ATP Indian Wells: Alcaraz in palla supera Shapovalov e i suoi soliti alti e bassi
[2] C. Alcaraz b. [27] D. Shapovalov 6-2 6-4
La vigilia del BNP Paribas Open 2025 è stata costellata da dubbi di ogni genere sulle nuove condizioni di gioco che l’Indian Wells Tennis Garden avrebbe proposto. In tanti hanno fatto una semplice, ma erronea, correlazione basata sul fatto che l’azienda produttrice della nuova vernice applicata sul cemento californiano fosse la medesima di Miami, così in tanti hanno dedotto che lo Stadium 1 e company quest’anno sarebbero stati più veloci del solito. Niente di più falso, visto che semmai il discorso è di angolo di restituzione del rimbalzo più reattivo piuttosto che di mera velocità della superficie che deve necessariamente frenare considerata la rapidità causata dall’aria rarefatta del deserto.
Sta di fatto, che erano sopraggiunte preoccupazioni in merito al fatto che Carlos Alcaraz, due volte campione in carica, fosse penalizzato dalla nuova situazione. Il numero 3 del mondo ha fatto parlare il campo, fugando ogni perplessità e dimostrando che questo torneo rimane uno dei suoi preferiti, forse addirittura il preferito in assoluto che sceglierebbe in caso di partita della vita. Denis Shapovalov, rianimato ai livelli che gli appartengono dal finale di 2024 (trionfo a Belgrado) e dal recente percorso nei due ‘500’ di Dallas e Acapulco (con tanto di rientro in Top 30 da cui mancava dal settembre 2023, condito da 3 affermazioni su Top 10: Fritz, Ruud e Paul), ci ha provato: il primo set è stato anche fin troppo severo per lui, nel cui gioco permangono i problemi di sempre come gli 8 doppi falli – 15 ne aveva commessi nel KO subito per mano di Musetti a Melbourne -. Nebbie che continuano a non diradarsi finendo per compromettere un po’ tutto il marchingegno. 6-2 6-4, dunque, in 1h24‘ che proiettano lo spagnolo agli ottavi per la quarta volta in cinque partecipazioni (solo all’esordio nel 2021 si è fermato al secondo turno, poi una semi e due trofei alzati), dove se la vedrà con Dimitrov o Monfils.
La strada sembra perciò spianata verso il threepeat californiano. Anche perché tanti possibili pericoli sono già caduti, vedi il Djoker nei quarti che nel 2025 l’aveva già sorpreso in Australia, e ad intimorire chi rimane c’è una semplice ma letale sottolineatura: il match di Carlos non è stato perfetto, tutt’altro, in particolare nel primo parziale sono stati diversi gli inciampi. Tuttavia Carlitos è nel suo elemento, e quando si infiamma brucia il campo come Ghost Rider.
Primo Set: il dominio dello strapotere di Alcaraz, le proporzioni del distacco sono però bugiarde
Il match di cartello del tabellone maschile 2025 di Tennis Paradise, l’incontro più atteso di questa prima parte del torneo vede Denis vincere il sorteggio e scegliere di servire. Un unico precedente ma dal grande prestigio: al terzo turno del Roland Garros, con appena 7 games concessi in totale dal campione di Wimbledon. Il canadese comincia nel migliore dei modi da sinistra, siglando due aces consecutivi: al contrario pasticcia con un paio di errori provenienti dalla sua chela mancina (in lunghezza e in larghezza). Soprattutto, è chiarissima fin da subito una “regola” di carattere generale: quando si entra nello scambio, Carlos è nettamente superiore. Alcaraz, infatti, vuole mettere immediatamente le cose in chiaro e delizia il pubblico del centrale – tra cui anche Rohan Bopanna e alcuni spettatori ancora impregnati dello spirito carnevalesco che personificano le api in memoria dell’avventura “pungente” di Carlitos e del mitico Lance Davis, il tutto esaltato dal cartellone Carlos=Stinger – con due circoletti rossi: recupero in avanzamento incrociato smorzato, seguito da una ricorsa all’indietro sublimata dal passante bimane in diagonale ad una spanna dalla riga. Dopodiché sbracciata muscolare lungolinea del suo solito drittone: sono quattro punti consecutivi dal 40-15 iniziale, la striscia si assesta a 7 con tre prime servite ad aprire il proprio turno di servizio inaugurale. Sul 40-0, l’iberico si distrae un attimo ma rimedia prontamente: 2-0.
Shapovalov compromette definitivamente le sue possibilità di rientro nel set, mettendo a segno 3 doppi falli nel terzo gioco di cui 2 consecutivi a metà game. In qualche modo, il mancino nordamericano cancella le prime due palle break, sulla terza ci pensa il classe 2003 di Murcia a mancare di cinismo ma alla quarta chance Carlitos confeziona il 3-0 pesante e Radio Shapo comincia ad andare in onda contro il suo angolo guidato da Tipsarevic.
La testa di serie n° 27 è finora molto fallosa con il diritto, deve limitare i gratuiti se vuole quantomeno tentare di dare una parvenza di equilibrio al match. Denis sta servendo un’ottima percentuale di prime, ma sta pagando in maniera tremebonda la pressione della ribattuta spagnola sulla seconda. Inoltre, nel momento poi in cui inizia il punto Alcaraz sta gestendo gli scambi alla perfezione costruendo proficuamente con due/tre soluzioni cariche prima di finire mediante una veemente accelerazione.
Al servizio per consolidare il doppio break di vantaggio, il numero 3 del mondo dopo aver centrato il primo ace della sua partita si complica la vita con un doppio fallo. In questo quarto game, si intensificano le soluzioni pregiate da parte di entrambi con l’alternanza sapiente dell’uso della clave e del fioretto. Denis è spalle al muro, sa che ritrovarsi sotto 4-0 significherebbe game over della frazione, estrae perciò i picchi meravigliosi del suo tennis ma il problema rispetto all’avversario è che le sbavature sono decisamente più pesanti in termini di conseguenze generate. Dopo il terzo gioco che dura oltre cinque minuti, anche il successivo va ad oltranza (per un tempo complessivo di 15 minuti) ma il copione è sempre lo stesso: Shapo si procura la palla per chiudere il game, nel caso specifico un paio di break point così come si era guadagnato un’opportunità per sbloccarsi sul 2-0, tuttavia alla fine a spuntarla è sempre il quattro volte campione Slam: 4-0 e frazione in cassaforte.
Checché se ne dica il punteggio, qualche piccola imprecisione Alcaraz l’ha commessa, ma su questo campo è talmente a suo agio che semplicemente nei frangenti in cui viaggia a tavoletta domina di puro strapotere agonistico. Ciononostante, si prosegue seguendo il solito canovaccio, per il malcontento di Denis: terzo break, 5-0 e cappotto vicinissimo. In battuta per formalizzare il sigillo al primo set, Carlos va avanti sempre con la stessa modalità: ace, poi doppio fallo. Sul 30-30 va in scena lo scambio sinora più bello con il lob del canadese, a cui l’ex n° 1 ATP risponde rimettendola negli ultimi centimetri di campo. Lo spagnolo però finisce per vanificare il tutto cedendo in rete con il diritto, va in scena un game lottato nel punteggio e dopo 2 set point sfumati finalmente – e meritatamente – Shapovalov cancella lo zero dalla casella. A testimonianza della lotta che si sta consumando, 3 degli ultimi quattro giochi si sono decisi ai vantaggi.
C’è un bel contro-filotto del semifinalista di Wimbledon 2021, con una serie di 8 punti consecutivi (5-2). Alcaraz pensava di aver già concluso la prima pratica, così non è: il secondo tentativo, tuttavia, pur aprendosi con il quarto doppio fallo va a buon fine. È 6-2 in favore di Carlitos in 43 minuti, con tanto di straordinaria demi volée di rovescio, uno score complessivamente bugiardo nelle proporzioni considerando che per quattro giochi di distacco, la differenza di punti vinti recita solamente un +7 Spagna. Se ciò non bastasse, è anche giusto evidenziare che l’iberico abbia commesso più errori non forzati (16 a 12), anche perché è stato colui che ha fatto maggiormente gioco. Il vero dato spartiacque, comunque, è stato il rendimento della seconda palla: 42% contro il 29% canadese.
Secondo Set: andamento più regolare, Alcaraz limita gli errori mentre aumentano quelli di Shapo che annusa il break prima di consegnarsi a suon di doppi falli
Denis rischia seriamente di ricascare in avvio di secondo parziale, l’ennesimo doppio fallo sulla palla game fa accapponare la pelle agli spettatori che intravedono vicina la conclusione del match. Il biondo in campo ne spreca pure una seconda, ma stavolta l’esito è opposto ai primi scampoli di partita. Quella reazione di nervi e personalità che ha dato il là ai due games made in Canada, ha sbloccato psicologicamente il mancino nato a Tel Aviv che forte di quel fresco ricordo, in questa circostanza non si fa irretire dalle occasioni fallite, se ne fabbrica una terza e per la prima volta nel match si porta alla testa dell’incontro (1-0). Il secondo set parte molto più regolare nell’andamento, ma allo stesso tempo con molti meno scambi di qualità e il numero degli errori che mediamente cresce. Da evidenziare, inoltre, come Carlitos – nel match odierno – stia anche verticalizzando con continuità sistemica il suo tennis rimpolpandolo con costanti sortite a rete, dove dimostra tutto il proprio immenso talento manuale.
Il primo momento di pericolo per chi serve, giunge nel sesto game con il ventunenne di El Palmar in battuta: il venticinquenne d’America azzecca un paio di pazzeschi riflessi in risposta e complici i sempre presenti scricchiolii di Carlos, dal 40-0 lo costringe all’oltranza. Lo spagnolo però non toglie il piede dall’acceleratore e in qualche modo si porta 4-3: è il punto di non ritorno, Shapovalov annusato il break smarrisce nuovamente stabilità con la seconda. Altri due doppi falli, il 7° e l’8°, spianano la strada allo strappo finale. Il solito tallone d’Achille del venticinquenne canadese lo ha puntualmente punito, sollecitato ulteriormente dalla personalità e il coraggio con cui il n. 3 ATP spinge, infligge pressione, e fa pagare dazio i momenti down rivali. Il break a marca iberica è l’ultimo sussulto degno di nota della partita, il n.2 del seeding conferma l’allungo salendo 5-3 per poi chiuderla pochi minuti dopo: 6-2 6-4 e Carlos Alcaraz vola agli ottavi.