Australian Open, Gael Monfils: “Oggi ho superato il mio limite, ora tifo per Shelton”
Gael Monfils, dopo una corsa che ha mostrato una longevità sorprendente in un giocatore straordinario, ha lasciato il torneo con un misto di soddisfazione e amarezza: la consapevolezza di aver fatto il possibile sino alla fine si mescola al rimpianto di non aver concluso il torneo come sperava. Nonostante il risultato, il francese ha parlato con il sorriso di chi, anche nelle difficoltà, sa trovare motivi per essere felice. “Sono sempre contento. C’è sempre qualcosa di positivo. Non ho finito il match, ma sono soddisfatto di tutto quello che ho dato oggi.”
La mentalità di Gael deriva da quelle lezioni che non impari da solo, ma che sono frutto dell’educazione che ricevi: “I miei genitori mi hanno cresciuto così. Mi hanno insegnato valori importanti e sono stati severi per educarmi in questo modo. Quando fai sport, devi essere felice, perché sei fortunato a farlo. È un lavoro, ma è anche una passione, e se dai tutto, devi essere contento.”
Purtroppo, oltre alla felicità per il torneo, c’è anche il dispiacere nell’averlo chiuso per ritiro. Questo è dovuto a una decisione derivante da condizioni fisiche penalizzanti maturate nel corso della settimana trascorsa. “È stato un torneo lungo e faticoso, con tante partite e ore in campo. Ci sono giorni più difficili, e oggi ho superato il mio limite.”
Uno dei momenti più belli della giornata è stato il caloroso scambio di parole con Ben Shelton durante la stretta di mano finale. Monfils ha mostrato grande affetto per il giovane americano: “Adoro Ben. È un ragazzo pieno di energia, una persona fantastica. Mi piace trascorrere del tempo con lui, parlare, ridere. È sempre difficile giocare contro qualcuno che ami, ma mettiamo in campo lo spirito combattivo. Ora farò il tifo per lui.” Lo spirito combattivo e la grinta di Ben sono certamente contagiosi e l’americano dovrà ora vedersela con uno dei giocatori con più cuore di tutto il circuito, ovvero il nostro Lorenzo Sonego.
Quando gli è stato chiesto della presenza di Elina Svitolina, sua moglie, sugli spalti, Monfils ha descritto quanto sia più stressante osservare qualcuno a cui tieni giocare una partita piuttosto che affrontarla personalmente: “Quando giochi tu, puoi controllare gambe, strategia, tutto. Ma guardare qualcuno che ami è molto più difficile, perché puoi solo parlare e cercare di trasmettere calma. È stressante, ma cerchi di non mostrarlo troppo.” La coppia aveva recentemente portato a termine quello che diremmo essere un obiettivo di coppia alquanto unico, ovvero spodestare lo stesso giorno le due teste di serie numero 4 del torneo. Elina si è spinta più in là di Gael, raggiungendo, a scapito della russa Veronika Kudermetova i quarti di finale, eguagliando il suo miglior risultato nel torneo.
Sul piano tecnico, Monfils ha riflettuto sulla sfida di affrontare avversari nuovi come Ben Shelton e veterani come Novak Djokovic, contro il quale non è mai riuscito a vincere nonostante molti incontri ravvicinati (Gael, a causa di Nole, detiene il record negativo di 20 sconfitte e 0 vittorie contro un solo giocatore). “In allenamento conosci tutti i giocatori, ma in partita è diverso. Con Ben ho imparato nuove cose da aggiungere al mio libro, ma con Djokovic il libro è già pieno. Con Novak continuo ad aggiungere pagine. Lui è l’unico contro cui non ho ancora trovato la soluzione. Ho una forte convinzione di poterlo battere, ma il suo gioco si adatta perfettamente al mio.” Monfils non perde comunque l’entusiasmo. Ha vinto un torneo ad Auckland e il giorno dopo era ad allenarsi. Tuttavia, stare fisicamente bene e sentire di avere un buon momento non basta, perché non sempre il corpo risponde come si spera. Pertanto, Gael si pone in modo molto critico: “Devo lavorare diversamente e fare aggiustamenti per i cinque set”. Per quanto la carriera di Monfils stia tramontando, la felicità che lui ha maturato in questi 20 e più anni sui campi la porteremo sempre con noi.