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Sinnergia perfetta

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Non esiste mai una vittoria simile ad un’altra, semplicemente perché un momento non è mai simile ad un altro. La vittoria di Jannik Sinner agli Open di Australia, battendo in finale Alexander Zverev con un emblematico 3-0 (6-3, 7-6, 6-3) è la cosa più simile che ci sia al dominio sul campo, non solo dal punto di vista tennistico, ma anche dal punto di vista mentale. Una riconferma, a 12 mesi di distanza dal suo primo titolo vinto su Daniil Medvedev: allora fu grande rimonta, oggi è semplicemente stato un match senza storia, in cui il numero 1 al mondo ha scavato ancor di più un solco profondo tra lui e tutti gli altri.

Già perché dobbiamo pur sempre ricordarci che in finale Sinner ha affrontato il numero 2 al mondo, Alexander Zverev, battuto per la terza volta in una finale Slam, ma mai in maniera così netta. È alla testa di quel gruppetto di inseguitori che provano ad insidiare lo strapotere di Sinner, e questa partita ci dice che la distanza con il resto del mondo è troppo ampia. “Oggi eri troppo forte”, ha detto Sasha. E lo dicono anche i numeri: record di set consecutivi vinti con i top 10, 22, terzo giocatore a non concedere una palla break in finale dal 2000 ad oggi. Gli altri due Federer a Wimbledon nel 2003 e Nadal allo Us Open nel 2017. Numeri maestosi che danno la misura della grandezza, collocando la vittoria nell’alveo della storia. 

Eppure, guardando Sinner, non si percepisce il peso della gloria. Il ragazzo di Sesto Pusteria rimane fedele a sé stesso: pacato, concentrato, anche nelle interviste, subito dopo la vittoria. E nei gesti: come l’aver consolato Zverev, presentatosi alla premiazione in lacrime. Il tennis italiano festeggia: Sinner è il simbolo di una generazione che ha riscoperto la fame di vittorie, ma è anche un monito per chi si accontenta troppo presto. La strada sarà lunga e Sinner sembra avere tutti gli strumenti per percorrerla fino in fondo. Adesso, con tre titoli del Grande Slam in tasca, il numero uno al mondo guarda avanti. I sogni non si fermano qui. Wimbledon, il Roland Garros, la possibilità di scrivere nuove pagine di storia: il futuro è luminoso. Sogna ragazzo, sogna.