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Firenze, muri d’odio all’università: “Viva Hamas: con i caccia e con i Mig bombardiamo Tel Aviv”. E l’ateneo non condanna

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«Ci si può davvero sentire al sicuro all’Università di Firenze?». La domanda non è retorica, e a porsela sono gli studenti dell’associazione Studenti per Israele, che da giorni denunciano un clima sempre più teso nei corridoi dell’ateneo. Il motivo è un’inquietante scritta pro Hamas comparsa la scorsa settimana sui muri della sede di piazza Brunelleschi, dove si tengono i corsi di Lettere e studi umanistici.

Studenti «accecati dall’odio» che inneggiano ad Hamas

Viva Hamas, Hezbollah, gloria eterna a Nasrallah. Con i caccia e con i Mig, bombardiamo Tel Aviv“. Non un graffito qualunque, ma un condensato di odio senza filtri, segnalato dai social dell’associazione Avanguardia e riportato oggi dal Foglio. E c’è chi, come Fausto Recupero, studente di Economia e tra i promotori dell’associazione per Israele, non ha dubbi sulla gravità della situazione: «Riprende una canzoncina ironica della Zanzara, ma la cosa grave è che questi la prendono sul serio e ci credono davvero, per come sono accecati dall’odio».

Svastiche e stelle di David

Eppure, il fanatismo serpeggia da tempo (nella foto, alcune scritte comparse nei mesi scorsi in Italia). Dopo il 7 ottobre, infatti, al campus di Novoli iniziarono a comparire stelle di David affiancate a svastiche. Un messaggio neanche troppo velato che ha lasciato di stucco molti e che ha dato la spinta alla nascita di Studenti per Israele, nata proprio per contrastare l’antisemitismo latente che, tra scritte, intimidazioni e silenzi istituzionali, sembra aver trovato terreno fertile nell’ateneo fiorentino.

Professori “non allineati” nel mirino

Ma c’è di peggio. A maggio scorso, i collettivi di sinistra si erano spinti fino a minacciare un docente del dipartimento di Scienze giuridiche, marchiando la porta del suo ufficio con il simbolo ebraico e riempiendola di insulti. Un episodio che non aveva provocato particolari reazioni da parte di chi, responsabile nella struttura, avrebbe invece dovuto prevenire la deriva antisemita.

A Firenze ci si dissocia da tutto ma non da Hamas

Eppure, la solerzia dell’Università di Firenze nel prendere le distanze non sembra valere per tutti i casi. Quando a inizio mese la Tel Aviv University aveva organizzato un evento sul tema L’antisemitismo, la Shoah e l’identità ebraica oggi, la dissociazione dell’ateneo era stata fulminea e perentoria: «Non abbiamo collaborato in alcun modo all’iniziativa e non abbiamo autorizzato l’utilizzo del nostro logo», specificando persino che «una docente parteciperà a titolo personale, nell’ambito della sua attività di ricerca».

Pro-Pal cambiano la toponomastica a Firenze

La “prontezza” mostrata in questa occasione viene a mancare invece di fronte a coloro che inneggiano ai terroristi e invitano a sganciare bombe sulla metropoli israeliana. Nessuna presa di distanza. E intanto in città la propaganda degli studenti pro-Pal continua, con azioni sempre più visibili. Lo scorso autunno, i Giovani palestinesi si erano spinti fino a rinominare le piazze del centro, ribattezzando Piazza San Marco con il nome di un giornalista di Gaza. Un atto vandalico, di certo, ma che rende perfettamente il clima in cui la faziosità ha sostituito il dibattito, e in cui l’odio prende il posto del confronto.

L’università che legittima i giovani vandali

Intanto, il problema resta: chi scrive certe cose si sente legittimato a farlo, e nell’istituzione guidata dalla rettrice Alessandra Petrucci perché non scatta una categoria presa di distanza dai pro Pal? Se dissociarsi dall’evento dell’istituto israeliano era ritenuto “necessario” per calmare le proteste dei collettivi rossi, allora la domanda sorge spontanea: non sarebbe stato il caso di “calmare” – con parole decise – anche i “writers” fans di Hezbollah ed Hamas che si divertono a spaventare gli studenti ebrei?

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