Compagni che sprangano: da Padova alle università romane, tutti i raid dei violenti rossi
L’ultima aggressione è avvenuta a Prato della valle, nel Padovano: vittime 6 ragazzi di CasaPound, prima accerchiati e poi picchiati da un gruppo di oltre 20 attivisti dei centri sociali. Per quella violenze un 32enne dell’organizzazione di destra rischia di perdere un occhio.
Ma la lista delle violenze rosse è piuttosto lunga. L’antifascismo militante sa dove colpire, ultimamente l’obiettivo preferito degli antagonisti è l’università. A novembre 2024, a La Sapienza, i collettivi dell’estrema sinistra universitaria hanno impedito fisicamente i volantinaggi ai ragazzi di Azione universitaria, con un fitto lancio di bottiglie, arrivando al culmine dell’aggressione fisica.
Un mese dopo, all’università romana di Tor Vergata, un altro raid contro i giovani di Au: stavolta sono stati distrutti i banchetti.
Violenti rossi in servizio permanente effettivo
Anche i ragazzi di Gioventù nazionale, sigla giovanile del partito di Fratelli d’Italia, hanno avuto a che fare con una serie di intimidazioni quali atti vandalici nei confronti delle loro sedi come quella situata nel quartiere romano della Garbatella, zona in cui alberga il centro sociale occupato “La strada”. I ragazzi di Gn trovano molto spesso vandalizzate le serrande del proprio circolo e scritte minacciose appaiono periodicamente nei muri antistanti. Minacce firmate anche con acronimi come Fgc (Fronte della gioventù comunista) e con la classica falce e martello.
Cambiare rotta: identikit dei compagni violenti
La cronaca si intreccia con la storia recente. È il 25 ottobre 2022: il collettivo rosso “Cambiare rotta” cerca di bloccare l’accesso alla facoltà universitaria “La Sapienza” di Roma all’attuale direttore di Libero Daniele Capezzone e al presidente di Gioventù nazionale Fabio Roscani. I militanti antifascisti si scontrano con la polizia fuori dal dipartimento di scienze politiche: a causa del clima di terrore e per ragioni di sicurezza, il congresso organizzato da Azione universitaria non ha più luogo.
Il 23 aprile 2024 sono sempre i compagni di Cambiare rotta a tentare di ostacolare l’ingresso dei ministri Antonio Tajani e Annamaria Bernini al Politecnico di Torino. Ancora, qualche settimana dopo, renderò impossibile l’intervento del ministro Eugenia Roccella durante gli stati generali della natalità. Il 30 settembre tocca ad Alessandro Giuli finire oggetto delle proteste di Cambiare rotta. Un trattamento speciale per il suo “battesimo” da ministro della Cultura: il collettivo organizza un sit in per protestare contro la sua presenza negli spazi universitari. Il neo titolare del dicastero è all’università si è appena recato per dare l’ultimo esame prima della laurea.
Gli antagonisti hanno provocato i militanti di destra anche alla festa nazionale di Atreju del 2024 e imbrattando i muri vicini del Circo Massimo con alcune scritte contro il presidente argentino Javier Milei. Provocazione non raccolta e caduta nel nulla: tanto per capire da che parte stanno i violenti.
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