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Bolzano, il 15enne arrestato per terrorismo è figlio di islamici: il radicalismo che la sinistra non vede

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Non è un «suprematista bianco xenofobo»  il quindicenne arrestato a Bolzano dalla Sezione antiterrorismo della Digos. L’identità del ragazzo è protetta come naturale che sia, ma – come rivelato dal Giornale- non è quello l’identikit sbandierato a caratteri cubitali da alcuni giornali e amplificato da un pistolotto delirante dell’Anpi che arrivava a dare la colpa al “clima” che si respira col governo Meloni. Il ragazzino accusato di partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo, fabbricazione ed utilizzo di ordigni esplosivi, porto abusivo di armi, danneggiamento aggravato, detenzione e diffusione di materiale pedopornografico è  un italiano di seconda generazione: nato in Italia e figlio di immigrati (del tutto estranei alle indagini) provenienti da un Paese islamico. Un ragazzo – secondo le informazioni raccolte dal quotidiano di Sallusti- “perfettamente integrato con il territorio – tanto da parlare correttamente italiano e tedesco – ma pronto al martirio per la causa dell’islam”.

Il baby satanista di Bolzano è un nazista islamico

Abbiamo un gosso problema di radicalismo islamico in casa nostra- il Capodanno di Milano ne è la prova provata-. Eppure la sinistra ha provato subito a strumentalizzare la notizia attribuendola ad un clima derivante in qualche modo dal governo di destra.  E’ passata quasi del tutto sotto silenzio la notizia – pur presente sul sito della Polizia di Stato- che sul cellulare c’erano anche filmati delle frange più radicali dell’islam: come video sullo Stato islamico, immagini di attentati e decapitazioni. Sappiamo che il giovane voleva votarsi al martirio,  avrebbe fatto ricerche online su motori di ricerca con intelligenza artificiale per indagare su cosa si provi durante un suicidio con esplosivi. Secondo gli inquirenti il ragazzo – oggi recluso nel carcere minorile di Treviso – era pronto a compiere attentati;  a fabbricare bombe grazie ai tutorial trovati in rete; a uccidere qualcuno realizzando un video con l’intenzione di trasmettere le immagini in un sito internet russo del dark web. Si tratta di un ragazzo che fa parte della generazine dei nuovi italiani a cui con lo ius soli si vorrebbe dare  la cittadinanza in automatico.

Non è un suprematista bianco

Nel canale Telegram di estrema destra filorussa dov’era entrato e figurava come uno dei membri più attivi, il gruppo stava pianificando quella che chiamava la “Settimana del terrore”: l’uccisione in diversi Paesi di soggetti vulnerabili (come i clochard) da filmare e poi condividere su un sito russo con il resto degli adepti, come prova di fedeltà e appartenenza all’organizzazione. Il giovane neonazista islamico era di casa sui canali Telegram dove si vendono impunemente anche armi e droga da pagare in Bitcoin o cryptovalute.

L’Anpi “incolpò” il governo

Vale la pena di ricordare il folle commento che l’Anpi dell’Alto Adige scrisse, risalendo all'”obiettivo” prefewrito: il governo: “Le risposte delle istituzioni, della politica, della stessa società civile sono troppo deboli – scrisse l’Anpi –: troppa l’indifferenza e la subalternità. Mentre crescono in tutto il mondo forze politiche e, addirittura, governi che, pur condannando formalmente la violenza, attuano politiche concrete oggettivamente conniventi con l’estrema destra”. Stendiamo un velo pietoso.

 

 

 

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