Colangelo: “Sonego non paga il tifo ignorante. Sinner non è dopato, Lance Armstrong lo è”
Se c’è un tennista italiano che ha sorpreso in questa prima parte di stagione, soprattutto rispetto al 2024 vissuto, è senza dubbio Lorenzo Sonego, che ha raggiunto i quarti di finale all’Australian Open 2025. Fabio Colangelo, suo allenatore, ha rilasciato una lunga ed interessante intervista a Fanpage, cominciando innanzitutto dal risultato all’Happy Slam.
“Mentirei se dicessi che c’era da aspettarsi che ottenesse subito un risultato così in uno Slam, cosa che non era mai successa. Speravo che potesse fare bene perché ha lavorato ottimamente nel mese che abbiamo sfruttato per la preparazione. Per come aveva giocato nei primi due tornei, per il buonissimo livello espresso pur vincendo solo due partite, avevo la conferma che stesse facendo le cose molto bene e quindi è stata una piacevole sorpresa. Dire che me l’aspettavo però sarebbe esagerato”.
Poi si è soffermato sull’inizio della collaborazione: “Con Sonego ho iniziato a collaborare l’anno scorso. Loro avevano l’esigenza di avere qualcuno che desse una mano, perché la stagione è talmente dura e lunga che non esiste un giocatore che ha un allenatore capace di coprire tutte le settimane. Ero il direttore tecnico del circolo dove Lorenzo si allenava e quindi lui e il suo vecchio allenatore mi hanno chiesto questa disponibilità. Gipo Arbino? È stato difficile perché per Lorenzo è stata una separazione complicata da un punto di vista personale ed emotivo. Quando lasci una persona dopo che ci sei stato insieme 18-20 anni, non stai semplicemente cambiando allenatore“.
E sugli obiettivi risponde così: “Non viviamo alla giornata, ma ci siamo posti degli obiettivi di miglioramento di crescita e di gioco. Crescita sotto tutti i punti di vista, anche quello fisico e mentale. I risultati poi sono una conseguenza. Non sono un amante del darsi i numeri, Lorenzo ancora meno, quindi dal momento in cui lavora bene e si cresce nelle tre aree del tennis allora i risultati è probabile che arrivino, anche alla luce delle sue qualità”.
Poi un passaggio sulle critiche: “Sicuramente il fatto che stia diventando uno sport sempre più seguito ha i suoi pro e i suoi contro. I pro sono che lo sport della nostra vita sta diventando così importante e sentirne parlare sulla radio, sul TG1, al bar è bellissimo. L’altra faccia della medaglia è che è partito il tifo ignorante, ma ignorante nel vero senso della parola, di gente che non sa e non conosce. È lo scotto da pagare. Fortunatamente io e Lorenzo ce ne freghiamo, quando ho iniziato a lavorare con lui io non leggevo nulla ma la gente mi diceva delle critiche, dei dubbi sulla sua scelta di cambiare. Per esempio mi sono imbattuto di recente in un post sulla sconfitta di Cobolli a Montpellier e per qualcuno Flavio è diventato un incapace. Questo è ridicolo. D’altronde criticano Sinner …“.
Infine la chiosa sulla questione Clostebol: “Se pensiamo che io metto un tweet per dire che Sinner è fortissimo e due-tre persone sotto commentano dicendo che è ‘un dopato’. Come fai ad interagire con persone che sostengono una cosa del genere. Potrebbe aver violato delle norme anti-doping che non vuol dire essere dopati. Ymer non è mica dopato, non ha fatto i test violando delle norme anti-doping. Essere dopati vuol dire essere Lance Armstrong. Jannik non si è mai dopato e lo dice una sentenza di 30 pagine. Ma ci sono pseudotifosi o appassionati che sostengono che ha vinto lo Slam perché dopato. Contro certa ignoranza non si può fare nulla“.