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Australian Open, l’amarezza di Bolelli e Vavassori: “Loro hanno giocato meglio nei momenti chiave”

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Una sconfitta amara e dal sapore di beffa per il tandem formato da Simone Bolelli e Andrea Vavassori. I due tennisti azzurri, giunti oramai alla loro terza occasione mancata per il titolo slam, sono stati sconfitti – con il punteggio finale di 7-6 6-7 6-3 – dalla coppia finnico-britannica composta da Harri Heliovaara e Henry Patten. Di seguito, le dichiarazioni rilasciate da Bolelli e Vavassori durante la conferenza stampa post-gara.

D. Ciao Simone, Ciao Andrea. Quali sono le vostre sensazioni al termine del match?
(Vavassori): “Beh, è stata una gara dal livello decisamente alto. E’ stato difficile rientrare nel match. Ad ogni modo, penso che entrambe le squadre avrebbero meritato di vincere. E a volte, in uno sport come il nostro, bisogna solo accettare il risultato.”

D. Ritenete che l’orario del match vi abbia un po’ penalizzato?
(Vavassori) “Sicuramente. Ho già parlato prima della partita anche con l’organizzazione. L’anno scorso non avevamo il potere di dire nulla perché eravamo ancora indietro nel ranking. Alla fine parliamo di una finale, quella di doppio, che può essere molto bella anche per il pubblico. Soprattutto per loro. Dopo tre ore di match femminile credo che abbiamo iniziato molto tardi, ho dovuto fare l’antidoping alle tre del mattino, occuparmi della stampa, quindi penso che non sia giusto per i giocatori. Tuttavia, ho già detto che Craig è un organizzatore di tornei fantastico e che Melbourne è uno dei nostri tornei preferiti, quindi spero che l’anno prossimo possano cambiare un po’ le cose...”

D. Ritornando alle questioni di campo, quali sono le sensazioni più preponderanti in questo momento?
(Bolelli): “Credo ci sia molta amarezza. Siamo andati molto vicini alla vittoria, dopo un primo set giocato bene. Sinceramente, in campo stavamo molto bene, eravamo belli carichi, abbiamo vinto un primo set pazzesco. Poi abbiamo avuto una piccola chance nel secondo game con una palla break, però, insomma, hanno giocato bene loro nei momenti chiave. Il doppio è così. Abbiamo disputato un ottimo match, tre ore di gara e ce l’abbiamo messa tutta. Volevamo vincere, non ci siamo riusciti e andremo a casa a orecchie basse (sorride). Però, ecco, dobbiamo guardare il bicchiere mezzo pieno, stiamo giocando bene, quindi dimentichiamo questa partita velocemente e andiamo avanti…

D. Qual è il rimpianto maggiore?
(Vavassori): “E’ una sconfitta che fa male, ma non abbiamo molto di cui recriminare. Siamo tra le coppie più forti del mondo, quindi giocheremo per conquistare il gradino numero uno del ranking, quest’anno, e l’obiettivo non cambia. Abbiamo ancora altri tre slam da preparare bene. Sarà dura rientrare adesso a dormire, sono le tre del mattino. Però, ecco, ci siamo abituati. La carriera del tennista è questa, quindi bisogna soffrire e gioire quando si vincono i tornei. Bisogna gioire sempre, festeggiare, però sicuramente oggi fa male e nei prossimi giorni ci renderemo conto di aver raggiunto comunque un grande traguardo. Nonostante tutto.

D. Andrea, quanto siete rammaricati per il fatto che una partita di così alto livello si sia giocata di fronte a pochi spettatori e ad un orario non propriamente ideale?
(Vavassori): Beh, l’ho già detto prima. Giocare di fronte ad un pubblico così esiguo non è consono per una finale slam. Alla fine, nonostante ci siano meno scambi che in una partita del singolare, anche il doppio sa regalare molte emozioni. Sto cercando di impegnarmi per far sì che la situazione al riguardo possa cambiare. Si fanno tanti sacrifici per arrivare a questi livelli.”

D. Da dove si riparte dopo questa sconfitta? Quali sono le differenze rispetto allo scorso anno?
(Bolelli): “Quest’anno eravamo molto più consapevoli rispetto allo scorso anno. Dobbiamo cercare di guardare avanti, nonostante l’ottimo torneo che abbiamo disputato. Bisogna resettare tutto e ripartire. E’ normale che l’amarezza rimanga.

(Vavassori): “Sono d’accordo in parte con quanto detto da Simone. Nel senso che, secondo me, dopo questa sconfitta si riparte più forti di prima. E’ normale che ci sia amarezza, è la vita.”