ru24.pro
Secolo d'Italia.it
Февраль
2025
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21
22
23
24
25
26
27
28

«Delmastro va assolto»: la Procura di Roma smonta (di nuovo) il processo. I giudici l’ascolteranno stavolta?

0

La Procura di Roma ha chiesto l’assoluzione del sottosegretario Andrea Delmastro, imputato per rivelazione di segreto d’ufficio in relazione al caso dell’anarchico Alfredo Cospito. A formulare la richiesta in aula, davanti ai giudici dell’ottava sezione penale, il pm Paolo Ielo, procuratore aggiunto all’epoca dell’inchiesta, e la pm Rosalia Affinito, secondo i quali manca l’elemento soggettivo del reato. La sentenza è attesa per il pomeriggio.

Lo strano caso del processo a Delmastro: a processo nonostante il no della pubblica accusa

La richiesta di assoluzione non arriva inaspettata: per la Procura il processo a Delmastro non si sarebbe dovuto celebrare. Per ben due volte, infatti, la pubblica accusa aveva avvertito di non riscontrare elementi per andare avanti e per ben due volte si è trovata di fronte giudici che hanno deciso diversamente: la prima nel luglio del 2023, quando a fronte di una richiesta di archiviazione da parte del pm il Gip ha disposto l’imputazione coatta; la seconda nel novembre dello stesso anno, quando il Gup ha respinto la richiesta di proscioglimento. Due circostanze giudicate quanto meno “inusuali” tanto da chi si occupa di diritto quanto da chi frequenta le aule di tribunale.

Il Pm chiede l’assoluzione e ricorda che aveva già chiesto l’archiviazione

Nella sua requisitoria di oggi Ielo ha ribadito la posizione della Procura, chiarendo di aver «studiato» in maniera approfondita la circostanza al centro dell’accusa, ovvero che Delmasto avrebbe rivelato il contenuto di atti non rivelabili. «Mi vorrei muovere dall’idea di segreto: tutti, fin dall’inizio sapevano che questa roba era “segreta” o “non segreta”, io non lo sapevo e mi sono messo sui libri per studiare. Come faccio sempre», ha detto il pm, ricordando che «abbiamo prodotto la richiesta di archiviazione» e sottolineando che «non ci spostiamo di un millimetro da qui».

Il richiamo della Procura: per il sottosegretario «deve valere lo stesso principio per vale per tutti»

Per Delmastro, difeso dall’avvocato Giuseppe Valentino e presente in Aula, deve valere lo stesso principio che vale «per tutti i cittadini» ha avvertito il pm, ricordando che un processo analogo con imputato diverso celebrato qualche settimana prima e nel quale la richiesta della Procura è stata la stessa: «Richiesta di assoluzione per mancanza dell’elemento soggettivo». Sostanzialmente per i rappresentanti dell’accusa le notizie riferite da Delmastro a Giovanni Donzelli, che poi le riferì in Parlamento nel febbraio 2023, in relazione a un dialogo intercettato in carcere fra l’anarchico Cospito e altri detenuti di camorra e ‘ndrangheta al 41bis, erano segrete ma manca l’elemento soggettivo del dolo, vale a dire che il sottosegretario non sapeva si trattasse di notizie segrete quando le ha divulgate. Un convincimento che la Procura aveva maturato già nelle fasi preliminari del processo e che evidentemente ha trovato corroborato nello svolgimento delle udienze.

L’antefatto: come il caso politico è finito in tribunale

Il procedimento scaturì da una delle varie denunce con cui il deputato di Avs Angelo Bonelli ha ritenuto di spostare in un tribunale questioni prettamente politiche. Dopo un iniziale rifiuto, sono stati ammessi come parte civile i parlamentari del Pd Andrea Orlando, Silvio Lai, Debora Serracchiani e Walter Verini. Si tratta dei dem che incontrarono Cospito in carcere, nei giorni incandescenti in cui gli anarchici portavano la guerriglia nelle piazza per sostenere l’abolizione del 41 bis. Il tema incendiava la politica, con il governo e il centrodestra impegnati a mantenere la barra dritta sul carcere duro e parte dell’opposizione che reclamava attenzione per lo sciopero della fame inscenato da Cospito, di fatto aprendo un pericoloso spiraglio per l’indebolimento della misura.

I parlamentari dem che si sono costituiti parte civile

Quando si scoprì, per le rivelazioni oggi al centro del processo a Delmastro, che Cospito e gli esponenti della criminalità organizzata in carcere ragionavano di come capitalizzare le proteste di piazza per liberarsi del carcere duro, nelle file dem l’allarme scattò non per il contenuto della conversazione, ma per il fatto che fosse stato divulgato e i quattro parlamentari che erano andati a trovare Cospito decisero di costituirsi parte civile.

L'articolo «Delmastro va assolto»: la Procura di Roma smonta (di nuovo) il processo. I giudici l’ascolteranno stavolta? sembra essere il primo su Secolo d'Italia.