ATP Acapulco: Davidovich frena Shapovalov, è finale con Machac. In palio il primo titolo ATP
Sta per calare il sipario sull’ATP 500 di Acapulco. Già, perché l’ultimo atto del prestigioso torneo messicano vedrà duellare, in finale, il tennista spagnolo – numero 48 ATP – Alejandro Davidovich Fokina e il giocatore ceco Tomas Machac (numero 25 del mondo). Per Davidovich (che ha salvato tre palle break sull’1 a 4 nel primo set) è arrivata una splendida vittoria in rimonta – con il punteggio finale di 7-6(3) 7-6(1) – contro Denis Shapovalov, frenando così la striscia di vittorie più lunga in carriera dell’atleta canadese. Ad oggi, il caro vecchio Alejandro, aveva raggiunto una sola finale a livello ATP nei primi 117 tornei giocati. E più esattamente, al Masters 1000 di Monte Carlo del 2022. Davidovich è anche il terzo spagnolo finalista ad Acapulco – dopo Rafa Nadal (2017, 2020, 2022) e David Ferrer (2015) – da quando il torneo si gioca sul duro (2014).
Per ciò che concerne Tomas Machac, invece, il ceco ha regolato – in tre set e con il punteggio finale di 6-4 1-6 6-4 – il tennista statunitense Brandon Nakashima, raggiungendo la finale più importante della sua carriera (la seconda in assoluto dopo quella di Ginevra nel 2024). Il nativo di Beroun, ottava testa di serie del torneo, è il secondo finalista della Repubblica Ceca nella storia del torneo (dopo Jiri Novak, detentore del titolo nel ’98 e finalista nel ’96, quando la kermesse messicana si giocava ancora sulla terra battuta), nonché il quarto tennista con più vittorie ATP (24) dallo scorso US Open. Prima di lui, solo il numero uno del mondo Jannik Sinner (32 vittorie), Alexander Zverev (29) e Carlos Alcaraz (27).
Machac (che qualora dovesse riuscire a spuntarla contro Davidovich entrerebbe per la prima volta in Top 20) disputerà la finale più prestigiosa della sua carriera forte del successo conseguito in quel di Shanghai (2024) nell’unico precedente confronto diretto con il rivale spagnolo.
A. Davidovich Fokina b. D. Shapovalov 7-6(3) 7-6(1)
Le notti magiche di Alejandro Davidovich Fokina. Sì, insomma, non ce ne vogliano gli azzurri della nazionale di calcio, ma i match disputati sin qui dal giocatore iberico sul cemento del 500 messicano hanno esaltato – non poco – il pubblico accorso sugli spalti dell’Arena GNP Seguros. Per Davidovich, a caccia del primo titolo in carriera, è arrivata una vittoria sofferta, maturata al termine di un match tiratissimo, nonché decisamente combattuto.
Nel primo set, infatti, l’atleta originario dell’Andalusia è riuscito a disinnescare – sull’1 a 4 a favore di Shapovalov – ben tre palle break. Un’impresa, una sorta di piccola Odissea, che ha ricordato un po’ il primo turno del torneo in corso, quando il buon Alejandro riuscì a salvare quattro match-point contro uno sfortunato Mattia Bellucci.
Va da sé, naturalmente, che anche il match disputato da Denis Shapovalov sia stato di ottimo livello, con più di un’occasione per provare a imbastire una mini-fuga (Del resto, l’inizio stagione di “Shapo” è stato dannatamente convincente). Epperò, la raffica di colpi col dritto eseguiti da Davidovich e gli otto punti consecutivi racimolati da quest’ultimo nel corso del secondo set, hanno permesso al tennista spagnolo di strappare un meritatissimo pass per la finale dell’Open messicano contro il ceco Tomas Machac (un solo precedente tra i due).
T. Machac b. B. Nakashima 6-4 1-6 6-4
Resilienza e visione. Due ore e sei minuti di gara. Tre set scivolati via a colpi di dritto e con tante variazioni di ritmo. Volendo, potremmo descrivere così il (meritato) successo che ha catapultato il numero 25 ATP Tomas Machac ad un passo dal paradiso tennistico (e dalla sua prima vittoria nel circuito ATP). Il tennista ceco, infatti, ha raggiunto la finale del torneo messicano dopo aver regolato – in tre set – il sempre ostico statunitense Brandon Nakashima.
Per Machac – che qualora dovesse riuscire a vincere la finale contro Davidovich Fokina entrerebbe per la prima volta in Top 20 – tante folate offensive e un tennis piuttosto aggressivo nel corso del primo parziale. Nel secondo, invece, il giocatore classe ‘2000, ha racimolato solamente un game, consegnando, di fatto, il set al proprio rivale.
Nel terzo e ultimo set, il numero 25 del mondo si è dimostrato più solido al servizio e con una maggiore propensione offensiva, sfruttando a dovere alcuni errori (un po’ grossolani) commessi da Nakashima in risposta. Tomas Machac, dunque, andrà a caccia del suo primo titolo ATP e dello scalpo di un ritrovato Alejandro Davidovich Fokina. Le premesse per una gustosissima finale ci sono tutte.