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Compagni che stuprano: a Bologna le femministe denunciano le violenze sessuali degli antifà

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Dai compagni che sbagliano ai compagni che stuprano: la clamorosa denuncia arriva da Bologna. Gli antifascisti locali avrebbero fatto il blitz alla festa delle donne, uno stridente contrasto con gli slogan dell’estrema sinistra. Le femministe di Bologna hanno denunciato stupri e violenze nelle sedi dei movimenti autonomi: dopo la manifestazione sono state picchiate, perquisite e filmate dai “compagni”

A riportarlo alcuni blog delle realtà antagoniste. «Stanotte – si legge sul blog della rete sotterranea transfemminista – alcune nostre compagne hanno subito un agguato in pieno stile squadrista dalle compagne e dai compagni autonomi, baluardo dell’antifascismo bolognese, che però non riescono a fare i conti con i problemi di violenza e stupri che hanno al loro interno». Il post continua fornando il dettaglio: «Vi raccontiamo i fatti: stanotte delle compagne hanno deciso di fare un giro scritte per denunciare i fatti e le realtà che agiscono violenza all’interno degli spazi sedicentemente compagni».
Le femministe, su via Carracci, si sono accorte di essere seguite da un compagno autonomo che, con fare intimidatorio, è stato raggiunto da altri compagni. Le compagne, a quel punto, si sono ritrovate braccate, spintonate, prese a pugni e schiaffi in faccia, filmate e perquisite».

«L’ora di difenderci nei nostri stessi spazi è passata – prosegue il post delle compagne – è l’ora che ad avere paura, a provare vergogna e a non sentirsi al sicuro siano coloro che agiscono violenza! Se si sceglie di difendere i violenti, si è violente a propria volta. Quando inizierete a fare la caccia alle streghe, sarete violente a vostra volta. E noi, al machismo squadrista e patriarcale rispondiamo con sorellanza attiva e reti di mutuo supporto».

I precedenti sono eclatanti. A Parma, ha fatto scalpore quanto avvenuto nel settembre 2010.  Non solo una violenza di gruppo, già di per sé deplorevole, ma anche il tentativo di tenerla nascosta per anni, di convincere la vittima a non denunciare e a ritrattare la sua versione per non far finire la storia in tribunale o limitare le conseguenze dei responsabili di fronte alla legge. Lo stupro avvenuto nel 2010 a Parma nella sede della Rete antifascista di via Testi ai danni di una giovane mantovana in stato di incoscienza, assume contorni sempre più inquietanti. A denunciare la vicenda, parlando di omertà e pressioni sulla vittima che all’epoca degli abusi era appena maggiorenne, fu il blog “Abbatto i muri”. Compagni che sbagliano e che stuprano.

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