L’ITIA organizza due eventi formativi sui casi doping ma si presenta solo Eubanks
I recenti casi legati al doping e tanto inaspettati quanto clamorosi di Jannik Sinner e Iga Swiatek hanno generato grandissimo rumore. E mentre i veri appassionati cercavano di capire cosa stesse accadendo, sui social era già cominciata la battaglia. Battaglia alla quale ha partecipato chiunque, da giocatori a ex-giocatori, da addetti ai lavori a coach e molti altri, ma la parola d’ordine di tutta la faccenda è stata una e una soltanto: confusione, per non dire ignoranza. Quante dichiarazioni del tutto scollegate dalla realtà abbiamo dovuto leggere? Quante volte abbiamo detto: “Ma l’hai letta la sentenza?” e quante volte ce lo siamo sentiti dire?
Proprio a causa della diffusa disinformazione riscontrata nel polverone alzatosi intorno ai due casi l’ITIA (Agenzia Internazionale per l’Integrità del Tennis) ha deciso di indire due sessioni informative per trattare e spiegare quanto accaduto nei due casi (tra di loro leggermente diversi) e quali siano le norme e le procedure.
La notizia sconsolante è che l’unico tennista ad essersi presentato è stato Christopher Eubanks (un quarto di finale slam in carriera, Wimbledon 2023), uscito contro Boyer all’ultimo turno di qualificazione e in Australia nella speranza di essere ripescato come lucky loser nel tabellone principale. Eubanks, che alla carriera di tennista professionista affianca quella di commentatore televisivo, ha sempre mostrato grande interesse per quanto riguarda gli aspetti tecnici del gioco, in campo e non, ed è stato infatti match analyst per Tennis Channel.
Adrian Bassett, direttore delle comunicazioni per l’ITIA, è rimasto colpito non solo dalla presenza di Eubanks, ma anche dalla sua preparazione: Eubanks è arrivato all’incontro con i PDF delle decisioni scaricati e annotati sul suo iPad, oltre a una lista di domande già scritte. Durante l’evento il tennista americano è stato intervistato da Ben Rothenberg per ‘The Second Serve‘ ed ha rilasciato dichiarazioni molto interessanti
“È stato un po’ deludente, direi, sentire affermazioni fatte pubblicamente che, sulla base della mia comprensione delle regole, semplicemente non erano veritiere” ha detto riferendosi alle parole di molti, colleghi e non, sui due casi.
Una voce che Eubanks ha ascoltato – e ritwittato – è stata quella di Richard Ings, ex giudice di sedia e in seguito responsabile del programma antidoping dell’ATP e dell’Associazione Australiana anti-doping (ASADA). “Mi ritengo abbastanza intelligente per ascoltare persone più intelligenti di me,” ha detto Eubanks. “E quindi, dato che Richard aveva maggiore esperienza in questo campo, era una delle persone che seguivo sui social per ottenere qualche tipo di approfondimento.”
Man mano che acquisiva competenze sull’argomento, Eubanks riusciva spesso a correggere ed informare i suoi colleghi tennisti in alcune conversazioni, come quando continuavano a dire che Sinner doveva aver fatto qualcosa di sbagliato per vedersi annullare i punti e il premio in denaro guadagnati a Indian Wells, il torneo in cui è avvenuto il test positivo.
“Cercavo di ribadire che si tratta di una regola procedurale“ ha affermato. “Questo deve accadere ogni volta che c’è un risultato positivo di un campione preso durante una competizione. Non è una cosa discrezionale… Penso che fosse una delle cose più frustranti perché dicevo ‘Ragazzi, è scritto nel rapporto! È proprio lì! Potete tornare a controllare il regolamento vero e proprio e vedere. Dai, ragazzi. È chiaramente scritto nero su bianco.’”
L’americano è anche andato oltre, si è informato su casi simili a quello di Sinner, e quando qualcuno gli chiedeva se secondo lui sarebbe andata diversamente se al centro della vicenda ci fosse stato qualcuno di diverso dal campione altoatesino rispondeva citando il caso di Marco Bortolotti, divenuto piuttosto noto da noi in Italia ma verosimilmente semi sconosciuto all’estero:
“E’ successo a Marco Bortolotti. Il suo rapporto ITIA è facilmente accessibile, e potete controllarlo. È risultato positivo a un test anti-doping durante un torneo alla fine del 2023. È stato notificato tra gennaio o febbraio. Ha presentato la sua risposta; gli è stato permesso di continuare a giocare, e poi hanno stabilito ‘Nessuna colpa o negligenza.’ È stato lo stesso identico processo – a parte ovviamente molti dettagli relativi a come il clostebol sia finito nell’organismo di Sinner. Ma, in sostanza, questo processo era esattamente lo stesso. E quando ho menzionato Bortolotti, la maggior parte dei giocatori non lo conosceva. Così, spesso mandavo loro il rapporto dicendo: ‘Leggetelo! È lo stesso, ed è molto più breve di quello di Sinner.’”
La diligenza di Eubanks è sicuramente da ammirare, ma è inaccettabile che, dopo che si è parlato tanto (e a sproposito) del caso Sinner che nessun tennista di alto livello, specialmente quelli più coinvolti nella vicenda e con molto tempo libero in queste settimane, si sia presentato agli incontri.