Usa-Russia, a Riad prove tecniche di dialogo. Rubio: “L’Europa sarà al tavolo dei negoziati”
Occhi di mezzo mondo puntati su Riad, dove si sono svolti i primi attesi colloqui tra Stati Uniti-Russia in vista di un cessate il fuoco, tutto da costruire, tra Kiev e Mosca. Un faccia a faccia durato oltre 4 ore tra gli emissari di Trump e Putin: il segretario di Stato degli Usa, Marco Rubio, e il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov. Presenti anche, per la parte statunitense, l’inviato speciale per il Medio Oriente Steve Witkoff e il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz. Per i russi, oltre al ministro degli Esteri, anche il consigliere presidenziale Yury Ushakov e il capo del fondo sovrano Kirill Dmitriev.
A Riad primi negoziati Usa-Russia dopo il gelo
In Arabia, dunque, il primo segnale di disgelo tra Casa Bianca e Cremlino, anche in vista della preparazione di un meeting tra Putin e Zelensky. Marco Rubio ha definito l’incontro “il primo passo di un viaggio lungo e difficile” e ha sottolineato che “resta ancora molto lavoro da fare”. Eventuali concessioni da parte della Russia saranno “il frutto di un lungo e difficile processo diplomatico che si svolgerà a porte chiuse”. Centrato comunque il primo obiettivo della riunione a Riad, quello di stabilire linee di comunicazione dopo un lungo periodo di silenzio tra Washington e Mosca. Il segretario di Stato Usa ha anche assicurato la presenza dell’Europa al tavolo delle trattative sull’Ucraina. “L’Europa ha imposto sanzioni alla Russia e quindi anche l’Europa dovrà sedersi al tavolo dei negoziati. Ma prima di tutto dobbiamo mettere fine a questo conflitto e Trump è l’unico leader al mondo che può riuscirci”. Un’apertura che va nella direzione auspicata dall’Italia grazie alla posizione tenuta dalla premier Meloni a Parigi durante il meeting promosso da Macron. Il governo italiano ha corretto la rotta anti-Usa inizialmente impressa da Francia e Germania.
Rubio: l’Europa dovrà sedersi al tavolo dei negoziati
Bene l’apertura del segretario di Stato Usa a Bruxelles, ha sottolineato l’ex ambasciatore italiano a Mosca, Giorgio Starace, in Russa al momento dell’invasione dell’Ucraina 3 anni fa. “Il segretario di Stato americano sa che l’Europa può assicurare maggiore peso negoziale a Donald Trump nelle future trattative per una pace. Che, per essere duratura, deve prevedere garanzie di sicurezza per l’Ucraina e per la Russia – spiega Starace”. Anche il consigliere del Cremlino Ushakov si è detto soddisfatto dei primi negoziati. “Gli Stati Uniti hanno compreso meglio la posizione di Mosca sull’Ucraina dopo i colloqui ad alto livello che si sono tenuti oggi a Riad”, ha detto davanti alla stampa Lavrov. Il ministro russo ha parlato di una “conversazione molto utile”, ma ha anche negato l’esistenza di un piano in tre fasi riferito dai media Usa. Poi si è anche riferito a Zelensky: “Dovrebbe essere fatto ragionare con tutta la sua squadra e ricevere una bacchettata sulle mani” Così Lavrov in risposta all’attacco ucraino alla stazione di Kropotkinskaya.
Zelensky rinvia il viaggio in Arabia
Ai negoziati a Riad non hanno partecipato rappresentanti dell’Ucraina. Poco prima del vertice Rubio-Peskov Zelensky aveva detto a chiare lettere che il suo Paese non avrebbe mai accettato il risultato dei negoziati senza la partecipazione di Kiev a colloqui sul conflitto. Per questo il presidente ucraino ha rinviato il viaggio in Arabia previsto per questa settimana, la visita è stata riprogrammata per il 10 marzo. “Siamo onesti e aperti mentalmente, non voglio coincidenze. Ecco perché non andrò in Arabia Saudita” ha detto Zelensky dalla Turchia, aggiungendo di essere venuto a conoscenza dell’incontro tra i rappresentanti di Washington e Mosca dai media. Il leader di Kiev ha chiesto colloqui “equi” sulla guerra in Ucraina, con la partecipazione di Ue, Gran Bretagna e Turchia. Da Mosca, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha dichiarato che Putin è pronto ad avere colloqui con Zelensky anche se restano “dubbi” sulla sua legittimità, considerando che il suo mandato come presidente ucraino è finito nel maggio del 2024. Mosca riconosce anche il “diritto sovrano” dell’Ucraina di aderire all’Unione Europea ma non alla Nato.
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