Diego Schwartzman rivive le sfide con Nadal: “Contro di lui entravi in campo un po’ avvilito, già battuto in partenza”
La leggenda dei Big Three e i sogni di gloria di un ragazzo argentino. No, non si tratta di un best-seller di Jorge Luis Borges e neanche della sceneggiatura di un vecchio film di Juan José Campanella. Il tennis, si sa, oltre a raccontare storie di punteggi, di numeri e di sfide protratte oltre il tramonto, rappresenta la narrazione esatta di quelle che sono vere e proprie dinamiche di vita. Dentro e fuori dal campo.
Diego Schwartzman, il ragazzo argentino di cui sopra, ha avuto modo – nel corso della sua carriera – di confrontarsi con tutti e tre i “tenori” della splendida sinfonia tennistica degli anni Duemila. Da Roger Federer a Novak Djokovic, passando per Rafael Nadal. Ed è proprio sul fuoriclasse maiorchino che si è concentrata l’attenzione dell’ex tennista sudamericano nel corso di un’intervista rilasciata ad ESPN. “Penso che Rafa, dei tre, sia quello che abbia suscitato più rispetto quando si entrava in campo.“. Ha sottolineato il semifinalista del Roland Garros edizione 2020.
“Non so come spiegare, ma contro di lui era come se entrassi in campo un po’ avvilito. Già sconfitto in partenza.”. Ha specificato Schwartzman. Due settimane fa, del resto, il classe ’92 di Buenos Aires ha appeso la racchetta al chiodo nella sua città natale, ricevendo i complimenti – tramite un tweet sulla piattaforma Social X – proprio dal ventidue volte campione slam. “Sei stato un grande esempio di lotta e volontà. Sono contento che abbiamo condiviso così tanti momenti nel Tour. Goditi i tuoi prossimi passi!“. Recitava il messaggio di Nadal.
Va da sé che il rapporto tra Schwartzman e Nadal si sia cementato torneo dopo torneo, gara dopo gara. Sconfitta dopo sconfitta nel caso del buon Diego. Quest’ultimo, infatti, ha racimolato una sola vittoria (agli Internazionali di Roma del 2020) nei dodici incontri disputati contro l’icona tennistica spagnola (e mondiale, naturalmente). Ma nello sport, come nell’esistenza, a volte bisogna prendere atto dei propri limiti e applaudire il proprio avversario. Semplicemente. Come Schwartzman con Rafa.