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Февраль
2025

La crisi e l’ennesima sfuriata di Medvedev: “Due pesi e due misure nei confronti dei giocatori russi!”

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Daniil Medvedev è stato eliminato nei quarti di finale del Dubai Duty Free Tennis Championships dopo aver sprecato quattro match point con Tallon Griekspoor: il russo, al termine del secondo parziale, ha scatenato la frustrazione delle occasioni mancate insultando ripetutamente l’arbitro dell’incontro – l’egiziano Adel Nour – che l’ha inevitabilmente ammonito con il classico warning per “unsportsmanlike conduct”. 

“Per quale motivo mi hai dato il warning? I tennisti russi ricevono un trattamento diverso rispetto agli altri, due pesi e due misure” ha tuonato l’ex numero 1. “Sai perfettamente quello che mi hai detto, non azzardarti a fare queste insinuazioni, faccio il mio lavoro in maniera onesta e tratto tutti i tennisti allo stesso modo” ha risposto, piccato, l’arbitro.

La scena non è stata divertente: le sfuriate di Medvedev ormai da tempo hanno oltrepassato il confine del siparietto, diventando – nell’indifferenza generale – qualcosa di più grave. Il russo, in crisi di risultati, ha perso una partita che stava controllando da tutti i punti di vista: emotivo, fisico, tattico e tecnico. Il servizio funzionava, le gambe giravano come nelle migliori giornate, i colpi piatti finalmente scivolavano via sul campo rapido di Dubai: e poi? E poi, improvvisamente, Griekspoor ha deciso di fare uno scherzo alla sconfitta, ribellandosi al suo destino grazie al talento delle volèe: due match point annullati sul 4 a 5, altrettanti sul 5 a 6, un tie break spettacolare, e la rimonta era completata. Medvedev ha perso la testa perché, per la prima volta dopo troppi mesi, stava finalmente disegnando la sua ragnatela: l’esordio con Struff era stato positivo, i passanti con Mpethsi Perricard lo avevano esaltato, Griekspoor stava per cedere e il tabellone sembrava quello giusto per spezzare la maledizione (per certi versi affascinante) della seconda volta. Daniil, campione di Dubai del 2023, non ha infatti mai conquistato per due volte lo stesso titolo: 20 vittorie in 20 tornei diversi. 

L’ultimo successo risale al torneo di Roma di due anni fa: il russo, nel 2023 ed esattamente come quest’anno, difendeva la finale dell’Australian Open, e, ancora, esattamente come quest’anno fu subito eliminato a Melbourne (ai tempi fu un terzo turno con Korda, un mese fa con Tien al scondo turno). Uscì dalla top 10 dopo chissà quanto tempo ma reagì immediatamente, da grande campione: nei mesi successivi vinse – da Rotterdam fino appunto a Roma- 35 partite su 38, alzando il trofeo di cinque tornei (Rotterdam, Doha, Dubai, Miami e Foro Italico). Una progressione impressionante, che gli consentì di tornare rapidamente al numero 2 del ranking ATP. Una progressione – una vera e propria svolta – di cui avrebbe tanto bisogno anche adesso.

Nel 2025 Daniil, tra una sfuriata e l’altra, ha vinto solamente 8 delle 13 partite disputate, raggiungendo al massimo la semifinale di Marsiglia (perdendola oltretutto nettamente con Medjedovic): la classifica sta iniziando a cedere, se è vero che il numero 6 del mondo nel corso del prossimo mese – tra Indian Wells e Miami – difenderà circa 1000 dei suoi 4000 punti, fronteggiando il rischio concreto di un crollo.

Medvedev non raggiunge una finale sul circuito proprio dall’edizione 2024 di Indian Wells (solita sconfitta con Alcaraz) mentre a Miami si fermò in semifinale, lasciando strada libera a Jannik Sinner: i due 1000 americani saranno fondamentali per la stagione e per questa fase della carriera del 29enne di Mosca, perché quelle gambe, forse, stanno iniziando a rallentare. Se al tennis di Medvedev dovessimo per caso togliere le motivazioni e un pizzico di benzina, che cosa rimarrebbe? 

A Dubai, per la verità, i segnali, come dicevamo, sono stati incoraggianti: la palla del russo è tornata ad essere viva, la risposta ha infilzato i grandi servizi di Struff, Perricard e Griekspoor e, infine, gli scatti laterali hanno ricordato quelli veri, del numero 1. L’amaro in bocca delle occasioni mancate (insieme ovviamente al talento dell’avversario) ha però rovinato tutto, causando la più classica delle crisi di nervi e, di conseguenza, un terzo set piuttosto impalpabile: nel corso della conferenza stampa post-partita Daniil, come spesso gli succede, ha raccontato con lucidità la sua versione della partita e del diverbio – chiamiamolo così – con il giudice di sedia: “Ho parlato con Nour al termine dell’incontro e mi sono scusato per quello che ho detto, purtroppo l’adrenalina della competizione ci porta a dire cose sbagliate e che non pensiamo. Sono pentito di quello che ho fatto. E’ un arbitro che rispetto e ovviamente non credo assolutamente che ci siano delle preferenze in base alla nazionalità dei giocatori, agli arbitri non interessa della bandiera o della provenienza di un tennista. Cercano semplicemente di fare il loro mestiere al meglio”. 

Sulla partita ha poi aggiunto: “Non penso di aver perso per la tensione dei momenti decisivi, anzi credo di aver giocato degli ottimi colpi anche nelle situazioni di punteggio più delicate. La verità è che lui è stato più bravo di me, ha costruito la sua vittoria con dei colpi magnifici”. Non è mancato, infine, il pezzo forte del repertorio di Daniil, e ci riferiamo ovviamente alle palline: “Sono lentissime, si consumano in fretta, bisognerebbe cambiarle dopo i primi cinque game e poi ogni sette game, non capisco perché non ci si sia ancora mossi in quella direzione”.