E poi arriva Watanuki
Un’esplosione improvvisa, una settimana da sogno, una carriera che potrebbe aver finalmente imboccato la strada giusta. Il nome di Yosuke Watanuki, giapponese classe 1998 ed ex numero 2 del ranking junior, fino a pochi giorni fa diceva poco o quasi nulla, ingabbiato in un limbo fatto di qualificazioni mancate e sogni sfiorati. È il deserto californiano a regalare nel più classico dei sogni americani storie di successi, anche inaspettati. Indian Wells lo ha trasformato da comprimario a protagonista, giocatore capace di scrivere il proprio nome nelle zone nobili di un tabellone mai frequentate prima.
Arrivato in California per disputare il quinto main draw di un Masters 1000 in carriera, Watanuki si era sempre fermato prima ancora di vedere il tabellone principale da queste parti. Stavolta, però, il vento del deserto ha soffiato in un’altra direzione. Il suo torneo è iniziato con un’affermazione inattesa (of course…) contro Alexander Bublik, talento estroso ma spesso incostante. Al secondo turno, il destino gli ha dato una mano: Tomas Machac, uno dei giocatori più in forma del circuito, si è ritirato ad inizio secondo set, lasciandogli via libera verso il terzo turno. Qui, l’exploit: davanti a un pubblico schierato a sostegno del padrone di casa, Frances Tiafoe, il giapponese ha giocato una partita perfetta, dominando il numero 16 del seeding con un doppio 6-4. Un successo che gli ha spalancato le porte degli ottavi di finale, traguardo che nessuno con il suo ranking – attualmente numero 349 del mondo – aveva raggiunto dal 2004, quando un allora redivivo Tommy Haas ci riuscì partendo dalla posizione 882.
“Sono senza parole, ma sono davvero felice di essere qui – ha detto a caldo Watanuki dopo la vittoria contro Tiafoe –. La scorsa stagione mi ero infortunato e ora sono semplicemente contento di poter stare in campo“. Il riferimento è alla tendinite al ginocchio sinistro che nel 2024 lo ha tenuto lontano dal circuito per diversi mesi facendolo sprofondare in classifica. Ma ora la rinascita è servita: con questa cavalcata, ha già guadagnato virtualmente 120 posizioni ed è momentaneamente proiettato al numero 212 del ranking.
“La cosa più importante è la mentalità – ha confessato Watanuki – perché a volte mi faccio prendere dalla tensione e rischio di scoraggiarmi. È qualcosa su cui stiamo lavorando tanto. Ora cerco di vivere tutto con più leggerezza, anche quando commetto un errore. Ovviamente colpire un vincente dà più soddisfazione, ma oggi anche uno sbaglio lo accetto in modo diverso. E questa, per me, è la cosa più bella“.
Nel suo angolo, a guidarlo in questa impresa, c’è un volto noto del tennis mondiale: Wayne Ferreira, ex coach proprio di Frances Tiafoe e l’uomo che lo portò per la prima volta in top 10. Un dettaglio che aggiunge ulteriore sapore alla favola di Watanuki, ma che racchiude anche una curiosa coincidenza. Due anni fa, a Miami, il giapponese incrociò Tiafoe per la prima volta, uscendo sconfitto in tre set. Ferreira, allora, era seduto nel box del giocatore americano. “L’avevo notato, ma non ci parlai. Mi fece piacere che fosse lì a seguire il match. Sapevo che era una persona molto calma e disponibile, così ho chiesto alla Federazione giapponese di contattarlo. Poi mi hanno dato il suo numero e l’ho chiamato io stesso. Mi trovo davvero bene con lui“.
Ora Watanuki sogna di spingersi ancora più in là. Il prossimo avversario si chiama Tallon Griekspoor, un altro che di miracoli in questo torneo ne ha già fatti parecchi. Così come il giapponese che, con lo spirito del samurai vede lontano, impegnato com’è a continuare a stupire e a sognare, che tanto…non costa nulla.