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Australian Open, Tien: “Fisicamente a pezzi, ma ricorderò questo torneo per tutta la carriera”

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Simpatico questo Australian Open. Non si fa in tempo a essere indicati come nuova stella nascente che arriva Lorenzo Sonego a dirti che c’è tempo. Più che dirtelo, te lo fa vedere sul campo. Così, dopo Joao Fonseca al secondo turno, è toccato a Learner Tien imparare la lezione. Mentre Sonny avanza al suo primo quarto di finale Slam, lo statunitense sconfitto in quattro set ha comunque ottimi motivi per mettere tra i ricordi felici l’Happy Slam, tra i quali le prime tre vittorie in un major, peraltro precedute da altrettanti successi per centrare la qualificazione e il prepotente ingresso in top 100 (attualmente è 80° nella classifica live), Non male considerando che è arrivato a Melbourne “senza aspettative, senza un obiettivo specifico” come dice dopo la sconfitta con l’azzurro. “Quello che ho fatto è surreale, due settimane che ricorderò per il resto della carriera”. Questions, please.

D. Cosa hai imparato da tutta questa faccenda e da dove ripartirai?
“Ho capito che posso vincere a questo livello. Non ho giocato molti match nel Tour, quindi questo risultato è fantastico per la mia sicurezza, all’inizio del mio primo anno in cui sto cercando di giocare una stagione completa nel circuito maggiore.”

D. Come ti senti fisicamente?
“Un po’ a pezzi, piuttosto stanco. Mi sembra che i giorni di riposo siano volati via in fretta e non mi sento fresco da un po’, dal secondo turno [la vittoria su Medvedev 7-6 al quinto, ndr]. Penso che mi abbia un po’ svuotato; ho finito molto tardi quella sera e non ho mai avuto la sensazione di recuperare. Vincere in tre set al terzo turno mi ha aiutato, ma non è stato abbastanza.”

D. Il tuo stile di gioco è unico, riesci a fare molti slice e a cambiare ritmo abbastanza spesso. Da dove hai preso quello stile e chi era il tuo idolo da bambino?
“Non penso di dare troppa importanza al mio stile di gioco, mi viene naturale. Ovviamente contro determinati avversari cerchi di giocare in un certo modo, magari deviando un po’ da quello che fai di solito. Semplicemente, qualunque cosa mi sia venuta in mente nel corso degli anni è più o meno quello che vedi. Non ho mai avuto un idolo da bambino, non guardavo nemmeno molto tennis, l’ho sempre trovato un po’ noioso. Quando ho iniziato a giocare di più e ad apprezzare di più il tennis, è diventato molto più divertente per me guardarlo. Apprezzavo quanto fossero bravi i ragazzi che guardavo, ma non ne ho mai scelto uno da idolatrare.”

D. Il numero 80 ATP ti aprirà un sacco di porte in questa stagione. Ci sono tornei in particolare che non vedi l’ora di giocare?
“Sicuramente gli Slam, sarà il mio primo anno che avrò l’accesso diretto al main draw di tutti gli slam. Uno dei miei tornei preferiti, se non il mio preferito, è Indian Wells e arriverà molto presto. Non sono sicuro se sarò in tabellone, ma non vedo l’ora. È l’unico torneo a cui sono sempre andato ogni anno, quindi ha un posto speciale per me. Se dovessi sceglierne uno, probabilmente sarebbe quello.”

D. Stai giocando su grandi campi, tra la folla, i media, la TV. È stata un po’ travolgente questa esperienza?
“È tutto nuovo, non ci sono molto abituato. Mi piacciono la folla, i grandi campi, tutte cose che da giovane sogni sempre di arrivare a sperimentare. Avere tutto questo tipo di cose che mi vengono incontro in una volta è un bel problema da avere. Lo sto gestendo abbastanza bene e mi piace.”

D. Sai di esserti guadagnato un sacco di fan, in particolare in Asia, e anche in Cina? È per via del tuo nome di battesimo, Learner, che significa Xue Sheng. Sembra così. In realtà il tuo nome completo ricorda a molte persone in Cina, in particolare un famoso scienziato cinese defunto. Quindi le persone tendono a ricordare il tuo nome molto rapidamente ora. Cosa ne pensi?
“Non lo sapevo del mio nome. Sono sempre stato l’unica persona con il mio nome, cosa che mi è sempre piaciuta proprio perché era unico, nessuno mi avrebbe confuso con nessun altro.”

D. Se dovessi scegliere un aspetto delle ultime due settimane dall’inizio delle qualificazioni fino a oggi, quale sarebbe la tua parte preferita di questa avventura?
“ Probabilmente la mia prima vittoria in uno Slam. Era un obiettivo per me all’inizio di questo torneo e di quest’anno in generale. Ero 0-3 negli Slam prima di arrivare qui. Uno dei successi di cui sono più orgoglioso è la mia prima vittoria in doppio a Hong Kong.”

D. Ho sentito che tuo padre è un avvocato e tua madre è una matematica, o un’insegnante di matematica. Hai mai pensato di seguire le orme dei tuoi genitori?
“Crescendo, mio ​​padre era sempre più interessato al mio tennis, mia madre alla mia istruzione, giustamente. Mi davano sempre la possibilità di sceglierne solo uno. Qualunque volessi, potevo scegliere. Ovviamente mio padre mi spingeva un po’ di più verso il tennis e mia madre voleva sempre che mi concentrassi sugli studi. Penso che fosse un buon equilibrio. Non mi sono mai davvero stancato di una delle due. Una era una specie di via di fuga dall’altra. Poi ho capito di voler stare su un campo da tennis invece di fare i compiti. È stato positivo avere sempre avuto entrambe le opzioni, mi ha fatto capire di avere delle scelte e ho fatto la mia. Ovviamente ne sono molto felice (sorride).”