Australian Open – Che chance abbiamo per una semifinale tutta italiana? Intanto Sinner eguaglia Pietrangeli con tanti anni di anticipo
Come nel 2022 (Berrettini e Sinner) l’Italia ha due tennisti nei quarti di finale all’Open d’Australia. Berrettini approdò poi alle semifinali ma perse da Nadal (che avrebbe vinto il torneo) e Sinner si arrese a Tsitsipas già nei quarti, 6-3,6-4,6-2.
Questa volta i due azzurri ancora in lizza sono Jannik Sinner (per la decima volta nei quarti di uno Slam, record di Nicola Pietrangeli eguagliato a soli 23 anni!) e Lorenzo Sonego, per la prima volta giunto a questo traguardo a 29 anni. Dopo 3 stop negli ottavi.
L’Italia è con gli Stati Uniti (Shelton e Paul) l’unica nazione ad avere 2 rappresentanti fra gli 8 superstiti giunti ai quarti i cui accoppiamenti dall’alto in basso sono Sinner-de Minaur (Australia), Shelton-Sonego, Djokovic (Serbia)-Alcaraz (Spagna), Paul-Zverev (Germania).
Stanotte e domattina si giocano i quarti della parte bassa (di notte Zverev-Paul: 0-2 nei confronti diretti, un po’ datati, 2020 Acapulco e 2022 Indian Wells), nel mattino italiano Djokovic-Alcaraz: 4-3 per Djokovic, 2-1 per Alcaraz negli Slam per due vittorie 2023 e 2024 a Wimbledon, una sconfitta al Roland Garros 2023 con crampi.
Non si può non considerare Jannik Sinner – se si sarà ripreso dal malanno che lo ha colto nel mezzo del suo match con Rune…è stato bravissimo a non perdersi d’animo e a venirne fuori – superfavorito nei confronti di de Minaur, per la prima volta nei quarti qui ma battuto 9 volte su 9 da Jannik che gli ha lasciato un solo set in tutti i nove duelli.
E allora l’ipotesi di una semifinale tutta italiana non sarebbe da escludere, constatati gli indubbi progressi di Lorenzo Sonego – risposta, servizio, rovescio, personalità – anche se Ben Shelton che già vanta una semifinale di Slam e un ranking migliore (20 contro 55) sembra avere un potenziale maggiore e armi più dirompenti (potenza, servizio e dritto da mancino): 1 a 1 i precedenti, con Shelton che vinse a Cincinnati nel 2022 e Lorenzo che gli restituì la pariglia al Roland Garros 2023.
Ecco, se si giocasse sulla terra rossa Lorenzo avrebbe qualche vantaggio in più. Qui, con campi molto veloci, Shelton sembra avere un leggero margine.
Però Shelton è un tipo capace di tutto, nel bene e nel male. Ha battuto Musetti dopo aver fatto di tutto per perdere il tiebreak che ha deciso il quarto set: solo che Musetti con il dritto ha fatto più errori di lui. Comunque è stata una partita che si è decisa su un paio di punti.
Sonego ha meno rovescio di Musetti, ma serve molto meglio. E Shelton non è straordinario nella risposta. Insomma Lorenzo, che contro Tien ha fatto 20 ace, potrebbe avere molti punti gratuiti dal servizio.
Questo deve essere anche quello che pensa il suo coach Fabio Colangelo, perché quando gli ho chiesto se – mentre il match Shelton-Monfils era ancora in corso e i due stavano un set pari, un tiebreak vinto ciascuno – avrebbe preferito che Lorenzo si imbattesse in Monfils o in Shelton mi aveva risposto: “Al 51% …contro il 49% direi Shelton, perché non risponde troppo bene e questo per Lorenzo può essere importante. Monfils ha tanta di quell’esperienza…”.
Poi chiaramente Colangelo condivideva il fatto che a 38 anni Monfils, per un match che fosse andato per le lunghe, avrebbe potuto pagare pegno. E difatti Monfils quando si è ritrovato sotto 2 set a 1 (due tiebreak a uno) ha capito che non ce l’avrebbe mai fatta a giocare e vincere altri due set in una giornata molto calda e ancor più umida. E saggiamente si è ritirato.
Insomma a me pare che il team Sonego, manager Corrado Tschabushnig della Top-Seed in testa (“L’altro mio solo giocatore giunto nei quarti qui era stato Dolgopolov più d’una dozzina d’anni fa…; nel 2019 era stato Berrettini in semifinale a New York, poi c’è stata Martina Trevisan al Roland Garros“) sia abbastanza fiducioso alla vigilia di questo nuovo duello italo-americano.
Mi dicono che in Italia i notiziari televisivi nazionali abbiano quasi ignorato l’exploit di Sonego. Non è giusto. Non si deve parlare soltanto di Sinner, solo perché la gente vuole sapere soprattutto di lui…
Speriamo che Lorenzo batta anche Shelton, così non verrà più snobbato.
Shelton può giocare benissimo, e in quel caso è molto dura, ma anche parecchio male. E’ un ragazzone assolutamente imprevedibile che gioca molto d’istinto e con abbastanza poca testa.
Contro Tien sulla John Cain Arena Lorenzo ha giocato una partita quasi perfetta, salvo che nel terzo set, e ha avuto dalla sua anche un po’ di fortuna perché il qualificato Tien, alla sua settima partita consecutiva, era certamente affaticato: ha dovuto mettersi una cosciera, ha chiesto il medical time out, insomma soprattutto nel quarto set non era quasi in grado di difendersi. Lo sforzo compiuto fino alle 3 di notte per superare Medvedev era stato pesantissimo e anche se con Moutet aveva poi vinto per 3 set a zero, il suo fisico non ha retto.
Come direi che non ha retto quello del suo quasi concittadino e quasi coetaneo Michelsen, sconfitto molto nettamente (6-0,7-6,6-3) nel match serale da de Minaur.
I due sono nati a una ventina di km l’uno dall’altro nel sud della California (Irvine e Aliso Viejo) e, amici per la pelle ed entrambi super promettenti, si sono affrontati da quando avevano 9 e 10 anni in svariati tornei giovanili.
Michelsen ha raccontato: “Learner è sempre stato il migliore di tutti noi. Ricordo che i miei amici di allora se dovevano affrontarlo dicevano: Oh My God, mi tocca giocarci contro… Aveva 10 anni e già giocava alla pari contro giocatori di 14, 15 e 16 anni”.
Hanno frequentato il centro di allenamento diretto da Jay Leavitt. Hanno perso entrambi in ottavi, ma da ragazzini non avrebbero mai creduto di riuscire a salire così in alto. Invece l’ascesa è appena cominciata sia per Learner (che ha questo strano nome per via della madre che fa l’insegnante, così come la sorella si chiama Justice…perché il padre fa l’avvocato! Deve essere una famiglia un po’ particolare), che per Alex.
Loro 19enni e ventenni, Gael Monfils con il doppio dell’età, il tennis è veramente sport per tutti. Gael, come dicevo, non ce l’ha fatta a reggere contro Shelton dopo 3 tiebreak, però aveva battuto Fritz n.4 del mondo. Mats Wilander ha detto che se Gael Monfils fosse un musicista sarebbe stato Bob Marley. Di certo Gael, con i suoi risultati, non rischia di essere chiamato “mister Svitolina”, anche se Elina continua a sorprendere e dopo la nostra Paolini ha battuto anche Kudermetova e si trova nei quarti. A battere le russe di certo ci prova una particolare soddisfazione.
John Lloyd non faceva certo risultati simili a quelli di sua moglie (per un certo periodo) Chris Evert (18 Slam in bacheca…) e per questo nel Regno Unito i tabloid più irriverenti lo chiamavano “Mister Evert”. E a lui non faceva piacere. Ma, come detto, Gael non corre lo stesso rischio.
Mi accorgo di aver scritto poco o nulla di Jannik Sinner. E’ vero che viene fatto ormai di dare quasi per scontate le sue vittorie. Non fanno più notizia anche se per ricordare i suoi risultati e record sul cemento con la stessa precocità si deve rispolverare un McEnroe d’annata… 1981.
La sua partita con Rune, che già non era semplice nelle premesse – 2 vittorie ciascuno e grandi battaglie in tre set – si è complicata ancor più per una strana condizione di salute di Jannik, il quale purtroppo ci ha ormai abituato in diversi Slam ad avere giornate di salute incerta. Lui non ha voluto dare dettagli sulle origini del suo malessere. Certo è che a metà terzo set se la deve essere vista brutta.
Ha salvato 3 palle break sull’1 a 1, poi un’altra con un ace nel quinto game, prima di rifugiarsi in un MTO, medical time out, di 11 minuti che ha suscitato un pizzico di ironia in Rune: “Non so che cosa abbiano dovuto fargli così a lungo…”.
Ma i miracoli Sinner li aveva fatti annullando quelle 3 palle break sull’1 a 1. Poi certamente la pausa gli ha giovato ed è probabile che Rune, costretto a fermarsi sul più bello, abbia perso un po’ di quel ritmo che aveva preso…Ma d’altra parte che doveva fare Jannik? Che si può rimproverare? Non è che abbia infranto alcuna regola. Prima ha atteso l’arrivo del fisioterapista, poi è stato dichiarato il medical time out, poi è stato accompagnato negli spogliatoi – dove non è certo andato di corsa, perché forse non ce l’avrebbe nemmeno fatta – e poi è tornato in campo quando era in regola per farlo. Visto dalla parte di Rune, che peraltro di MTO ben meno giustificati e più strategici ne ha fatti diversi in vita sua, si può capire che ci sia qualche borbottio di malcontento. Ma, ribadisco, Sinner non ha fatto niente di scorretto. Dico solo che a parti invertite, i leoni da tastiera che abbondano sui social e anche sul canale YouTube di Ubitennis, avrebbero fatto fuoco e fiamme. In questo caso invece, il fatto che io abbia accennato alla insolita durata di quel MTO, ha dato la stura a tutta un serie di commenti negativi, quando non insulti, nei miei confronti. Questa è la vita oggi. A battere su una tastiera frasi poco educate e carine ci vuole un nano secondo. Soprattutto quando si è nascosti dall’anonimato. Chissà se quelle persone avrebbero il coraggio di dirmi le stesse cose a quattr’occhi, faccia a faccia.
La partita è stata a tratti molto bella. Jannik ha fatto 20 errori gratuiti meno di Rune (che ne ha collezionati 53), quindi ha meritato di vincere. Io avevo scritto che a parer mio chi l’avesse vinta sarebbe stato il principale candidato a un posto di finalista. Non ho cambiato idea. Penso che Sinner, se sta bene…, batterà de Minaur per la decima volta e immancabilmente ringrazierà ugualmente il pubblico australiano anche se avrà fatto il tifo per Alex – Jannik non manca mai di ringraziare il pubblico, è un po’ ruffiano in questo, ma la gente ci casca e lo subissa di applausi e di grida quando lui lo fa…quindi lui fa bene a continuare a farlo anche se a me dopo averlo sentito decine di volte non mi entusiama- dopo di che batterà anche il vincitore di Shelton-Sonego. Ovviamente preferirebbe giocare con Sonego, che è anche suo buon amico oltre che il partner prediletto per il doppio. Inutile dire che sarebbe meraviglioso assistere a una semifinale tutta italiana a Melbourne. Io ci spero, con qualche fondamento anche se penso che Shelton abbia più probabilità di Sonego, senza ritenermi un illuso.
Domattina per voi ci sarà l’ottavo confronto fra Djokovic e Alcaraz. Il primo è qui per vincere il 25mo Slam (e l’11mo in Australia), il secondo per realizzare già a 21 il career Grande Sam che a Rafa Nadal riusciì solo a 24 anni. Il mio pronostico l’ho già fatto nel mio editoriale di ieri. Se ve lo foste perso…capirei il vostro malcelato disappunto. Ma potete sempre recuperarlo qui.