto teso perché qua ci tengo a fare bene, non riuscivo a stare sciolto come negli altri tornei sulla terra. La cosa è un po’ difficile da gestire, soprattutto dopo la partita visto che sono un pochino giù per il match, ma comunque alla fine sono migliorato tanto dall’anno scorso a quest’anno. Anche se sono uscito al primo turno, visto che ho perso contro un top 25. Bisogna andare avanti, giochiamo il doppio, spero di poter fare una buona preparazione per l’erba, che l’anno scorso mi era piaciuta tanto“.
C’era anche un po’ di preoccupazione per una fasciatura alla caviglia occorsa durante il match, ma Darderi ha subito tranquillizzato: “Mi sono fasciato perché quella prima si era un po’ mossa, ma non era una cosa grave. Sono stato male nelle settimane dopo Monaco, e quindi non sono riuscito a fare due o tre settimane di fila per arrivare qui al 100%. Ci riproverò l’anno prossimo, ci sono altri tornei, anche se questo è speciale essendo sulla terra. Posso tornare l’anno prossimo più forte. Il tennis è così, ti dà e ti leva tutto, adesso l’aspetto più importante è risalire perché non è mai facile perdere al primo turno, soprattutto per me, che solitamente gioco bene sulla terra. Però non ho preso un buonissimo tabellone, una testa di serie al primo turno, anche se lui gioca meglio sul veloce che sulla terra, non è mai facile. Tra giocatori si sa chi gioca meglio dove, lui fa più risultati altrove. Però comunque ha giocato bene, ha preso bene il tempo in campo, ha servito molti ace e molte prime. Sono stato molto teso durante la partita, un po’ nervoso, poi ho visto che la partita mi scappava nei primi game del terzo e del quarto, andati via molto veloci. Lì è stata la chiave“.
Un’annata con un po’ di alti e bassi finora, ma con comunque un titolo in cascina e una top 50 che è ormai dimora fissa: “Valuto bene il mio anno. Ultimamente ho avuto un problema di salute personale, che mi sta compromettendo, anche in Australia mi ero ritirato. Lo stiamo gestendo con il team per cercare di avere più continuità negli allenamenti, ci arriveremo. Spero di poter fare una buona preparazione da adesso in poi. Comincerò a ‘s-Hertogenbosch su erba e continuerò ad allenarmi molto forte fisicamente, perché ci sarà il cambio di superficie. Non gioco sull’erba da un anno, come tutti, quindi bisogna prepararsi bene, i movimenti sono diversi. Ora devo calmarmi e fermarmi un attimo, riflettere con il mio team sulle cose che si possono migliorare, sull’aspetto fisico posso migliorare tanto adesso, anche se il mio punto forte è sui tre set. Sui cinque a un certo punto si cala sia mentalmente che fisicamente, e l’obiettivo è migliorare proprio da quel punto di vista“.
Luciano ha più volte ribadito come l’erba gli sia andata ben a genio nel 2024, addirittura elogiandone alcune particolarità: “Anche se gioco meglio sulla terra cerco sempre di spingere, sull’erba la palla rimbalza sempre bassa e mi aiuta tanto sul rovescio, colpo con il quale qua faccio un po’ più fatica perché la palla non la posso prendere avanti, qui servizio e dritto sono punti forti. Ho fatto buone partite sull’erba l’anno scorso, ho perso con Lorenzo che poi ha fatto semifinale, penso di avere un buon livello, ma dipende sempre chi becchi. Ci sono tanti giocatori buoni sull’erba, ma anche tanti che non sono fortissimi, quindi a volte bisogna avere un po’ di fortuna nei tabelloni, che cambia tanto“.
E infine una chiosa sulla programmazione: “L’anno scorso avevo giocato a Perugia perché non avevo molto ben capito come funzionasse l’erba, ma poi mi era piaciuta davvero tanto. Avevo giocato a Perugia anche per il discorso dei punti da fare per le Olimpiadi, ma anche perché non sapevo come avrei giocato sull’erba, sulla quale mi ero misurato solo da juniores, e volevo un attimo capire, non perdere le settimane che sono il mio punto forte. Quest’anno invece abbiamo deciso di non giocare a Perugia, ma farò ‘s-Hertogenbosch, Halle, Eastbourne e poi Wimbledon. Penso di fare tutti i tornei su erba“.